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Italia indietro nella lotta al biossido di azoto: c’è la condanna della Corte di giustizia europea

La Commissione aveva avviato una procedura d’infrazione ed ora la pronuncia dei giudici europei. Sotto accusa i motori diesel e i ritardi nei piani cittadini

Italia indietro nella lotta al biossido di azoto: c’è la condanna della Corte di giustizia europea

Con tutti i progetti messi in campo da Sindaci e Regioni la qualità media dell’aria in Italia per il biossido di azoto, non migliora. In Europa il Paese viene bollato come quello che non rispetta limiti di emissioni e procedure cautelative. È così che la Corte di giustizia europea ha condannato l’Italia per il mancato rispetto dei limiti prestabiliti di NO2, il biossido d’azoto, appunto. Per ora ancora nessuna reazione dalla politica.

La Corte ha accolto il ricorso della Commissione Ue precisando il mancato rispetto, sistematico e continuativo, del valore annuale del biossido. Torino, Brescia, Milano, Bergamo, Genova, Roma, Firenze sono le città messe peggio in relazione al valore di 40 μg/m3 (microgrammo per metro cubo). In realtà le aree del Paese dove le condizioni ambientali sono peggiorate sono molte, ma nelle 7 città gli esperti sostengono che la situazione è fuori controllo.

Secondo il provvedimento giudiziario i ritardi nell’adeguamento agli standard risalirebbero addirittura al giugno 2011. Quell’anno sono state decise le “misure atte a garantire il rispetto dei valori limite di NO2”. Inoltre, la persistenza nel tempo della situazione di superamento del valore limite ha dimostrato che l’Italia non ha adottato in tempo utile le misure appropriate. Un danno sociale ed ambientale enorme se prendiamo per buoni i risultati di un’analisi epidemiologica che ha contato in un anno 1507 morti premature a Milano e 1713 a Roma.

In realtà se i piani locali fossero stati davvero messi in pratica, con controlli e rilievi scientifici, i valori limite sarebbero statti abbattuti come previsto dalla Direttiva 2008/50/CE. Della questione dovrebbero occuparsi a breve le Commissioni Trasporti, Welfare e Ambiente della Camera, come è stato sollecitato dall’Associazione Cittadini per l’Aria. In verità non depone nemmeno molto bene per l’esecutivo misurarsi con una sanzione cosi’ odiosa proprio nei giorni della Settimana della Natura promossa dal Ministero della Transizione ecologica.

Sotto accusa i motori a diesel

Andando un po’ indietro nei mesi si apprende che la causa era stata avviata dalla Commissione europea, con una procedura d’infrazione “per chiedere alla Corte Ue di condannare l’Italia per il mancato rispetto delle regole sulle emissioni contenute nella Direttiva 2008/50/CE”. La sostanza che provoca gravi patologie proviene quasi esclusivamente dalle emissioni dei motori a diesel e i Cittadini per l’Aria sostengono che “nelle città può avere, lungo le arterie di traffico, concentrazioni anche doppie rispetto al fondo urbano, esponendo chi vi cammina e chi vi abita a un rischio grave a breve e a lungo termine.” È soltanto una delle posizioni ecologiste che chiedono al governo di uscire dall’impasse sul biossido d’azoto e rivedere da cima a fondo i piani clima e di mobilità urbana. Dopo tutto nel PNRR ci sono soldi indicati per queste finalità con i sindaci pronti a fare la propria parte.

Altro punto controverso sui cui il Parlamento deve, comunque, intervenire le ragioni che hanno determinato questa odiosa situazione. “Non costituiscono valide giustificazioni quelle fatte valere dall’Italia – dicono i giudici europei – tra cui le difficoltà strutturali legate ai fattori socioeconomici, gli investimenti di grande portata da mettere in opera.” I tempi per rimediare ci sono e l’attenzione che il governo dedica ai temi dell’ambiente e del passaggio ad una nuova economia, a partire dalle città, non devono scalfire la fiducia che riponiamo nei Ministri maggiormente coinvolti.

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