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Inter e Atalanta, due sconfitte che danno una scossa alla classifica: ecco chi piange e chi sorride

Le sconfitte dell’Inter col Sassuolo e dell’Atalanta a Firenze sono un regalo a Milan e Juve, ma anche al Napoli, che battendo il Cagliari può andare in testa con i rossoneri

Inter e Atalanta, due sconfitte che danno una scossa alla classifica: ecco chi piange e chi sorride

L’Inter restituisce il favore al Milan, ma soprattutto regala al Napoli una clamorosa chance per andare in testa al campionato. Il clamoroso 0-2 con cui il Sassuolo ha sbancato San Siro regala un ulteriore colpo di scena a un fine settimana incredibile, con le prime due della classe incapaci di vincere e la terza pronta ad approfittarne. Questa sera a Cagliari (ore 19), nel primo dei due posticipi del lunedì (l’altro è Bologna-Spezia delle 20.45), gli azzurri avranno una grande opportunità per scavalcare l’Inter e agganciare il Milan, anche se è giusto ricordare che i nerazzurri hanno comunque una gara in meno.

Inter-Sassuolo 0-2, l’analisi

Risultato totalmente inatteso quello di San Siro, che fa il paio con quello di Salerno di sabato. Qui l’avversario era superiore, su questo non c’è dubbio, ma la squadra di Inzaghi non è riuscita a raccogliere nemmeno un punto, rendendo così molto meno amaro il passo falso del Milan. Il Sassuolo si conferma un implacabile ammazza-grandi, riuscendo nell’impresa di battere le milanesi e la Juve nella stessa stagione, per giunta a domicilio: all’elenco manca solo il Napoli, comunque fermato sul pareggio.

L’Inter ha avuto tante occasioni e, con un pizzico di precisione in più, avrebbe potuto evitare la sconfitta, ma lo 0-2 finale non si può spiegare solo così. Nel primo tempo, infatti, gli emiliani sono scesi in campo decisamente meglio, aggredendo alti e senza alcun timore reverenziale, proprio come voleva Dionisi. Il risultato è stato che Raspadori ha trovato il vantaggio dopo appena 8’, anche il gol nasce da un intervento al limite di Berardi su Calhanoglu: l’arbitro, ben posizionato, lo ha ritenuto regolare, eppure le immagini lasciano qualche dubbio.

L’Inter ha provato a reagire, ma il Sassuolo non s’è fatto intimorire e al 26’ è riuscito addirittura a raddoppiare con un colpo di testa di Scamacca, dopo una splendida azione di 32 secondi senza far toccare palla agli avversari, e quando Berardi ha centrato la traversa ad Handanovic battuto si è avuta la sensazione che i nerazzurri fossero alle corde.

Nella ripresa gli equilibri, com’era prevedibile, si sono ribaltati, anche perché Inzaghi ha inserito Dzeko e Dumfries, costringendo i neroverdi ad abbassarsi e Consigli a compiere veri e propri miracoli. A conti fatti però, senza voler sminuire il portiere del Sassuolo, si è trattato più che altro di gol sbagliati, con Lautaro incapace di segnare addirittura a porta vuota: il problema della rete, insomma, si conferma importante, così come l’incapacità di sostituire Brozovic, la cui assenza (era squalificato) è pesata tantissimo.

Sono molto arrabbiato per l’approccio, il Sassuolo aveva vinto qui con il Milan e poi con la Juve, una squadra che vuole vincere lo scudetto non può iniziare una partita in questo modo – ha tuonato Inzaghi in conferenza stampa – Dovevamo iniziare in modo diverso, analizzeremo con calma questa sconfitta. Il problema del gol? È un momento un po’ così, però siamo ancora il miglior attacco del campionato e torneremo a segnare. Siamo tutti lì in classifica, da adesso in poi ci saranno 13 finali”.

Cagliari-Napoli (ore 19): le formazioni

La partita di Cagliari diventa così la più importante dell’intero turno, perché può clamorosamente ribaltare la classifica del campionato. Il Napoli si trova così tra le mani una chance di quelle grosse, da non sbagliare per nessun motivo, altrimenti i passi falsi di Milan e Inter resterebbero impuniti, ma non per questo più facile. La trasferta in Sardegna presenta numerose insidie, anzitutto perché il Cagliari di Mazzarri è in grande crescita, come dimostrano i tre risultati utili consecutivi raccolti con Fiorentina, Atalanta ed Empoli, poi per via di un’inevitabile stanchezza figlia del match di Barcellona, peraltro prossimo avversario di giovedì.

“Guai a pensare che la partita sia semplice, se vogliamo puntare al massimo dobbiamo essere perfetti – ha ammonito Spalletti – Lo scudetto? Non ci poniamo limiti, pensiamo partita dopo partita, ma mi piacerebbe vivere 13 gioie di fila”.

Il Napoli, insomma, ci crede sul serio e ne ha ben donde: con le milanesi che scricchiolano non provarci sarebbe un delitto. Il tecnico azzurro però deve nuovamente fare i conti con gli infortuni che, uniti al calendario serrato, gli complicano decisamente la vita: questa sera, oltre ai già noti Lozano, Politano e Lobotka, mancheranno anche Anguissa e Insigne, alle prese con problemi muscolari.

Il 4-2-3-1 del Napoli vedrà così Ospina in porta, Di Lorenzo, Rrahmani, Koulibaly e Mario Rui in difesa, Demme e Fabian Ruiz a centrocampo, Elmas, Zielinski e Ounas alle spalle dell’unica punta Mertens, favorito su Osimhen e Petagna. Formazione d’ordinanza invece per Mazzarri, dunque 3-5-2 con Cragno tra i pali, Goldaniga, Ceppitelli e Altare nel reparto arretrato, Bellanova, Marin, Grassi, Dalbert e Lykogiannis in mediana, Pavoletti e Joao Pedro in attacco.

Fiorentina-Atalanta 1-0, Udinese-Lazio 1-1

La domenica di Serie A, oltre al pareggio in zona salvezza tra Venezia e Genoa (1-1), ha visto due risultati importanti in chiave Europa, che sorridono alla Fiorentina e…alla Juventus. La vittoria dei viola sull’Atalanta, infatti, lancia Italiano in piena lotta Champions, ma soprattutto fa un bel favore ad Allegri, che resta al quarto posto nonostante il passo falso col Torino. I bergamaschi invece non riescono a celebrare al meglio la nuova proprietà americana, anzi falliscono una partita molto importante, l’ennesima di questo sfortunato 2022. Al Franchi è andata in scena una gara molto equilibrata e meno spettacolare delle previsioni, decisa da un gol di Piatek (56’) e da un fischio molto discutibile della squadra arbitrale, che ha annullato un gol a Malinovskyi per un fuorigioco di Hateboer ritenuto attivo: scelta quantomeno opinabile (l’olandese non partecipa all’azione e non impedisce a Biraghi di tentare il salvataggio sull’ucraino), che ha fatto infuriare Gasperini, espulso e nuovamente in silenzio stampa.

La Lazio poteva approfittarne e scavalcare la Dea, andando a soli due punti dalla Juventus e dunque in piena lotta Champions, invece non è riuscita ad andare oltre al pareggio in quel di Udine, raccogliendo un punto che serve a poco. L’1-1 finale, peraltro in rimonta (Deulofeu aveva portato in vantaggio i friulani al 5’, Felipe Anderson ha pareggiato al 45’), conferma le difficoltà dei biancocelesti ogni qualvolta devono fare a meno di Immobile, unico attaccante di ruolo rimasto in rosa dopo il mercato invernale. Sarri, costretto a rinunciare pure a Luis Alberto, Leiva, Acerbi e Lazzari, non può pretendere molto di più, anzi porta a casa un punto che forse non servirà a tentare l’Europa maggiore, ma avrà comunque valenza per la classifica finale. Il resto avrebbe dovuto farlo la società, rimasta invece colpevolmente a guardare mentre gli altri si rinforzavano.

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