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Ita Airways-Lufthansa, si allungano i tempi per le nozze: l’Antitrust Ue chiede più “sacrifici”

L’offerta della compagna tedesca sugli slot italiani sembra non soddisfare l’Europa, aprendo la strada a un prolungamento delle valutazioni fino a giugno

Ita Airways-Lufthansa, si allungano i tempi per le nozze: l’Antitrust Ue chiede più “sacrifici”

La Commissione europea guarda con scetticismo alle proposte di Lufthansa, vale a dire cedere alcuni slot dagli aeroporti italiani (tra questi Milano-Linate) per ottenere l’approvazione al suo ingresso in Ita Airways, ritenendole insufficienti. Tanto da non sottoporle neanche alle valutazioni delle compagnie aeree concorrenti (Air France-Klm, Iag, Ryanair, easyJet, Wizz Air). Cosa succede adesso? È prematuro predire gli sviluppi futuri, soprattutto considerando che la situazione non è ancora ufficializzata, ma l’ok da Bruxelles potrebbe non arrivare prima di metà anno. Per Ita, in particolare, sorge la sfida di affrontare da sola la prossima stagione estiva, immersa in un contesto di concorrenza sempre più intensa e priva delle collaborazioni che hanno contribuito a rafforzare la presenza sul mercato della compagnia aerea italiana.

La proposta tedesca

Nel pacchetto di misure correttive inviato alla Direzione generale della Concorrenza dell’Ue lo scorso 8 gennaio, i tedeschi hanno offerto la cessione di alcuni slot a Milano Linate (dove ci sono sovrapposizioni su circa una mezza dozzina di rotte europee verso gli hub Lufthansa di Francoforte, Monaco, Zurigo e Vienna). Sembrerebbe, tuttavia, che Lufthansa non sia disposta a cedere nulla sul fronte delle rotte intercontinentali, le quali rappresentano le più redditizie e sono soggette ad accordi di joint venture con Air Canada e United Airlines, vettori extra Ue. L’antitrust europeo teme che la concorrenza venga compromessa, con un danno per i consumatori, anche se dietro i ritardi sul via libera ci sarebbero le pressioni di Air France.

Ita-Lufthansa: quando arriverà il via libera alle nozze?

La deadline della “fase 1” è fissata per il 29 gennaio, ma in molti non si aspettano buone notizie quel giorno. Già a dicembre il ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti aveva preannunciato la probabile estensione dell’indagine Ue: “Ci hanno fatto capire che si va alla cosiddetta fase due, quindi serviranno altri mesi di approfondimenti” aveva detto il ministro. A questo punto, ci stiamo avviando verso una fase di indagini supplementari (“la fase 2”) e una decisione che, seguendo i tempi necessari, non farebbe capolino prima del mese di giugno. Resta però da vedere se il verdetto finale sarà influenzato dalle elezioni del Parlamento europeo, potenzialmente ribaltando gli equilibri e mantenendo lo status quo per mesi a venire.

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