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In Giappone il Pil crolla, ma la Cina protegge il Toro in Borsa

Forte frenata dell’economia giapponese, che perde il il 6,3% su base annua – L’abbondante liquidità sorregge però le Borse cinesi – Oggi Wall Street è chiusa – A Milano riflettori accesi sul nuovo piano industriale di Ubi

In Giappone il Pil crolla, ma la Cina protegge il Toro in Borsa

Dopo la Germania, il Giappone. Anche Tokyo ha annunciato stamane una sensibile frenata dell’economia: – 6,3% su base annua, molto di più delle previsioni già pessimistiche (-3,55%). Nel quarto trimestre del 2019, il calo sequenziale è stato dell’1%, contro il -1,6% atteso dal consensus, un drastico cambio di trend dopo il +0,4% del terzo trimestre.

La notizia ha frenato la Borsa di Tokyo, sotto dello 0,8%, ma non gli altri mercati asiatici. Le piazze cinesi, in particolare, aprono in terreno positivo sotto la spinta di nuova liquidità ed altri stimoli annunciati dal ministero delle Finanze. L’indice Shanghai Composite si porta a 2.955 punti, venti in meno della chiusura del 23 gennaio, l’ultimo giorno prima della lunga chiusura per le feste del Capodanno cinese, nel corso del quale ci fu lo scoppio dell’epidemia nel distretto di Hubei.

Le Borse di Singapore, di Sidney e di Seul sono sulla parità, quella di Taipei in calo dello 0,3%. Sale dello 0,4% l’indice Hang Seng di Hong Kong.

L’epidemia del coronavirus resta al centro delle preoccupazioni generali. I contagiati hanno superato domenica quota 70 mila. E dopo dodici giorni di calo, il numero dei contagiati a Wuhan è tornato a salire (2.048 contro 2.009).

Cresce intanto la preoccupazione per l’economia: nonostante le rassicurazioni di Pechino, la macchina della seconda economia del pianeta si muove a stento; secondo Jefferies, non si tornerà alla normalità prima della fine di marzo, con effetti devastanti sul Pil del primo trimestre. E si moltiplicano le critiche alla gestione iniziale dell’emergenza. Un articolo del Qiushi, organo ufficiale del partito, ha rivelato che le prime notizie sul virus erano note a Xi Jingping già il 7 gennaio, 13 giorni prima dell’allarme ufficiale: il leader, che in questi giorni ha accusato le autorità locali di aver sottovalutato la malattia, dunque sapeva.

Lo yuan cinese si rafforza, dopo tre giorni in flessione, con il cross su dollaro a 6,976.

Il petrolio Brent è in lieve ribasso a 57,3 dollari, dopo 4 giorni consecutivi di rialzo, la scorsa settimana il greggio del Mare del Nord ha guadagnato il 5,2%.

Euro-dollaro in lievissimo recupero, oro poco mosso.

Ai mercati mancherà oggi la spinta di Wall Street, oggi chiusa per il President’s Day, che priverà i mercati del punto di riferimento più robusto, visti i recenti record. I futures segnalano un’apertura in lieve rialzo per i listini europei e i mini futures Usa.

Mercoledì verranno pubblicati i verbali dell’ultima riunione della Fed. Nello stesso giorno Michael Bloomberg farà l’esordio ufficiale nella gara per la nomination a sfidante di Donald Trump, partecipando al confronto in tv con gli altri candidati.

In Europa tengono banco le discussioni dell’Eurogruppo in vista della riunione del Consiglio Europeo di giovedì in cui si parlerà del nuovo budget, orfano dei contributi del Regno Unito. La proposta della Commissione è di un prelievo pari all’1,07% del Pil dei singoli Paesi, inferiore alle richieste del Parlamento (1,3%) ma assai più alto di quanto l’Austria o l’Olanda si sono detto disponibili a pagare. Si profila un aspro confronto, cui non gioverà di sicuro la frenata dell’economia tedesca. Dopo la conferma della stagnazione, assume un valore particolare l’indice Zew, in uscita domani.

Venerdì i dati Pmi daranno la misura dell’impatto del coronavirus sulla crescita europea.

Da seguire anche le prime mosse di Rishi Sunak, il nuovo Cancelliere dello Scacchiere, cui Boris Johnson potrebbe chiedere una svolta espansiva con forti investimenti nelle infrastrutture e nelle aree più depresse. La Cina si è offerta di contribuire alla costruzione della linea dell’alta velocità britannica.

Lo scenario internazionale prevede anche sabato e domenica il G20 dei ministri delle Finanze a Riyad, sede assai contestata per l’assenza di democrazia nella monarchia più autocratica del pianeta.

Nel fine settimana si terranno intanto le elezioni in Iran, occasione per testare la stabilità politica dell’altro Paese chiave per il mercato del greggio.

Il calendario italiano prevede l’approvazione finale del Milleproroghe, per mercoledì, mentre invece l’esame del dl sul taglio del cuneo fiscale, entra nel vivo con il consueto giro di audizioni.

Sul fonte societario da seguire la conferenze call di Ubi.

L’evento societario più atteso in settimana in Usa è la presentazione dei conti di Wal-Mart.

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