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Inquinamento: lotta al mercato illegale dei refrigeranti

Pochi controlli e convenienze economiche alimentano il mercato illegale dei gas nocivi. L’Ispra impegnato a favorire l’uso di sostanza alternative, non inquinanti.

Inquinamento: lotta al mercato illegale dei refrigeranti

Campioni di furbate e truffe anti ecologiche. Il giudizio sull’Italia, Paese europeo con il maggior numero di importazioni illegali di F-gas, è implacabile. Le sostanze per la refrigerazione e il condizionamento degli ambienti commerciali ed industriali – killer riconosciuti dell’atmosfera -continuano ad entrare nel nostro Paese in modo truffaldino. Acquistate in Rete tramite intermediari che riescono a sfuggire ai controlli. Lo rileva lo European Fluorocarbon Technical Committee (EFCT ). Delle 228 infrazioni rilevate dall’ente nei primi mesi di quest’anno, 42 sono avvenute in Italia. Una fetta consistente di un mercato nero milionario che prolifera in spregio allo specifico Regolamento europeo sull’utilizzo di questi gas.

L’European Fluorocarbon lancia, quindi, un appello per il bene del clima nella speranza di fermare il commercio clandestino e riportare chi alimenta il sistema al rispetto dei principi dell’Ue. In Italia a inizio febbraio c’è stato il sequestro di grandi quantità di gas fuori legge. Purtroppo, spiegano i tecnici, la complessità dovuta alle rotte di spedizione e ai mercati dei rivenditori rendono l’attività difficile da tracciare. 

Eppure il Regolamento condiviso in sede Ue, ha l’obiettivo di ridurre del 79% l’uso di gas fluorurati entro il 2030. Dieci anni di tempo per  trovare soluzioni alternative al raffrescamento di centri commerciali, uffici, grattacieli, strutture pubbliche. Per avere un’idea dei fabbisogni, nel 2012 l’Italia ha importato 10.600 tonnellate di F-gas. Una mazzata terribile per le nostre città, dato che sono state liberate nell’aria 25 milioni di tonnellate di CO2 equivalente. Poi è arrivato il Regolamento.

La convenienza economica del mercato illegale, opposta evidentemente alla tutela ambientale ed alla buona gestione degli impianti, rende complicata, ma non impossibile, la strada delle soluzioni positive alternative. Le macchine possono funzionare tranquillamente con refrigeranti naturali. Propano, butano, ammoniaca, hanno bassi impatti ambientali e non fanno scattare sanzioni. Di contro i refrigeranti in uso danneggiano l’ozono della stratosfera e mettono a rischio programmi di abbattimento delle emissioni su scala europea. Sono a base di refrigeranti che usano fluorite, con Cina e Messico leader mondiali in estrazioni e vendite. 

Il quadro legale  italiano, tuttavia, registra di positivo un’utile intesa tra Ministero dell’Ambiente e ISPRA per lo studio sulle alternative agli F- gas. È necessaria la collaborazione degli utilizzatori che – ha detto Diego Boeri, membro di EFCTC – alla fine possono sostenere inconsapevolmente organizzazioni criminali e vanificare gli sforzi per ridurre le emissioni di gas serra. Devono fare un po’ i conti con il business e l’etica d’impresa in ultima analisi. Perché può venire il dubbio che i comportamenti non sempre siano involontari. E dispiacerebbe.

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