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Intesa SanPaolo, nei primi nove mesi del 2021 l’utile vola a 4 miliardi (+28,7%)

La banca guidata da Carlo Messina archivia i primi nove mesi dell’anno centrando il target di redditività previsto per il 2021, in anticipo di un trimestre. Ok del cda all’acconto da 1,4 miliardi di dividendo sui risultati di quest’anno: sarà distribuito il 24 novembre

Intesa SanPaolo, nei primi nove mesi del 2021 l’utile vola a 4 miliardi (+28,7%)

Intesa Sanpaolo archivia i primi nove mesi dell’anno il target di redditività previsto per il 2021, in anticipo di un trimestre, con un utile pari a 4 miliardi di euro. La variazione è negativa del 37,2% (erano 6,37 i miliardi dei primi nove mesi del 2020) ma si dimostra in crescita del 28,7% rispetto a 3,112 milioni se si esclude il goodwill negativo provvisorio originato nel terzo trimestre 2020 dall’acquisizione di Ubi Banca. «Il miglior risultato netto del secondo trimestre di sempre e il miglior primo semestre dal 2008», ha detto  l’ad del gruppo Carlo Messina nel presentare i risultati alla comunità finanziaria. .

Il risultato netto è pari a 983 milioni di euro nel terzo trimestre 2021, sopra alle stime degli analisti che indicavano 798 milioni. Un risultato non confrontabile con i 3,8 miliardi dello stesso arco temporale del 2020 che includevano il goodwill negativo originato dall’acquisizione di Ubi Banca.

I proventi operativi netti sono in aumento del 3,4% rispetto ai primi nove mesi 2020, con commissioni nette salite che segnano un +11,5%. I costi operativi sono i diminuzione del 2,3% rispetto ai primi nove mesi del 2020 a 7,89 miliardi rispetto agli 8 miliardi del 2020 . Il cost/income è pari al 50,1% nel periodo gennaio/settembre 2021, tra i migliori nell’ambito delle principali banche europee.

Messina ha aggiunto che questi sono risultati che «ci mettono nelle condizioni di continuare ad avere successo» e di rivedere quindi al rialzo la previsione di utile. «Il nostro è un approccio conservativo e sostenibile. Non gestisco questa banca con una visione di breve, ma con una visione di medio-lungo termine», ha aggiunto. Intanto, per il 2022, un risultato netto a 5 miliardi «è il livello minimo».

La patrimonializzazione è elevata, largamente superiore ai requisiti normativi. Nel dettaglio, il coefficiente Cet1 al netto dei dividendi maturati si attesta al 14,3% in base ai criteri transitori in vigore nel 2021 (il dato pro forma a regime è pari al 15,1%). Valori che si ottengono deducendo dal capitale 1,9 miliardi di riserve distribuite nello scorso mese di ottobre e 2,8 miliardi di dividendi maturati nel primi nove mesi del 2021.

In materia di dividendi, in linea con il piano di impresa 2018-2021, si prevede la distribuzione di un ammontare cash corrispondente a un payout ratio pari al 70% dell’utile netto, in merito alla quale il cda ha deliberato un acconto di 1,4 miliardi di euro, pari a 0,0721 euro per azione, che sarà pagato il 24 novembre, con stacco cedola il 22.

Intanto Fideuram – Intesa Sanpaolo Private Banking, la Divisione Private Banking del Gruppo ISP che si focalizza principalmente sui segmenti di clientela Private e High Net Worth Individuals nei primi nove mesi del 2021 registra proventi operativi netti per 1,78 mld, +8,8% rispetto a 1,63 mld dei primi nove mesi 2020, pari a circa l’11% dei proventi operativi netti consolidati del gruppo (11% anche nei primi nove mesi 2020). A seguire, costi operativi per 652 milioni, +2,2% rispetto a 638 milioni dei primi nove mesi 2020; un risultato della gestione operativa di 1,1 mld, +13% rispetto a 999 milioni; un cost/income ratio al 36,6% rispetto al 39%; un ammontare complessivo di accantonamenti e rettifiche di valore nette pari a 28milioni, rispetto a 57 milioni; un risultato corrente lordo pari a 1,3 mld, rispetto a 948 milioni; un risultato netto pari a 862 milioni, rispetto a 635 milioni.

Infine, quanto alla vicenda Mps e al risiko bancario in Italia, ha precisato: «esisterà un terzo polo in mani pubbliche, bisognerà vedere se le altre banche avranno una ricomposizione tra di loro. In ogni caso, avere tre banche forti e dalle dimensioni significative è un valore per tutti». Ha ribadito: «il sistema bancario italiano è molto solido. Nel corso della pandemia e dopo, abbiamo monitarato con attenzione tutti i settori coinvolti nell’economia reale del paese. Il sistema è solido, i depositi delle imprese presso le banche lo dimostrano, la gran parte delle moratorie è stata fatta più che altro come back up». E ha concluso: «è difficile pensare che in media ci saranno problemi sul fronte del credito. Le misura del governo sono state corrette e hanno portato a ottimi risultati».

Il prossimo appuntamento per parlare dei risultati della banca sarà a febbraio 2022 quando Intesa Sanpaolo presenterà anche il prossimo piano di impresa.

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