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In finanza lo yuan supera l’euro e si attesta seconda moneta mondiale

La moneta cinese supera l’euro nelle operazioni finanziarie – Lo yuan registra una quota dell’8.66% delle lettere di credito e affini, rispetto al 6,64% dell’euro – Vari i Paesi interessati ad avere come controparte la Cina

In finanza lo yuan supera l’euro e si attesta seconda moneta mondiale

E’ una potenza sempre più forte e presente quella cinese nelle relazioni commerciali internazionali. A confermarlo sono le rilevazioni della Society for Worldwide Interbank Financial Telecommunication (Swift), secondo la quale lo yuan cinese ha sorpassato l’euro e nel 2013 si appresta a divenire la seconda moneta più utilizzata – dopo il dollaro – per l’attività di “trade finance”, il finanziamento commerciale. 

Il trade finance include tutte quelle operazioni che vanno dalle lettere di credito alla presentazione di documentazione che il venditore trasmette – attraverso la propria banca – all’importatore in relazione all’effettiva esportazione di beni, ossia tutti quei processi di tipo finanziario ed assicurativo che servono alle imprese che operano all’estero per offrire garanzie sui pagamenti e la circolazione delle merci. 

Secondo gli ultimi dati di Bloomberg, appunto, la moneta cinese, ad ottobre, ha registrato una quota dell’8.66% delle lettere di credito e affini, rispetto al 6,64% dell’euro. Ad utilizzare maggiormente lo yuan nel trade finance sarebbero Cina, Hong Kong, Singapore, Germania e Australia. La ripresa è importante se si considera che nel gennaio 2012 la quota di yuan era ferma all’1,89% , mentre l’euro si attestava al 7,87%.

“Gli esportatori stranieri utilizzano il renminbi più come moneta di riferimento per i contratti commerciali, per aumentare l’attrattività e la competitività dei prodotti o servizi venduti alla Cina”, ha commentato Cynthia Wong, capo per Singapore e Hong Kong a Société Générale. 

Pechino è alla ricerca di un ruolo maggiore per la propria moneta nel commercio mondiale e nel panorama degli investimenti, mentre il governo ha allentato il controllo sui cambi e sul costo del denaro. La stessa Banca popolare cinese ha eliminato come priorità l’incremento delle proprie riserve valutarie, che alla fine di settembre mettevano insieme una cifra record di 3.660 miliardi dollari.

Se si osserva il sistema dei pagamenti globali, la valuta cinese resta al dodicesimo posto nella graduatoria delle operazioni, con una crescita dell’1,5% contro il +4,6% registrato dalle altre valute in media. Tuttavia, guardando il controvalore delle transazioni giornaliere, secondo i dati della Banca dei Regolamenti Internazionali, lo yuan è salito a 120 miliardi di dollari ad aprile contro i 34 miliardi che si vedevano nel 2010. 

L’interesse ad avere come controparte la moneta cinese è testimoniato anche dall’accordo raggiunto tra Cina e Regno Unito, che inizieranno la negoziazione diretta tra lo yuan e la sterlina britannica. Seguiranno Giappone, Australia e Singapore. La Bce, invece, ha già raggiunto l’accordo con Pechino che stabilisce una linea bilaterale di currency swap da 350 miliardi di yuan.

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