Le borse asiatiche sono scivolate alla notizia che la crescita economica e la produzione industriale sono aumentate meno del previsto in Cina.
Jiangxi Copper, il maggior produttore cinese di rame, è precipitato del 4,5% a Hong Kong. Newcrest Mining, il maggior produttore aurifero australiano è crollato dell’8,2% dopo il prezzo dei lingotti che è sceso ai minimi degli ultimi due anni. Nissan Motor, il gruppo automobilistico giapponese che ottiene il 32% delle proprie entrate dal Nord America, è scivolato del 2,7%, a causa dell’inaspettata contrazione del dato sulle vendite al dettaglio negli Usa.
L’indice MSCI Asia Pacific è diminuito dello 0,9% a 136.99 alle11:46 del mattino a Tokyo, con tre titoli in caduta per ognuno in aumento. La misura era aumentata del 3,5% la scorsa settimana, totalizzando la maggior crescita dallo scorso settembre. A inizio settimana, però, a raffreddare l’entusiasmo nei mercati è arrivata la notizia che il Pil cinese si è espanso “solo” del 7,7%, una percentuale al di sotto delle stime degli analisti, e che la produzione industriale si è assestata sull’8,9% contro una previsione del 10,1 per cento.
“Anche se l’outlook di medio termine è positivo, gli investitori devono digerire il fatto che alcuni risultati di Pechino a breve termine possono essere inferiori alle attese” commenta Angus Gluskie, managing direttore di White Funds Management. “Non c’è dubbio che la crescita della Repubblica popolare nei prossimi cinque o sei anni andrà a un passo meno sostenuto rispetto a quello dell’ultimo decennio”.
Lo Shanghai Composite è calato dello 0,7%, l’Hang Seng è scivolato dell’1,2%, mentre il sudcoreano Kospi ha perso lo 0,6% e lo Straits Times di Singapore ha incassato un -0,3 per cento.