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La Borsa fa il tifo per il governo Letta e Wall Street non teme shutdown. Stamani cautela a Milano

Oggi Piazza Affari si concentra sul voto di fiducia in Parlamento e spera che Letta ce la faccia – Stamani avvio a Milano all’insegna della prudenza e scende lo spread – Patto snello in Mediobanca – Minucci verso la presidenza-ponte in Telecom Italia – Vola la doppia Autogrill – Wall Street non ha paura dello shutdown

La Borsa fa il tifo per il governo Letta e Wall Street non teme shutdown. Stamani cautela a Milano

Tutti davanti al video. O l’orecchio incollato alla radio come ai tempi di “Tutto il calcio minuto per minuto”. Oggi la conta in Parlamento pro o contro il governo Letta dominerà l’attenzione di Piazza Affari e dei gestori del mercato del debito, ad ogni latitudine.

Già ieri Piazza Affari, al rimorchio della politica più pazza del pianeta, ha vissuto una giornata “storica”, o quanto meno di altri tempi quando, prima della finanza globale, il listino dipendeva dalle sorti di palazzo Chigi.

Alle 17 e 30 La Borsa italiana ha chiuso i battenti con un’impennata memorabile: +3,11%, a quota 17.977 punti dopo che il senatore del Pdl, Carlo Giovanardi, ha affermato: “abbiamo i numeri, siamo anche più di 40, e siamo fermi nel voler mantenere l’equilibrio di governo. Per questo voteremo la fiducia”. Intanto si è allargata la frattura. Intanto si allarga la rottura tra Silvio Berlusconi e Angelino Alfano dopo il faccia a faccia a Palazzo Grazioli. “Rimango fermamente convinto che tutto il nostro partito domani debba votare la fiducia a Letta, non ci sono gruppi e gruppetti”, sono state le parole di Alfano.

Le altre piazze seguono a grande distanza: Parigi +1,2%, Francoforte +1,1%, Londra invariata.

Lo spread Bund/Btp si è ridotto di botto di 17 punti base scendendo a quota 261. Il rendimento del Btp decennale (da oggi calcolato sul nuovo benchmark al 2014) scende al 4,41%.

Insomma, il segnale non lascia adito ad alcun dubbio: l’affondo di Silvio Berlusconi contro l’esecutivo è bocciato su tutta la linea, in Italia come dagli investitori internazionali.

Sarà sufficiente per evitare altri ribaltoni o colpi di coda? Fatti i debiti scongiuri, non v’è alcuna certezza.

TOKYO IN RIBASSO, WALL STREET NON TEME LO SHUTDOWN

Arretra stamane Tokyo sull’onda del rafforzamento dello yen. In crescita Hong Kong e gli altri listini asiatici aperti. Le Borse cinesi, infatti, resteRanno chiuse fino all’8 ottobre per festività.

Chiusura positiva per la Borsa americana. A Wall Street che aveva alle spalle sette ribassi nelle ultime otto sedute, il Dow Jones è salito dello 0,4%, S&P +0,8%, Nasdaq +1,23%.

Il mancato accordo al Congresso sul budget federale non spaventa più di tanto i mercati, che l’avevano parzialmente previsto.

Da ieri circa 800mila lavoratori dipendenti di agenzie governative non essenziali sono a casa senza stipendio. Si prevede un rallentamento della crescita dell’1,4% nel quarto trimestre.

Tra le attività chiuse anche gli uffici di statistica  del Dipartimento del Lavoro che il prossimo 4 ottobre dovrebbero diffondere i dati cruciali sull’andamento dell’occupazione.

APPLE: ICAHN CHIEDE BUY BACK DA 150 MILIARDI

Carl Icahn non si smentisce. Il raider, da pochi mesi azionista di Apple, fa sapere di avere avuto una cena “assai cordiale” con Tim Cook, il ceo della Mela. Chissà se Cook è dello stesso parere. Nel corso dell’incontro Icahn ha sollecitato un nuovo buy back a favore dei soci per 150 miliardi di dollari.

Note contrastanti dal mercato del lavoro. Merck, il secondo gruppo farmaceutico Usa, sale del 2,4% dopo avere annunciato che licenzierà 8.500 dipendenti su un totale di 83mila.

Amazon +1,4%. La società delle vendite online ha comunicato che in vista del periodo natalizio assumerà 70.000 lavoratori stagionali a tempo pieno negli Stati Uniti per far fronte ad un incremento della domanda atteso nell’ordine del 40% rispetto al dicembre del 2012. Altri 15.000 stagionali saranno assunti nel Regno Unito.

Amazon ha 89.000 dipendenti ma a reddito pro capite assai più basso dei dipendenti della farmaceutica Merck.


MILANO. BANCHE RECORD, PATTO SNELLO IN MEDIOBANCA

Ubi + 6,31%, Banco Popolare +5,45%, Bper +4,15%, Bpm +4,16%, La più debole è Mps +1,41%.

Unicredit +5,65%. JP Morgan ha confermato la raccomandazione overweight e il target price a 5,51 euro per il positivo andamento della qualità degli attivi e del costo del credito.

Recupera Intesa +5,7% nella giornata in cui Carlo Messina ha fatto il suo ingresso nel consiglio di gestione come amministratore delegato. Nella riunione e’ stato approvato il piano di ristrutturazione della Carlo Tassara. Il nuovo amministratore delegato non ha, invece, partecipato alla riunione del pomeriggio del consiglio di sorveglianza che ha affrontato diverse questioni tecniche legate alla banca, come era previsto all’ordine del giorno. Il tema della modifica della governance non e’ stato affrontata anche perche’ su questo tema, nonostante il pressing di Bankitalia, le fondazioni azioniste hanno ancora posizioni diverse.

Ubi +6,3%, Banco Popolare +5,4%, Unicredit +5,6%.

Mediobanca +4,07% nel giorno in cui il patto si restringe al 30,5%. Dopo Fondiaria, Generali e, in parte, Italcementi, hanno annunciato la disdetta Marco Brunelli (Iper) e Groupama. La compagnia francese esce dal patto di Mediobanca, ma annuncia che non intende cedere la sua quota, pari al 4,93%.

Generali +2,3%. Vincent Bollore’ lascia gli incarichi in Generali, ma conferma la presenza nell’azionariato della compagnia triestina e soprattutto di Mediobanca. ‘Al fine di dedicare maggiore tempo a Vivendi in cui e’ appena stato nominato vice presidente, Vincent Bollore’ lascera’ i suoi incarichi di vice-presidente e di amministratore di Assicurazioni Generali’, indica una nota diffusa da Parigi, precisando che ‘il gruppo Bollore’ rimane azionista delle Generali e di Mediobanca dove rappresenta il gruppo degli azionisti esteri con 1’11 % del capitale’ e con una quota nella banca pari al 6% e destinata a salire all’8%.

Fondiaria Sai+4%.

VOLA TELECOM. MINUCCI (TELCO) VERSO LA PRESIDENZA

Telecom Italia ha segnato un rialzo del 5,1%.

Il titolo resta quindi sotto i riflettori in attesa del cda di giovedi’, in cui il presidente Franco Bernabe’ rassegnera’ le dimissioni. Scongiurato il pericolo di un aumento di capitale tanto temuto dal mercato, l’attenzione e’ rivolta al piano industriale e alla decisione di Moody’s, che potrebbe tagliare a junk il rating sul debito Telecom. Goldman Sachs ha poi riavviato la copertura sull’azione TI con rating buy e prezzo obiettivo a 0,76 euro sulle azioni ordinarie e a 0,65 euro sulle risparmio.

Per l’eventuale sostituzione di Bernabé perde quota, almeno per il momento, la candidatura di Massimo Sarmi. Si profila la candidatura-ponte di Aldo Minucci, già numero uno di Telco, un veterano delle Generali>

VOLA LA DOPPIA AUTOGRILL. RISALE MEDIASET 

Finmeccanica ha guadagnato il 6,1%. Sembra ormai definita la cessione di Ansaldo Energia alla coreana Doosan (40%) ed al fondo Strategico Italiano (20%) controllato da Cassa Depositi e Prestiti.

Fiat + 4,4%.

A settembre il mercato dell’auto italiano ha limitato la frenata al 2,9% a 106.363 unita’ verso un anno prima con il gruppo Fiat che ha fatto peggio del mercato segnando una flessione dell’11,7% a 29.253 unita’ e una quota scesa al 27,5%, da 30,24% un anno prima.

La sconfitta politica di Silvio Berlusconi fa bene a Mediaset +5,5%.

Boom di acquisti per Autogrill +7,93% a 6,26 euro dopo la scissione con World Duty Free la società attiva operante nelle concessioni aeroportuali che stamattina ha debuttato in Borsa a 7,2 euro e ha terminato la seduta a quota 7,9 euro.

Prysmian sale del 3,59% a 18,75 euro dopo aver siglato un accordo-quadro con la compagnia petrolifera brasiliana Petrobras per la progettazione e fornitura di sistemi per l’estrazione petrolifera offshore per un valore complessivo di circa 260 milioni di dollari.

Parmalat ha terminato gli scambi in parità a quota 2,476 euro: la procura di Parma ha chiesto la revoca del cda della società e la nomina di un amministratore giudiziario.

Non partecipa alla festa Luxottica +0,31% dopo che Deutsche Bank ha confermato la raccomandazione hold e il target price a 35,5 euro pur avendo abbassato le stime di vendita 2013 del 3% e quelle dell’eps del 7%.

Citigroup ha ridotto il target price di Snam +0,53% da 3,5 euro a 3,2 euro, confermando a sell il rating. Secondo gli esperti il sogno di un hub del gas in Italia pare finito .

Enel +3,4%, A2A +4,5%, Eni +2%

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