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Italgas, piano 2024: maxi investimenti, ma la cedola delude

Il nuovo piano industriale della società prevede investimenti complessivi per 5,6 miliardi entro il 2024, incluse nuove acquisizioni e gare d’ambito – Titolo penalizzato in Borsa: la crescita dei dividendi è inferiore alle attese degli analisti – L’ad Gallo: “Contatori tutti digitali entro il 2020”

Italgas, piano 2024: maxi investimenti, ma la cedola delude

Italgas ha varato il nuovo piano industriale 2018-2024, che prevede investimenti complessivi (senza gare) per 4 miliardi di euro (in aumento di oltre il 30% rispetto al precedente piano). Di questi, due saranno destinati allo sviluppo e al miglioramento della rete, circa 800 milioni all’innovazione tecnologica e la digitalizzazione, 450 milioni alla metanizzazione della Sardegna e altri 420 ad operazioni di M&A, per interventi sulle nuove reti acquisite.

Il piano poi assegna ulteriori da 1,6 miliardi alle acquisizioni di reti di terzi a seguito delle gare d’ambito, che al momento sono piuttosto ferme a causa di molti rallentamenti burocratici e ricorsi, ma che al termine del piano “porteranno la quota di mercato sulle reti dall’attuale 30% al 40%”, ha spiegato l’amministratore delegato Paolo Gallo parlando con gli analisti. Inoltre, sarà avviato “un programma di digitalizzazione delle reti e dei processi aziendali e il lancio della Digital Factory nel quarto trimestre 2018″, riferisce una nota del gruppo.

Nel triennio, la società intende distribuire un dividendo pari al più alto tra due valori: l’importo risultante dalla cedola 2017 (0,208 euro) aumentata del 4% annuo e il Dps (dividend per share) equivalente al 60% dell’utile netto consolidato. “Confidiamo di fare meglio del 4% già da quest’anno”, ha detto Gallo in conference call, lasciando intendere che la crescita dell’utile potrebbe già dal 2018 garantire un dividendo maggiore rispetto alla crescita base del 4%. “La soddisfazione degli azionisti avverrà non solo col dividendo ma anche attraverso la creazione di valore all’interno dell’azienda”, ha poi commentato l’Ad.

A proposito delle prospettive per quest’anno, Italgas prevede “ricavi pari a 1,2 miliardi, con un Mol tra 810 e 830 milioni, una redditività degli asset superiore al 7% in termini di Ebit/Rab e una Rab consolidata (incluse le acquisizioni) di circa 6,2 miliardi a fine anno, a fronte di un leverage atteso di circa il 63% grazie alla significativa generazione di cassa”. Al 2024, invece, “grazie sia allo sviluppo organico sostenuto dal previsto piano di investimenti, che al completamento delle gare d’ambito, la Rab (incluso M&A e gare d’ambito) si prevede abbia raggiunto un livello di circa 8,4 miliardi di euro. Il Mol è atteso nell’ordine di 1,1 miliardi di euro, mentre il leverage è previsto essere inferiore al 60%”.

Subito dopo la presentazione del piano, a metà mattina il titolo in Borsa di Italgas è arrivato a perdere l’1,9%, a 4,772 euro (lo scorso 30 aprile aveva toccato il record storico a 5,36 euro). Si trattava in quel momento della peggiore performance di tutto il Ftse Mib, che negli stessi minuti viaggiava in rialzo dello 0,4%. Successivamente nel corso della giornata il titolo è stato in altalena: a metà giornata era riuscito a contenere le perdite, salvo poi chiudere di nuovo con una perdita superiore all’1%, sotto i 4,8 euro per azione. Nel mirino degli investitori, per quanto sia previsto in crescita, è finito proprio il dividendo: Equita aveva previsto una crescita del dividendo per azione del 5,4% come floor al 2024, contro il 4% annunciato dalla società. Ma “la dividend policy pur essendo meno generosa nel lungo termine riteniamo possa supportare il titolo”, avevano precisato gli analisti.

“Le priorità del piano industriale sono la crescita organica supportata da un robusto piano di investimenti, operazioni di M&A, miglioramento della competitività e della qualità del servizio reso ai clienti grazie anche ai programmi di innovazione tecnologica – ha commentato Paolo Gallo, amministratore delegato di Italgas – In questo contesto, assumono particolare rilievo il piano di installazione degli smart meters, che rappresentano il primo tassello del processo di digitalizzazione delle reti e che completeremo entro i primi mesi del 2020, nonché l’avvio entro la fine del 2018 della Digital Factory, che sarà il motore per la completa digitalizzazione dei processi aziendali. La solida struttura finanziaria ci permetterà di cogliere ulteriori opportunità di creazione di valore mantenendo le condizioni finanziarie coerenti con il nostro merito di credito”.

A proposito delle acquisizioni, Gallo ha poi aggiunto che “Italgas investirà altri 250 milioni di euro per aggiudicarsi entro la fine del 2019 ulteriori 180mila punti di riconsegna (RdP), 110mila entro quest’anno e 70mila il prossimo. Sono attualmente in corso di valutazione opportunità per acquisire ulteriori 180mila punti di riconsegna entro la fine del 2019, c’è ancora spazio per aumentare il nostro M&A. Abbiamo dimostrato la nostra capacità e continueremo a farlo: vogliamo rilevare altri piccoli operatori mantenendo sempre una disciplina finanziaria”. Tra il 2017 e il 2018 Italgas ha già rilevato sei società per un totale di 70mila punti di riconsegna gas, investendo circa 150 milioni. Per i 110mila del 2018 l’investimento previsto è di 250 milioni.

Su Toscana Energia, l’amministratore delegato di Italgas ha aggiunto che nei prossimi mesi ne è previsto il consolidamento. Oggi la società locale è posseduta al 48,8%, ma Italgas punta a “salire sopra il 50%, anche se bisogna trovare soggetti disponibili a vendere”. Il punto, secondo Gallo, è sfruttare la “posizione di vantaggio di Italgas”, che possiede il 34,4% dei contatori. “Grazie alla dimensione della rete e alla nostra presenza ovunque, possiamo raggiungere importanti economie di scala, mentre in Italia l’industria è molto frammentata, con il 21,9% dei contatori in mano a un numero ancora troppo elevato di operatori”.

Per quanto in diminuzione, gli operatori sono ancora molti: nel 2000 erano 730, nel 2016 erano 220. In questo contesto, secondo Gallo “il consolidamento è vantaggioso per tutti, per gli operatori, gli azionisti e i clienti finali”. Gallo prevede poi la conclusione delle 177 gare d’ambito (Atem) entro il 2023, ultimo anno del Piano”, mentre ci sarà molta attenzione sulla Sardegna, recente acquisizione di Italgas, “che ha aperto le porte per nuovi investimenti per contribuire alla metanizzazione della Regione. Il potenziale è molto alto e vogliamo giocare un ruolo significativo”.

La sfida delle gare d’ambito territoriali è divisa in tre cluster a seconda della presenza più o meno affermata, attualmente, di Italgas: “Il primo cluster – ha spiegato Gallo – è quello dove abbiamo una quota attuale di almeno il 75-80%, o anche del 100% come in Val d’Aosta. In quelle zone abbiamo una conoscenza della rete tale che ci consente di ambire a vincere tutte o quasi le gare. Poi c’è un cluster intermedio, nelle zone dove abbiamo una quota delle reti molto inferiori e dove pensiamo di vincere il 30-40% delle gare, e infine c’è il terzo cluster dove non siamo presenti e dove non parteciperemo alle gare. Anche perché ricordiamo che partecipare alle gare ha un costo significativo, sia in termini di risorse umane che di risorse economiche”.

Le gare d’ambito certe alle quali Italgas parteciperà sono una decina. “Tra rinvii e altro sono però solo tre quelle che dovrebbero andare in porto quest’anno e cioè la Valle d’Aosta, Massa e Torino centro. Ma noi riusciremo a crescere a prescindere dalle gare”, chiude Gallo.

Aggiornato alle ore 18 del 13 giugno 2018.

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