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India e Pakistan sull’orlo della guerra: cosa sta succedendo tra le due potenze nucleari nel Kashmir

L’India ha colpito obiettivi in Pakistan con un attacco missilistico. La risposta è stata immediata. Sale la tensione tra due potenze nucleari, mentre il mondo teme un’escalation fuori controllo

India e Pakistan sull’orlo della guerra: cosa sta succedendo tra le due potenze nucleari nel Kashmir

Un’escalation armata tra India e Pakistan riaccende una delle faglie geopolitiche più pericolose al mondo. Dopo oltre vent’anni di relativa calma, il rischio di una guerra tra le due potenze nucleari torna a farsi concreto. E questa volta, la miccia potrebbe essere già stata accesa.

Nella notte tra martedì e mercoledì, l’India ha lanciato una serie di attacchi missilistici su obiettivi in territorio pakistano e nella porzione di Kashmir amministrata da Islamabad. L’operazione, battezzata Sindoor, ha colpito nove siti che, secondo il ministero della Difesa indiano, erano utilizzati “per pianificare attacchi terroristici contro l’India”. Nuova Delhi ha precisato di non aver preso di mira strutture militari, definendo l’azione “misurata, proporzionata e responsabile”.

La risposta pakistana non si è fatta attendere: colpi d’artiglieria hanno raggiunto diverse postazioni indiane lungo la Linea di Controllo (LoC), il confine de facto nel conteso Kashmir. Il bilancio è pesante: 30 morti in Pakistan (tra cui due bambine) e 8 in India. In totale, almeno 38 vittime civili in poche ore: è il più grave scontro armato tra i due Paesi degli ultimi due decenni.

Le origini della nuova crisi: l’attacco di Pahalgam

La scintilla che ha innescato l’escalation risale al 22 aprile, quando un attentato terroristico ha colpito la località di Pahalgam, nel Kashmir sotto controllo indiano, uccidendo 26 persone, di cui 25 cittadini indiani. Nuova Delhi attribuisce l’attacco a milizie jihadiste con base in Pakistan. Nonostante le pressioni internazionali, Islamabad non avrebbe adottato, secondo l’India, “alcuna misura significativa” per smantellare questi gruppi terroristici. Da qui l’attacco indiano alle strutture.

“Abbiamo agito per prevenire ulteriori attacchi come quello di Pahalgam”, ha dichiarato il sottosegretario agli Esteri indiano Vikram Misri, parlando di un’azione “preventiva e non provocatoria”.

Accuse incrociate e propaganda bellica

Il clima tra i due Paesi si è fatto incandescente. L’esercito indiano sostiene di aver “neutralizzato” diversi campi terroristici, Islamabad dichiara di aver abbattuto cinque jet militari indiani. Nuova Delhi non ha confermato la notizia, ma fonti pakistane parlano di almeno tre aerei precipitati in territorio indiano.

Sul fronte interno di Islamabad, la crisi ha già un impatto tangibile: scuole chiuse nella provincia pakistana del Punjab e nella capitale, voli deviati o cancellati da diverse compagnie, tra cui Korean Air, per evitare lo spazio aereo della regione.

Pakistan, per il primo ministro è un “atto di guerra”

Dura la reazione di Islamabad. Il primo ministro Shehbaz Sharif ha definito i raid “vigliacchi” e ha parlato di un’aggressione in piena regola. “L’India ha imposto la guerra al Pakistan e noi abbiamo il pieno diritto di reagire con forza. L’intera nazione è con le nostre forze armate”, ha scritto su X. E così le forze armate del Paese sono state “autorizzate a intraprendere azioni corrispondenti“.

“In conformità con l’articolo 51 della Carta delle Nazioni Unite, il Pakistan si riserva il diritto di rispondere, per legittima difesa, nel momento, nel luogo e nel modo che riterrà più opportuno, per vendicare la perdita di vite innocenti di pachistani e la palese violazione della sua sovranità”, ha aggiunto una dichiarazione dell’ufficio del primo ministro.

Il portavoce dell’esercito pakistano, il tenente generale Ahmed Sharif Chaudhry, ha denunciato attacchi su cinque località, inclusa una moschea nella città di Bahawalpur e una diga sul fiume Neelum. “Quali norme internazionali permettono di prendere di mira infrastrutture civili?”, ha domandato, parlando di violazioni del diritto internazionale.

Nonostante la tensione, in mattinata il ministro della Difesa pakistano ha lasciato aperto uno spiraglio alla de-escalation, affermando che Islamabad è pronta a interrompere le ostilità se l’India si asterrà da ulteriori attacchi.

Dal mondo appelli alla moderazione

La comunità internazionale osserva con crescente allarme. Il Segretario generale dell’Onu António Guterres ha esortato India e Pakistan a esercitare “massima moderazione”, ricordando che “il mondo non può permettersi uno scontro militare tra due potenze nucleari”.

Anche Washington è scesa in campo: il Segretario di Stato Marco Rubio ha parlato con i consiglieri per la sicurezza nazionale di entrambi i Paesi, chiedendo un rapido raffreddamento delle tensioni. Pechino, alleato storico di Islamabad, ha espresso “rammarico” per l’azione indiana, offrendosi come mediatore. Appelli simili sono arrivati da Parigi e Mosca: il ministro francese Jean-Noël Barrot ha riconosciuto il diritto all’autodifesa contro il terrorismo, ma ha chiesto di evitare ulteriori escalation; il Cremlino ha auspicato “una soluzione diplomatica prima che la situazione diventi irreversibile”.

Il fragile equilibrio tra India e Pakistan

Gli analisti temono che l’ennesima crisi indo-pakistana possa sfuggire al controllo. “Storicamente, entrambe le parti hanno evitato di oltrepassare una certa soglia di escalation”, ha spiegato Rajeswari Pillai Rajagopalan dell’Australian Strategic Policy Institute. “Ma stavolta il rischio che qualcosa vada storto è reale”.

India e Pakistan sono nemici storici sin dalla loro separazione nel 1947. Il Kashmir, a maggioranza musulmana ma amministrato per lo più da Nuova Delhi, è la ferita aperta della regione. La revoca dell’autonomia speciale del Jammu e Kashmir nel 2019 ha esacerbato le tensioni, portando alla rottura delle relazioni diplomatiche e alla sospensione del trattato sull’acqua dell’Indo.

Oggi, con una retorica sempre più infiammata, una linea di controllo pesantemente militarizzata e opinioni pubbliche sempre più polarizzate, il timore è che il fragile equilibrio tra India e Pakistan possa definitivamente spezzarsi. Due potenze nucleari che si fronteggiano a colpi di artiglieria, in una delle regioni più densamente popolate del pianeta, rendono lo scenario ancora più allarmante. Dopo anni di crescita economica e relativa stabilità, l’Asia rischia ora di trasformarsi nel nuovo epicentro di una guerra potenzialmente devastante.

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