Condividi

La chimica italiana e la Coldiretti festeggiano i Nobel per l’economia

Coldiretti plaude ai recenti riconoscimenti per l’economica e la chimica – Un business di oltre 10 miliardi con oltre 2.800 imprese attive – I lavoratori approvano il contratto di lavoro

La chimica italiana e la Coldiretti festeggiano i Nobel per l’economia

Il Premio Nobel per l’Economia a William Nordhaus e Paul Romer, impegnati nello studio dei cambiamenti climatici e dell’innovazione, invoglia l’industria italiana della biochimica a correre più veloce. Non meno importante il Nobel per la chimica andato all’inglese Gregory P.Winter. Un trio di studiosi che entusiasma la nostra Coldiretti che difende l’impegno italiano nei settori riconosciuti agli accademici. L’entusiasmo è un ottimo antidoto ai fenomeni depressivi che toccano altri settori industriali.

Il dato vero è che l’Italia è all’avanguardia nella biochimica. Ha un business di oltre 10 miliardi all’anno. Diffuse sul territorio ci sono aziende con indici di produttività da primato internazionale. Circa 200 mila lavoratori specializzati nella ricerca e nella produzione con la peculiarità storica di aver accompagnato il miracolo italiano degli anni ’60. La bioeconomia di oggi raggruppa la biofarmaceutica (5,1 miliardi), la biochimica (3 miliardi), il biodiesel (0,4 miliardi) ed altre bioenergie diffuse (2,2 miliardi) . Dati presi dal rapporto 2018 sulla bioeconomia in Europa.

Perché Coldiretti si entusiasma ed accosta il business italiano ai Premi Nobel ? Perché in campo ci sono sinergie tra settori industriali innovativi e l’agricoltura. Perché solo mediante un nuovo equilibrio tra produzione , tutela ambientale e investimenti si riuscirà a tenere alto il trend di crescita. L’ultimo esperimento in campo è il progetto “GO CARD” Cardo . Un programma condiviso anche con il Ministero delle politiche agricole che studia la creazione di una filiera della coltura del cardo nella bioraffineria. L’equipe specializzata sperimenta la produzione di proteine vegetali in sostituzione della soia su vasta scala. Un processo industriale vantaggioso anche per l’ambiente . E non è poco se ricordiamo le battaglie politiche e giudiziarie contro alcuni impianti.

In totale la chimica italiana conta oltre 2.800 imprese ed è il terzo produttore europeo, dopo Germania e Francia. Nel mondo è al nono posto, grazie all’aumento del 3,5 % di produzione registrato nel 2017. Un settore consolidato grazie anche a buone intese sindacali. Pochi giorni fa si sono concluse le assemblee dei lavoratori che hanno approvato il Contratto di Lavoro 2019 – Giugno 2022. Filctem Cgil, Femca Cisl e Uiltec Uil sono soddisfatte dell’esito della consultazione e dell’intesa con Federchimica e Farmindustria. L’accordo dà ampio spazio ai temi della salute e dell’ambiente, riconoscendo un ruolo anche alla contrattazione decentrata locale. Lì dove si fa sperimentazione , produzione e ricerca.

Commenta