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Jobs Act, oggi si vota la fiducia. Renzi incontra Merkel e Hollande a Milano

Oggi il Senato vota la fiducia sulla riforma del lavoro – Il Premier spera di incassare il primo via libera a ridosso del vertice europeo di oggi a Milano, dov’è in programma una conferenza stampa con Merkel e Hollande – Bersani: “Saremo leali” – La Cgil conferma lo sciopero – Aperture da Cisl e Uil – Sostegno dal Fmi.

Jobs Act, oggi si vota la fiducia. Renzi incontra Merkel e Hollande a Milano

Questa mattina sarà presentato il maxi-emendamento al Jobs Act ed entro sera il Senato voterà la fiducia sul provvedimento. Il premier Matteo Renzi tira dritto: “Non temo agguati – dice -. Siamo assolutamente disponibili alle opinioni di chiunque, l’importante è che si vada avanti. Miglioriamo se c’è da migliorare, ma il Paese deve cambiare e non ci faremo bloccare da veti o opinioni negative”.

Pier Luigi Bersani ritiene che “la fiducia sia una forzatura”, ma assicura anche che la sua corrente “sarà leale”. Sulla stessa linea Cesare Damiano, presidente della Commissione lavoro della Camera: “La voteremo, anche se in modo critico”. I civatiani invece salgono sulle barricate e Corradino Mineo tuona: “Renzi è un pericolo per la democrazia, va fermato”.  

Il Premier spera di ottenere il primo via libera al Jobs Act a ridosso dell’appuntamento di oggi a Milano, dov’è in programma una conferenza stampa congiunta con la cancelliera tedesca Angela Merkel e il presidente francese Francois Hollande al termine del vertice europeo sul lavoro.

Intanto, ieri Renzi ha incontrato le parti sociali. Dopo il colloquio, ha parlato di “sorprendenti punti d’intesa” con i sindacati, sottolineando che l’emendamento del governo alla riforma del mercato del lavoro ha accolto “condivisibili suggerimenti” della minoranza Pd sul reintegro per i licenziamenti discriminatori e disciplinari, sulla regolazione della rappresentanza sindacale e su un ampliamento della contrattazione decentrata e aziendale. 

La Cgil conferma il suo “totale dissenso sull’intervento sull’articolo 18 e sul demansionamento dei lavoratori – ha commentato il segretario Susanna Camusso –. Come Cgil troviamo tutte le conferme della necessità della manifestazione del 25 ottobre e di proseguire nella mobilitazione”.

Più concilianti con il Governo le posizioni degli altri due sindacati confederali, che rifiutano l’ipotesi di manifestare insieme alla Cgil. “Anche sull’articolo 18 ci sono aperture da parte del Governo – ha detto il segretario generale aggiunto della Cisl, Annamaria Furlan – C’è la positività di aver messo a calendario degli incontri. Il fatto di avere una data su legge di Stabilità e incontri con Poletti sulla delega lavoro e decreti attuativi può rappresentare un momento di svolta nel rapporto tra Governo e parti sociali”.

Per il leader della Uil, Luigi Angeletti, “se facciamo una valutazione politica, oggi, il presidente del Consiglio ha fatto una scelta simbolicamente diversa e di discontinuità con i mesi precedenti. Forse siamo in presenza di un cambiamento dell’atteggiamento del governo nei confronti delle parti sociali, con la discussione sulla legge di Stabilità e sulla delega lavoro”.

Un’esplicita sponda a Renzi è arrivata poi da Olivier Blanchard, capo economista del Fondo monetario internazionale: “Mi piace lo spirito della riforma del lavoro in Italia – ha detto a margine della conferenza di presentazione del World Economic Outlook, il rapporto sull’economia globale pubblicato nell’ambito dei lavori autunnali dell’istituto di Washington Dc -. La dualità del mercato del lavoro è il principale problema. Crea davvero due classi di cittadini ed è una cosa altamente indesiderata. Per questo il contratto unico sembra la strada da intraprendere”.

Sostegno anche dalla Germania: “Matteo Renzi ha l’appoggio del governo tedesco sulla riforma del lavoro – hanno assicurato fonti di Berlino -, non c’è nessun litigio”.

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