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La Borsa crede all’Opa, Camfin corre. Clessidra e Bonomi accorciano la catena Pirelli

Il mercato scommette sull’Opa su Camfin: Il titolo della cassaforte quotata della Pirelli guadagna oltre l’8% – La conclusione delle trattative fra Tronchetti Provera e i fondi Clessidra e Investindustrial sarebbe questione di giorni – Ai private di Claudio Sposito e di Andrea Bonomi concessa l’esclusiva sul deal fino a metà dicembre – Il ruolo dei Malacalza

PIAZZA AFFARI CREDE ALL’OPA SU CAMFIN +7,8. CLESSIDRA E BONOMI ACCORCIANO LA CATENA PIRELLI

Non ci sono dubbi: il mercato scommette sull’Opa su Camfin. Il titolo della cassaforte quotata della Pirelli è infatti in piena effervescenza di prezzo (+7,81%)  e di  volumi, a conferma che la conclusione delle trattative tra Marco Tronchetti Provera e i fondi Clessidra e Investindustrial è ormai questione di giorni. Al proposito è stato confermato che ai private di Claudio Sposito e di Andrea Bonomi è stata concessa l’esclusiva sul deal fino a metà dicembre.

Ma come si svilupperà l’intesa? Dopo il lungo confronto tra le parti  nel week end è stato convenuto di saltare la cosiddetta fase 1, che prevedeva la costituzione di una newco da affiancare a Mtp Sapa, cassaforte di Tronchetti,  in cui far entrare Clessidra ed Investindustrial in vista di una presa di controllo di Gpi, altra scatola a capo di Camfin.  Una soluzione macchinosa e dai tempi incerti, considerata anche la scontata opposizione dei Malacalza (membri fino al prossimo luglio del sindacato di controllo di Gpi)  a consentire ad un qualsiasi cambio degli equilibri.

Di qui il cambio di programma: Marco Tronchetti Provera parteciperà all’aumento di capitale GPI già approvato (45 milioni). I fondi Clessidra e investindustrial metteranno intanto  a punto uno schema di  accorciamento della catena da sottoporre anche ai Malacalza. Il progetto prevede un’Opa  di Gpi su Camfin con successiva fusione tra Gpi, Camfin e la newco che servirà da veicolo all’operazione. . I due fondi entreranno nella newco con l’obiettivo di far confluire l’azionista di riferimento (cioè Gpi-Camfin) direttamente in Pirelli.

Alla fine dell’operazione la famiglia Tronchetti potrebbe disporre del 5-6% di Pirelli oppure uscire prima cedendo le azioni in sede di Opa Camfin. I Malacalza potrebbero restare nell’azionariato della Bicocca assieme ai fondi private. Marco Tronchetti Provera resterà alla guida del gruppo per un tempo già predefinito con la facoltà di poter  disporre di un diritto di prima scelta sui nuovi azionisti al momento  dell’uscita dei private.

Funzionerà l’operazione? La risposta di Malacalza non si è fatta attendere. Rispondendo ai cronisti a margine di un convegno a Lerici, Vittorio Malacalza ha detto: “I latini dicevano pacta servanda sunt: i patti vanno rispettati e io li ho rispettati per 50 anni. Tratto solo con chi rispetta i patti’. E ai cronisti che lo incalzavano sull’argomento l’imprenditore genovese ha proseguito: “Io non rispondo in merito a Pirelli ma aggiungo un’altra cosa: c’è chi capisce prima, chi capisce dopo e chi non capisce mai”.

Insomma la pace, caso mai vi sarà, sembra lontana. Con quali conseguenze?

a) Malacalza, forte di un 26,5 % circa in Camfin (partecipazione diretta e tramite Gpi), non ha una quota azionaria sufficiente a porre il veto ad eventuali operazioni straordinarie , per cui occorre almeno un terzo del capitale. Ma il socio fa ancora parte del patto di sindacato, che potrà essere denunciato solo a gennaio e che scadrà solo a luglio. In sostanza, la famiglia Malacalza ha un potere di veto rilevante.

b) Lo scontro muro contro muro non sembra però ragionevole,oltre che assai costoso per tutti. Malacalza non ha sulla carta i numeri per poter scalfire la maggioranza di blocco di cui Tronchetti dispone in Gpi (che tra l’altro ha già approvato a maggioranza l’aumento di capitale in discussione) e nella stessa Camfin.  Una soluzione di compromesso, dunque, sembra nella logica delle cose.

c) Malacalza tiene a precisare che non tratterà con Tronchetti. Ma una volta effettuata l’Opa di Gpi su Camfin, gli interlocutori principali saranno Clessidra ed Investindustrial. La trattativa, insomma, si  può almeno cominciare.  Anche se la strada resta in salita. Al di là delle quote azionarie, alla testa della Bicocca nel prossimo futuro (con il pieno consenso degli investitori internazionali) c’è ancora Marco Tronchetti Provera. Una prospettiva indigesta per i Malacalza che continuano a chiedere azioni e non quattrini come dote per un divorzio che, comunque vada a finire, non sarà indolore per gli ex alleti. 

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