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Irpef, ecco le nuove detrazioni sui figli

Dal prossimo anno gli sconti passeranno da 800 a 980 euro per i figli con più di 3 anni e da 900 a 1.080 euro per quelli più piccoli – Grazie al meccanismo dei moltiplicatori, l’effetto fiscale sarà inversamente proporzionale al reddito complessivo dichiarato – Rimarranno però esclusi da questi benefici i cosiddetti incapienti.

Irpef, ecco le nuove detrazioni sui figli

Nella nuova versione della legge di stabilità c’è una buona notizia per le famiglie, soprattutto per quelle a basso reddito. Già dall’anno prossimo aumenteranno di 180 euro i valori base delle detrazioni Irpef sui figli a carico. In particolare, gli sconti passeranno da 800 a 980 euro per i figli con più di 3 anni e da 900 a 1.080 euro per quelli più piccoli. L’intervento vale 941 milioni nel 2013, 1.405 milioni nel 2014 e 1.265 nel 2015.

Ma non è finita. Chi guadagna meno è favorito ulteriormente dal meccanismo dei parametri previsto dal testo unico delle imposte sui redditi. In sostanza, i valori base vengono moltiplicati per una cifra che scende insieme al reddito. E i moltiplicatori cambiano a seconda del numero di figli, favorendo così le famiglie più numerose. In questo modo, l’effetto fiscale dei figli a carico diventa inversamente proporzionale al reddito complessivo dichiarato.

Veniamo ai numeri. Secondo calcoli del Sole 24 Ore, un nucleo familiare con reddito da 10mila euro e un figlio a carico che ha già compiuto tre anni ottiene uno sconto aggiuntivo sull’Irpef totale del 10,2%, mentre il beneficio scende al 3,4% con 20mila euro di reddito, all’1,7% con 30mila euro per avvicinarsi alla scomparsa per i redditi superiori. Se i figli sono due, e uno di questi ha meno di tre anni, i benefici si fanno più consistenti, e con loro diventa anche più marcata la concentrazione degli effetti sui redditi bassi. Con 10mila euro di reddito, l’Irpef da pagare diminuirà del 41,4%, scenderà del 8,2% con 20mila euro di reddito e così via, fino a offrire una differenza di poche decine di euro (0,1% del totale) se il reddito della famiglia è a 90mila euro.

C’è però un vizio di fondo: qualsiasi intervento sull’Irpef non porterà mai alcun beneficio alle fasce sociali più deboli in assoluto, i cosiddetti “incapienti”. Si tratta delle persone che hanno un reddito annuo inferiore agli 8.000 euro, rientrando così nella “no tax area”. I contribuenti più poveri sono già esentati dal pagamento dell’imposta e i nuovi sconti non incideranno affatto sul loro bilancio. Dal prossimo luglio, invece, la terza aliquota Iva salirà dal 21 al 22%. E il rincaro peserà davvero su tutti.  

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