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La Borsa paga le tensioni Usa-Cina e Fca lo scontro con Gm

Le nuove frizioni tra Usa e Cina rinviano l’accordo sui dazi e innervosiscono le Borse – Su Piazza affari pesa anche il forte ribasso di Exor e Fca per lo scontro aperto con General Motors – Brilla Telecom Italia

La Borsa paga le tensioni Usa-Cina e Fca lo scontro con Gm

Piazza Affari chiude in calo, -0,31%, 23.279 punti, nonostante il balzo di Tim (+2,87%) e la buona intonazione delle banche. Pesano Fca (-3,78%) ed Exor (-2,8%), penalizzate dall’azione legale di Gm, che accusa il Lingotto di corruzione nei rapporti con il sindacato americano United Auto Workers. Il rosso pallido domina anche gli altri listini europei e veste le danze a Wall Street, nel balletto di notizie sui dazi che da mesi fanno girare la testa agli investitori. Fa sperare il WSJ, scrivendo che le autorità cinesi hanno invitato la controparte Usa a Pechino per un incontro faccia a faccia. Ma l’incertezza si nutre delle tensioni a Hong Kong, che a loro volta si riflettono sui negoziati commerciali. Per il ministro degli Esteri cinese Wang Yi infatti il via libera all’Hong Kong Human Rights and Democracy Act, da parte del Congresso Usa “manda il segnale sbagliato di connivenza coi criminali violenti”. 

Nel finale di seduta Francoforte perde lo 0,1%; Parigi -0,22%; Madrid -0,16%; Londra -0,33%. A New York Macy’s, cede il 2,6% dopo aver rivisto al ribasso le stime sugli utili annuali per la seconda volta quest’anno, citando la debolezza del turismo internazionale e la bassa affluenza nei centri commerciali come causa del primo calo delle vendite omogenee in due anni. Tiffany guadagna invece il 2,6%, dopo il rilancio dell’offerta da parte di Lvmh (-0,93% a Parigi), salita da 120 a 130 dollari per azione.

L’euro dollaro è poco mosso e si muove intorno a 1,107. L’oro mostra un andamento negativo, e scambia a 1468,65 dollari l’oncia. Il petrolio si apprezza, con il Brent a 63,38 dollari al barile, +1,57%.

La seduta è positiva per la carta italiana, con il rendimento del decennale che scende a 1,17% e lo spread con il Bund in ritirata a 150 punti base, -3,9%. L’economia del Belpaese fa un po’ meno paura, grazie all’Ocse che ha alzato le stime di crescita quest’anno da zero a +0,2% e confermato le previsioni per il 2020 (+0,4%), anticipando una marginale accelerazione per il 2021 (+0,5%). Non c’è da stappare lo spumante, ma questo vale un po’ per tutti. L’economia mondiale – dice infatti l’Ocse in un aggiornamento delle sue previsioni – sta crescendo al ritmo più lento dalla crisi finanziaria, con i governi che hanno lasciato alle banche centrali il compito di spingere gli investimenti. A proposito di banche centrali: dalle minute dell’ultimo meeting della Bce, presieduto da Mario Draghi, emerge un forte appello all’unità dopo le divisioni create dal varo del pacchetto di stimolo al meeting di settembre. Ora il problema passa a Christine Lagarde, che domattina pronuncerà un discorso che potrebbe contenere le prime indicazioni di politica monetaria della sua presidenza. La sua prima press conference post-meeting è in calendario invece per il 12 di dicembre. Intanto l’agenzia di rating Moody’s ha cambiato da stabile a negativo l’outlook sul sistema bancario tedesco aspettandosi che “la redditività e il complessivo merito di credito degli istituti s’indebolisca in un contesto di bassi tassi di interesse” nei prossimi 12-18 mesi.

La buona intonazione dell’obbligazionario italiano aiuta invece proprio le banche. Fra le big di Piazza Affari salgono Ubi +3,6%; Banco Bpm +2,75%; Unicredit +0,87%; Mediobanca +0,78%. Si apprezza Intesa, +0,38%, con i lavori in corso per un possibile ingresso in Nexi, +0,95%.

Bene Telecom, con Barclays che ha alzato la valutazione a “equal weight”, stimando che la società sia in grado di realizzare i risultati previsti. A questo bisogna aggiungere le possibili opzioni di creazione di valore: accordo con Open Fiber, consolidamento in Brasile, Inwit. Le vendite penalizzano invece Fiat e la controllante Exor, nel giorno dell’Investor Day. Il presidente di Fca John Elkann liquida la causa di Gm come falsa: “non ci preoccupa – dice – mi dispiace che uno faccia accuse false a una persona come Marchionne che non si può difendere”. Elkann è inoltre fiducioso che il gruppo possa finalizzare l’accordo per un’integrazione con Psa-Peugeot quest’anno.

La holding della famiglia Agnelli invece entro il 2022 avrà complessivamente 3,6 miliardi per investimenti, di cui circa 1,6 miliardi come dividendo straordinario Fca-Psa.

Tutto l’eventuale dividendo straordinario derivante dalla fusione con Psa “sarà dedicato ad acquisizioni”, aggiunge Elkann sottolineando che non è in programma un nuovo buyback dopo il piano appena concluso.

Le vendite penalizzano Stm -1,92% e Atlantia -1,77%. Il leader del Movimento 5 stelle Luigi Di Maio resta convinto che il governo vincerà la difficile battaglia legale per revocare la concessione autostradale al gruppo dei Benetton.

Arretra anche Snam, -1,16%, che oggi ha presentato il piano industriale e prevede una crescita dell’utile del 4% annuo e un tasso di crescita dei dividendi del 5% fino al 2022.

Fuori dal paniere principale bene la Roma, +3,57%, a seguito delle indiscrezioni sull’entrata di un nuovo socio che potrebbe essere il magnate americano Dan Friedkin.

Tonfo di Piquadro -10,79% dopo i conti. 

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