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In Borsa giornata di realizzi, solo Ubi tiene alta la testa

Clima prefestivo sui listini europei, manca la spinta propulsiva di Wall Street – A Milano brilla Ubi e tiene Stm – Spread di nuovo sopra 170

In Borsa giornata di realizzi, solo Ubi tiene alta la testa

Listini deboli in Europa, complici le prese di beneficio dopo il rally di ieri e l’assenza di Wall Street, chiusa per festività. Francoforte perde lo 0,74%; Parigi -0,84%; Madrid -1,22%; Londra -1,38%.

Piazza Affari archivia la seduta con un calo dello 0,81%, a 19.726 punti base. Non si appanna però la buona stella di Ubi Banca, +2,5%, boccone ambito da Intesa (-0,34%), ma non ancora cotto a puntino. Il cda dell’istituto bergamasco boccia infatti ufficialmente e all’unanimità, perché “non concordata” e “non conveniente” per gli azionisti, l’offerta pubblica di scambio promossa da Intesa, il cui vero scopo sarebbe “l’eliminazione di un concorrente” in Italia. La partita, ancora tutta da giocare, parte lunedì, intanto Ubi aggiorna il piano al 2022: l’utile stimato scende a 562 milioni dai 665 milioni previsti a febbraio. Per quanto riguarda i dividendi, il capitale in eccesso distribuibile rispetto a una soglia minima di CET1 del 12,5% ammonta per il triennio 2020-2022 a circa 840 milioni di euro, equivalenti a un totale cumulato di oltre 73 centesimi per azione nel periodo. Le cedole insomma cresceranno di circa 330 milioni rispetto a quanto annunciato pochi mesi fa.

Nel resto del listino registrano timidi rialzi Stm +0,87%, Recordati +0,24%, Banca Generali +0,22%.

Rosso acceso invece per Pirelli -2,93%, Banca Mediolanum -2,43%, Moncler -2,17%, Leonardo -2,14%. Negative Fiat Chrysler -1,10% e la controllante Exor -0,97%. Il gruppo automobilistico ha ribadito che i termini dell’accordo di fusione con Psa rimangono invariati ma secondo Il Sole 24 Ore si starebbero considerando opzioni per ridurre la parte in cash della maxi-cedola da 5,5 miliardi di euro prevista dal piano di integrazione coi francesi.

Si riaccende moderatamente lo spread: 172 punti base (+2,87%), con un tasso del Btp decennale dell’1,26%. A creare qualche nervosismo sono indiscrezioni stampa su una spaccatura nel  board della Bce, fra governatori del nord e quelli del sud e il protrarsi delle ostilità dei paesi frugali sull’attuale proposta di Recovery Plan nella Ue. Il primo ministro olandese Mark Rutte dice che non ha fretta e non sente l’esigenza di un accordo nella riunione del 17 luglio. 

In tema i titoli di Stato, oggi il ministero dell’economia e delle finanze italiano ha reso noto i tassi cedolari minimi garantiti del nuovo Btp Futura e sono: 1,15% dal primo al quarto anno; 1,30% dal quinto al settimo anno; 1,45% dall’ottavo al decimo anno I tassi cedolari definitivi saranno annunciati alla chiusura del collocamento, e non potranno essere inferiori ai tassi cedolari minimi garantiti. Inoltre, il tasso cedolare dei primi 4 anni resterà invariato, mentre in base alle condizioni di mercato potranno essere rivisti a rialzo solo i tassi successivi al primo.

Sul mercato valutario l’euro-dollaro è poco mosso, anche a causa della festa americana, intorno a 1,124.

Fra le materie prime l’oro è stabile attorno a 1787 dollari l’oncia. Debolezza per il petrolio, tipo Brent: -0,95%, 42,73 dollari al barile.

Si continua insomma a oscillare fra ottimismo e pessimismo, scossi come canne al vento dai dati sulla pandemia e da quelli macroeconomici, Sul primo fronte c’è abbastanza sconforto, visti i dati record negli Usa. In Italia risale intanto il tasso di contagiosità in Veneto, il cosiddetto Rt, che arriva a 1,63 (dopo essere sceso fino a 0,43). In ambito macro invece, dopo la bella sorpresa dei dati sull’occupazione Usa di ieri, oggi è la Cina a mandare un ottimo segnale. L’indice Caixin servizi si è portato al top da 10 anni: 58,4 punti, si tratta della lettura più alta dal 2010, dopo i 55 di maggio. Anche nella zona euro si registra un’impennata, ma restando sotto alla soglia di 50 che separa contrazione ed espansione. L’indice Pmi composito (servizi+manifatturiero) dell’Eurozona rimbalza a 48,5 punti a giugno dai 31,9 punti di maggio, il livello più alto da 4 mesi a questa parte. In Italia, il Pmi dei servizi a giugno balza da 28,9 a 46,4 punti, anche in questo caso però si reta ancora poco sotto la linea di galleggiamento.

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