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La bolognese Sira Industrie “scalderà” il Tibet (e prepara nuove acquisizioni)

Sira Industrie, multinazionale tascabile della famiglia Gruppioni di Rastignano (Bologna), fra i leader mondiali nella produzione di termosifoni, chiude il 2013 con ricavi a 83 milioni di euro, in crescita del 20%, mentre annuncia un importante progetto in Tibet.

La bolognese Sira Industrie “scalderà” il Tibet (e prepara nuove acquisizioni)

Ci sono notizie che, in tempo di crisi, scaldano il cuore, soprattutto se si parla di “termosifoni”: Sira Industrie, multinazionale tascabile della famiglia Gruppioni di Rastignano (Bologna), fra i leader mondiali nella produzione di radiatori in alluminio e stampi profusi in alluminio, si appresta a chiudere il 2013 con ricavi a 83 milioni di euro, in crescita del 20%, mentre annuncia un importante progetto in Tibet. 

“Il gruppo – dice il presidente Valerio Gruppioni – ha ottenuto la nomination, come unico produttore straniero in Cina di radiatori per riscaldamento in alluminio e bimetal, per l’appalto delle posizioni più prestigiose della regione cinese, simbolo della nuova edilizia locale, volta a migliorare il tenore di vita medio della popolazione”.

Una commessa da 75 milioni di euro in cinque anni, cui Sira Industrie partecipa insieme ad altri 5 produttori locali. Una prospettiva sostanziosa, che si affianca ad altre novità rilevanti per l’azienda: “la nostra strategia di crescita non è finita – sottolinea il presidente – nei prossimi mesi vorremmo realizzare una nuova acquisizione in Italia nella divisione radiatori e una partnership nella divisione stampi, portando i ricavi a circa cento milioni di euro”.

Belle ambizioni per una piccola impresa familiare che esporta l’80% del fatturato ed è sempre alla ricerca di nuove quote di mercato: “in anni difficili – sostiene Valerio Gruppioni – ci comportiamo come le formiche, facciamo ‘scorte’, acquisizioni, intanto rafforziamo l’internazionalizzazione, senza trascurare il valore del made in Italy. Per questo riusciamo a crescere e a mantenere interessanti margini di profitto”.

I numeri sembrano confermare questa strategia, disegnata nel piano d’investimenti per 15 milioni di euro 2011-2013  (finanziato con mezzi propri e indebitamento bancario a medio e lungo periodo) e sostenuta anche dal Fondo Italiano d’Investimento, entrato qualche anno fa con una quota del 40% circa.

In base a questo piano Sira Industrie, negli ultimi anni, ha fatto shopping di marchi storici nel settore radiatori, come FARAL e PASOTT, e ha comprato il sito produttivo di Nusco, SIRPRESS, per gli stampi, entrando nell’automotive. “Quest’ultimo passaggio – spiega il Presidente – ci ha permesso di riequilibrare le due divisioni del gruppo, portando il peso degli stampi al 40%. I prossimi passi ci condurranno al perfetto equilibrio, 50 e 50”.

Il bilancio consolidato, al 30 settembre 2013 dice che i ricavi sfiorano i 60 milioni, contro i 48 milioni dello stesso periodo dello scorso anno, con un incremento percentuale del 22% circa. L’ EBITDA è più che quadruplicato rispetto al 2012 permettendo un recupero di marginalità  pari a circa 3,5 milioni di euro in un anno, attestandosi a un 4,3% del valore della produzione.

A fine 2011 i ricavi consolidati sono 37,9 milioni di euro; nel 2012, con le acquisizioni, il giro d’affari balza a 68,8 milioni (+82%); nel 2013 si stimano 82,3 milioni di euro (+20%).  In un contesto come questo si ipotizza un approdo in Borsa? “Per ora no – risponde Gruppioni – per dieci anni avremo il Fondo italiano d’investimento con noi, poi si vedrà, mai dire mai”.

Il gruppo Sira Industrie nasce nel 59, dall’intuizione del padre di Valerio, Gaetano, che imprime una svolta all’impresa nel ’61 con il brevetto mondiale del radiatore per riscaldamento in alluminio che sostituì progressivamente quelli in ghisa. Oggi nel gruppo lavoro 600 persone, fra Europa e Asia, in 4 paesi, Italia, San Marino, Romania e Cina, in 8 unità produttive, sei per i radiatori e tre per la produzione di stampi e getti pressofusi in alluminio. L’impresa è guidata dai fratelli Gruppioni, Valerio e Katia, e dai loro 4 figli. Una bella storia industriale e familiare, con un solo, terribile, buco nero: la morte di Alice, figlia di Valerio, tre mesi fa, in viaggio di nozze negli Usa, investita da un’auto mentre passeggiava a Venice Beach, a Los Angeles. Nei prossimi giorni Katia, zia di Alice, partirà per la metropoli americana dove comincia il processo a Nathan Louis Campbell, l’uomo al volante dell’auto piombata sui passanti.

Come si sopravvive a un dolore come questo? “Non c’è modo di farsene una ragione – replica Valerio Gruppioni – però Alice ha dato tanto alla nostra azienda, almeno 15 anni della sua vita e ci consola il fatto di lavorare per quello in cui credeva. Per questo abbiamo anche deciso di dedicarle una nuova linea di prodotti di alta gamma, una linea che faremo qui a Bologna e si chiamerà come lei: Alice”. 

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