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Iva e deficit, le due mine che fanno tremare la finanza pubblica

Una nota del centro di ricerche Ref evidenzia le due incognite che pesano sul cammino del Governo: sterilizzare le clausole di salvaguardia per evitare aumenti dell’Iva ed evitare la procedura d’infrazione Ue

Iva e deficit, le due mine che fanno tremare la finanza pubblica

Il tempo della campagna elettorale, per il Governo, è finito. Archiviate con successo da un lato (Lega) e con molti interrogativi dall’altro (M5s) le elezioni europee è giunta l’ora di pensare agli impegni di finanza pubblica che minacciano di diventare assoluti protagonisti dell’estate governativa italiana.

La carne sul fuoco, del resto, è abbondante: dalla procedura di infrazione Ue all’aumento dell’Iva derivante dalle clausole di salvaguardia, passando per il lancio di una nuova flat tax e sul possibile utilizzo dei minibot, spinti dalla Lega, ma respinti anche nelle ultime ore (“Inutili e illegali”) dal ministro dell’Economia Giovanni Tria.

In questo contesto sono due gli appuntamenti da segnare in rosso sul calendario: la pubblicazione della Nota di aggiornamento del Def, prevista per fine settembre, e la definizione dei contenuti sulla manovra, che dovrebbe partire subito dopo.

Questi gli argomenti al centro della nuova “Congiuntura” pubblicata da Ref Ricerche dal titolo “L’estate calda della finanza pubblica”.

“La manovra per il 2020 è parte integrante di uno schema di policy che si basa sulle misure implementate già nel corso del 2019, caratterizzate da impegni finanziari significativi, rispetto ai quali occorre trovare coperture adeguate e strutturali”, si legge nello studio che pone al centro dell’attenzione la coesistenza di due pesanti incognite: da un lato la necessità, più volte espressa dal Governo, di sterilizzare 23 miliardi di clausole di salvaguardia per evitare l’aumento dell’Iva nel 2020 (più altri 29 nel 2021), dall’altra l’esigenza di mantenere in equilibrio i conti pubblici già sotto la lente dell’Ue e a rischio procedura di infrazione.

Il governo, come detto, non ha alcuna intenzione di far aumentare le aliquote Iva, ma l’alternativa qual è? “Una manovra basata sulla sola riduzione delle spese è inattuabile – spiega Ref – considerando l’entità delle misure che sarebbero necessarie per centrare gli obiettivi sui saldi indicati nel Def. A maggior ragione se si volessero mantenere le ulteriori promesse di ridisegno delle aliquote Irpef”.

Ricordiamo che il Def indica un deficit al 2,4% del Pil per quest’anno, al 2,1% nel 2020 e all’1,8% nel 2021. Il problema è che questi numeri, secondo la commissione Ue potrebbero lievitare al rialzo, tanto più se si mettono in conto anche i 23 miliardi necessari per evitare l’aumento Iva.

“L’incertezza sul quadro di finanza pubblica è legata proprio all’annullamento prospettato dell’Iva – si legge nel report – Difatti, proprio perché l’intervento sull’Iva è di dimensioni cospicue, si ritiene che questo, se adottato, potrebbe avere effetti sugli equilibri politici, determinando una perdita di popolarità e una caduta dei conensi a favore del Governo”.

“D’altronde – continua lo studio – una lievitazione del deficit sarebbe malvista dai mercati e dalle autorità europee. Queste ultime hanno già iniziato ad alzare il tiro, dopo la lettera inviata al Governo e l’avvio della procedura per debito eccessivo nei confronti dell’Italia”. La decisione dell’Ecofin arriverà il prossimo 9 luglio, Nel caso in cui i ministri finanziari dell’Ue decidessero di approvare la procedura le conseguenze sarebbero rilevanti sia dal punto di vista politico che economico.

Questo il quadro attuale. Il Governo dovrà scegliere dunque quale strada intraprendere: puntare su una soluzione intermedia, cercando di trovare un nuovo punto d’incontro con l’Ue, o scontrarsi frontalmente con la Commissione europee, giocandosi il tutto per tutto allo scopo di ottenere deroghe più ampie.

“La partita della politica di bilancio italiana da qui a fine anno sarà particolarmente combattuta, come è emerso chiaramente dai primi scambi, e dall’esito finale molto incerto. La posta in palio è alta.”

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