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Istat: inflazione marzo -0,1% su anno

Secondo l’istituto di statistica, l’indice dei prezzi al consumo a marzo risulta ancora in flessione rispetto al marzo 2014 ma i prezzi risalgono dello 0,1% a marzo rispetto a febbraio 2015 – Aumenta il debito delle Pa: nuovo record a febbraio – Entrate tributarie stabili nel primo bimestre.

Istat: inflazione marzo -0,1% su anno

Rimane il rischio deflazione in Italia? Secondo i dati riportati dall’Istat, a marzo l’indice dei prezzi al consumo ha registrato un aumento dello 0,1% su base mensile, contro la crescita dello 0,4% registrata a febbraio, e una diminuzione dello 0,1% su base annua. L’inflazione acquisita per il 2015 è pari a -0,1% (era -0,2% a febbraio).

Nonostante il Qe della Bce, il quadro italiano, dunque, rimane sostanzialmente deflattivo, per via del persistere debolezza della domanda e dal crollo del potere d’acquisto delle famiglie. Il calo tendenziale pesa, nuovamente, sul calo dei prezzi dei prodotti energetici, seppur più contenuto rispetto ai mesi scorsi, ed al rallentamento della crescita dei prezzi dei servizi.

La leggera crescita sul mese di febbraio, invece, è dovuta all‘energia (+3,9%), soprattutto per via dei netti rincari dei carburanti, che è stato compensato dalla diminuzione dei prezzi dei vegetali freschi (-3,1%).

Al netto degli alimentari non lavorati e dei beni energetici, l’inflazione di fondo scende a +0,4%(da +0,6% di febbraio); al netto dei soli beni energetici si porta a +0,6% (era +0,7% il mese precedente).

I prezzi dei prodotti ad alta frequenza di acquisto, il cosiddetto carrello della spesa è stato gonfiato dai rialzi dei carburanti, mostrando un aumento dello 0,4% in termini congiunturali ed una variazione nulla a livello tendenziale (era -0,5% il mese precedente).

Aumenta, invece, il debito delle Pa. Stando ai dati comunicati da Bankitalia nel Supplemento al Bollettino statistico sulla finanza pubblica, l’indebitamento delle pubbliche amministrazioni è aumentato a febbraio di 3,3 miliardi a 2.169,2 miliardi, il nuovo massimo storico (2.167,7 miliardi registrato nel luglio 2014).

Guardando ai sottosettori, il debito delle Amministrazioni centrali è aumentato di 3,7 miliardi, mentre quello delle Amministrazioni locali ha registrato una flessione di 0,4 miliardi e quello degli Enti di previdenza è rimasto sostanzialmente invariato.

“L’incremento del debito pubblico – si legge nel bollettino di Palazzo Koch – è stato inferiore al fabbisogno del mese (8,2 miliardi) grazie alla diminuzione di 3,6 miliardi delle disponibilita’ liquide del Tesoro (pari a fine febbraio a 79,1 miliardi) e all’effetto complessivo dell’emissione di titoli sopra la pari, del deprezzamento dell’euro e della rivalutazione dei titoli indicizzati all’inflazione (1,2 miliardi)”.

Sempre secondo il Bollettino statistico elaborato da Bankitalia, nei primi due mesi del 2015 le entrate tributarie contabilizzate nel bilancio dello Stato si sono attestate a quota 58 miliardi di euro, rimanendo sostanzialmente invariate rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

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