Condividi

Juve in gol a Piazza Affari. Volano i diritti e l’aumento va

Il mercato scaccia l’incubo di un default dopo l’indagine della Procura sulla cessione di Ronaldo e le plusvalenza incrociate. Ipotesi solo teorica visto che gli investitori approfittano dei prezzi bassi e le banche non mostrano cedimenti sulla ricapitalizzazione

Juve in gol a Piazza Affari. Volano i diritti e l’aumento va

Raccoglie punti anche in Piazza Affari il titolo Juventus, +4,54% a metà seduta, in linea con il piccolo passo in avanti in classifica con la vittoria sul Genia. Ma l’aspetto più confortante riguarda il balzo dei diritti legati all’aumento di capitale, che potranno essere scambiati su listino fino a venerdì prossimo: +24% circa a 0,0735 euro.

Il mercato scaccia così l’incubo emerso a fine settimana quando la stessa società aveva confermato che la Procura di Torino, oltre ad indagare in merito ai “proventi da gestione dei diritti dei calciatori” (ovvero le plusvalenze incrociate nella compravendita degli atleti), aveva concentrato la sua attenzione sulle modalità della cessione di Cristiano Ronaldo al Manchester United, sospettando per l’occasione che le cifre riportate a bilancio a fronte della cessione non siano veritiere, ipotesi suffragata dall’ipotetica esistenza di un documento di  cui si parla nel corso di un’intercettazione telefonica.

 Nel caso che dalle indagini emerga “la presunta esistenza di documentazione della quale, al momento, non risulta il rinvenimento”, come ha affermato l’avvocato Maurizio Bellacosa dello studio legale Severino, che difende il club, si aprirebbero scenari foschi per la società più titolata del calcio italiano, tali da mettere in dubbio addirittura la continuità aziendale, nel caso che le banche garanti dell’operazione sul capitale “recedessero dall’impegno di garanzia”. Ove l’Aumento di Capitale fosse eseguito solo parzialmente – conclude stessa nota della Juventus –, affluirebbero al Gruppo risorse finanziarie in misura limitata … la capacità del Gruppo di mantenere il presupposto della continuità aziendale nell’arco di Piano verrebbe meno”. 

La reazione odierna di Piazza Affari conferma che l’ipotesi peggiore è solo teorica: le quotazioni (infime) dei diritti attraggono l’attenzione di una quota di investitori, pronti ad approfittare del livello dei prezzi né ci sono segnali di cedimento dei garanti dell’Operazione (Goldman Sachs, Jp Morgan, Mediobanca, Mediobanca e UniCredit Corporate), che si sono impegnati a sottoscrivere le nuove azioni eventualmente rimaste inoptate per un ammontare massimo pari a circa 144,9 milioni di euro. Cala così la febbre sul dossier che, di sicuro, non avrà vita breve. Anche se sarebbe ormai più corretto (o chiaro) parlare di due indagini parallele, in attesa dei rilievi della Consob e della consegna delle conclusioni alla giustizia sportiva, al termine dell’iter investigativo.

  1. Il cuore dell’indagine riguarda le plusvalenze incrociate, ampiamente utilizzate nei bilanci della Juventus (ma diffusi in un ampio ventaglio di società italiane e non). Secondo l’analisi degli inquirenti, i conti sarebbero stati abbondantemente manipolati col ricorso a “operazioni a specchio”, cioè scambi di calciatori il cui valore finanziario tra acquisizione e cessione dava somma zero, e di compravendite di atleti passati dalle squadre bianconere minori (in prima linea la Juventus Under 23, che milita in Serie C) fatte su valori “rilevanti e fuori range” rispetto alla qualità dei singoli calciatori e alla categoria in cui sono stati impiegati.

Responsabili delle operazioni, secondo la Procura, sono stati il presidente juventino Andrea Agnelli, il suo vice Pavel Nedved, l’ex responsabile dell’area tecnica Fabio Paratici (migrato la scorsa estate al Tottenham Hotspur), il chief financial officer pro tempore Stefano Bertola, il chief financial officer e investor relator Stefano Cerrato e infine Juventus Football Club come persona giuridica.

In soli tre esercizi, secondo l’analisi degli inquirenti, la Juventus ha fatto registrare plusvalenze per 322.707.000 euro), che secondo i militari della Guardia di finanza corrisponderebbe a quanto segue: 131.564.000 euro nel bilancio al 30 giugno 2019, 119.721.000 euro nel bilancio al 30 giugno 2020 e 30.832.000 euro nel bilancio al 30 giugno 2021.Impressionante è lo scarto fra i risultati contabili ottenuti grazie alle plusvalenze sospette e quelli che avrebbero dovuto essere raggiunti senza il ricorso a esse. 

Nel decreto di perquisizione vengono fatte le stime per gli ultimi tre anni: per l’anno 2019 una perdita d’esercizio di 39.895.794 euro quando invece avrebbe dovuto essere di 171.459.794 euro e un patrimonio netto positivo per 31.242.712 euro quando invece avrebbe dovuto essere negativo per 100.321.288 euro.

Per l’anno 2020 una perdita d’esercizio da 89.682.106 euro quando avrebbe dovuto essere di 209.403.106 euro e un patrimonio netto di 239.204.587 euro quando invece avrebbe dovuto essere di 119.483.587 euro.

Infine, per l’anno 2021, una perdita d’esercizio da 209.885.432 euro quando invece avrebbe dovuto essere da 240.345.750 euro e un patrimonio netto positivo per 28.827.395 euro quando invece avrebbe dovuto essere negativo per 2.004.605 euro. 

Numeri che impressionano così come non pochi episodi disinvolti che, ad onore del vero, tirano in ballo la policy di almeno altri 5-6 club della massima divisione.  

Inoltre, non sarà facile smontare la linea di difesa dei club:  la valutazione di un calciatore è soggettiva, e che se un club acquirente paga quella cifra ogni sospetto dovrebbe cadere. Ma la Procura sospetta che si troviamo di fronte ad un “miglioramento fraudolento degli indici di bilancio” destinato a trascinarsi nel corso del tempo perché i calciatori che entrano per valori sovrastimati poi costeranno negli esercizi successivi in termini di spalmatura contabile.

  1. In questo quadro si inserisce il dossier più sexy:  la fine del rapporto tra la Juventus e Cristiano Ronaldo. In un’intercettazione telefonica tra l’avvocato Gabasio, legale interno della Juventus, ed il direttore sportivo Federico Cherubini si parla della carta che “teoricamente non deve esistere” a proposito delle retribuzioni arretrate del calciatore Cristiano Ronaldo”,  secondo la procura mai caricate a bilancio dalla società calcistica Juventus nella chiusura di esercizio del 30 giugno 2021, (e nemmeno dopo attraverso una rettifica).  Nonostante interrogatori, sequestri di pc e telefonini e perquisizioni, la fantomatica carta per ora non si trova. Quel che è noto è l’esito dell’intercettazione di una telefonata tra l’avvocato e Cherubini, del   23 settembre 2021. Ronaldo è stato venduto da 25 giorni al Manchester United: 15 milioni più 8 di bonus. Dice l’avvocato Gabasio (anche lui indagato) . “Ti dico solo questo, ho fatto un discorso con, col pres stamattina. Solo gli ho detto io non arriverei a far la causa contro di loro (…) Fede ti spiego solo perché noi abbiamo quella carta lì che, quella carta famosa che non deve esistere teoricamente, no? (…) quindi sai se salta fuori abbiam … ci saltano alla gola tutto sul bilancio i revisori e tutto (….) poi magari dobbiamo fare una transazione finta». Insomma, “non arriverei all’estremo (…) di fare una causa perché poi quella carta lì che loro devono tirar fuori non è che ci aiuti tanto a noi (…) nel nostro bilancio”. 

Il dubbio degli inquirenti è che l’ipotetica carta “redatta in occasione della vendita del calciatore” sarebbe la prova che la società ha riportato in modo difforme dal vero i valori economici della cessione del calciatore, omettendo di esporre gli effetti di una scrittura privata, nell’occasione redatta in violazione di principi contabili”. E così l’inchiesta che ipotizza a carico dei vertici societari i reati di falso in bilancio e false fatturazioni, è arrivata a un punto di svolta. Per andare oltre ci vorrebbe la testimonianza di Jorge Mendes, il potentissimo procuratore dell’asso portoghese, uno che i tifosi della Juve, pur con tutta la stima, non ricordano con grande piacere. Anzi, hanno già dimenticato. Ma, come dimostra anche la tenuta in Borsa, l’affetto per la maglia va assai più in là. 

Commenta