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Juve e Napoli faticano ma non tradiscono. E ora Champions

Finale al cardiopalma per la Juve che però prevale sul Bologna di Mihajlovic per 2 a 1 e ora si tuffa nella Champions – Una doppietta di Milik regala il sorriso e la vittoria al Napoli.

Juve e Napoli faticano ma non tradiscono. E ora Champions

Una vittoria, due gol e altrettanti brividi. La Juventus ricomincia esattamente da dove aveva finito, ovvero da un 2-1 che vale 3 punti pesantissimi. Le similitudini con il successo di Milano, però, finiscono qui: due settimane fa la Signora aveva incantato, ieri invece ha fatto tanta fatica, forse persino troppa, per battere il Bologna di Mihajlovic. Intendiamoci, il giudizio è condizionato da quanto accaduto nel finale, perché altrimenti parleremmo di una squadra in totale controllo, con la sola colpa di non aver arrotondato il punteggio nelle numerose occasioni avute. Ma siccome le partite durano fino al fischio finale dell’arbitro, ecco che diventa impossibile non sottolineare gli svarioni bianconeri avvenuti nel recupero: potevano costare cari, molto cari…

Invece la Juve, vuoi per l’interpretazione del Var sul braccio di De Ligt (sicuramente involontario, ma da quest’anno la scompostezza è un criterio che viene prima), vuoi per la traversa “amica” dello Stadium, è riuscita a portarsi a casa una vittoria costruita prima, di quelle che poi, a fine anno, possono fare la differenza tra un primo e un secondo posto. “Negli ultimi cinque minuti abbiamo commesso due o tre errori quasi di presunzione e superficialità – l’analisi di Sarri. – I match vanno aggrediti fino a metterli in completa sicurezza e nella ripresa c’erano tutti i margini per farlo. È stata una buona gara macchiata da tre o quattro erroracci che hanno dato la sensazione della superficialità, dobbiamo avere un palleggio di sostanza e non fine a se stesso”.

Finale a parte (da segnalare, oltre ai due episodi già descritti in precedenza, una super parata di Buffon su Santander, che pochi istanti prima aveva colpito la traversa), la Juve aveva gestito la gara abbastanza bene, peccando solamente in cinismo sotto porta. A sbloccare il match ci aveva pensato il solito Ronaldo, che dopo aver ricevuto da Agnelli la maglia celebrativa per i 700 gol in carriera, si era regalato anche il 701 con un destro potentissimo sul quale Skorupski, a dire il vero, poteva fare qualcosa in più (19’). Ma il Bologna, forse caricato dalla presenza di Mihajlovic in panchina (a proposito: da brividi gli applausi dello Stadium), non si arrendeva al ruolo di vittima sacrificale e al 26’ trovava il pari con un gran gol di Danilo, il cui tiro, quello sì, si rivelava assolutamente imparabile per Buffon.

Nella ripresa però la Juve si prendeva il match, prima segnando il 2-1 con Pjanic (54’, destro risolutore dopo un batti e ribatti nell’area bolognese), poi sprecando una serie di occasioni con Higuain, Ronaldo e Bernardeschi. Il finale si rivelava poi al cardiopalma, ma alla fine era la Signora a prendersi l’intera posta in palio, portandosi così, anche se solo momentaneamente, a + 4 sull’Inter. Vittoria importante anche per il Napoli, tornato a sorridere grazie al 2-0 sul Verona. I 3 punti, oltre ad accorciare sull’Atalanta terza, servono a ridare un po’ di serenità a un ambiente tutt’altro che soddisfatto, anche se dopo ieri, forse, le cose possono tornare a girare per il verso giusto. Un segnale, in questo senso, può arrivare proprio dal tabellino del San Paolo, che ha incoronato Milik come man of the match.

Il polacco, criticatissimo nelle scorse settimane per i troppi gol sbagliati, ha segnato una doppietta, regalando ad Ancelotti un weekend finalmente disteso. “Risultato importante per pulire l’ambiente da qualche scoria – il commento del tecnico azzurro. – Abbiamo giocato contro una squadra fisica e nel primo tempo abbiamo sofferto un po’, poi nella ripresa abbiamo gestito bene. Si può giocare meglio, ma questa è una partita di maturità, abbiamo mostrato buona solidità. Ibra? I suoi complimenti fanno piacere, lo chiamerò presto…”. In attesa di novità dal mercato il San Paolo si gode dei segnali molto positivi, anche perché il Verona, come sempre del resto, si è rivelato un osso ben più duro di quanto non dica il risultato finale.

Se Meret ha mantenuto la porta inviolata, infatti, lo deve a sé stesso (splendido il triplo intervento su Lazovic, Pessina e Stepinski al 18’) e ad alcune imprecisioni dell’Hellas sotto porta, non certo a una serata da sbadigli. Dalla cintola in su però il Napoli ha confermato tutta la sua qualità, anche nel giorno in cui Ancelotti ha lasciato fuori Mertens, Llorente e Zielinski. L’insostituibile Fabian Ruiz invece c’era e proprio dal suo piede è partito l’assist per il primo gol di Milik, freddissimo nell’anticipare il difensore e battere Silvestri (37’). Da lì in poi gli azzurri si sono sciolti e quando il polacco, al minuto 67’, s’è ripetuto con un’altra zampata delle sue, s’è capito che i 3 punti erano ormai cosa fatta. Ora la testa andrà alla Champions, per un turno che potrebbe rivelarsi quasi decisivo sia per Sarri che per Ancelotti. E tutti e due, dopo i sorrisi di questo sabato, non hanno nessuna intenzione di fermarsi.  

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