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In Borsa effetto Georgia: l’Europa corre con le banche, il Nasdaq frena

La vittoria Dem in Georgia avvia la grande rotazione in Borsa: frena l’high tech, salgono i ciclici e le banche – E in Europa vola Londra ma anche Piazza Affari va molto bene (+2,4%) con Buzzi (costruzioni), banche e petroliferi sugli scudi – Nuovo exploit di Mps e record di capitalizzazione dell’Enel che si conferma prima azienda nel mercato italiano e prima utility in Europa

In Borsa effetto Georgia: l’Europa corre con le banche, il Nasdaq frena

Borse euforiche in Europa quest’oggi, con Londra che guida i rialzi e chiude con il botto, +3,45%. Toniche le Piazze della zona euro, nel giorno in cui l’Ema ha dato il via libera al vaccino anti-Covid di Moderna: Milano sale del 2,4% a 22.734 punti; Francoforte +1,72%; Parigi +1,19%; Madrid +3,11%. Wall Street, dopo un avvio contrastato, si muove in netto progresso. Il Dow Jones guadagna l‘1,5% e persino il Nasdaq (+0,3%) si adegua al clima di generale ottimismo. Sugli spalti si guarda ancora alla partita tra Repubblicani e Democratici in Georgia per il Senato, ma il risultato ormai si sta palesando e a quanto pare i democratici hanno conquistato gli ultimi due seggi, utili per dare loro una maggioranza seppur risicata.

L’esito, lungi dal mettere in moto una fuga dall’azionario, ha innescato piuttosto una rotazione sui titoli, favorendo banche e costruzioni, con gli investitori che puntano su nuovi aiuti economici a vantaggio delle società dei settori più in difficoltà nel 2020. Frenano Facebook, Apple, Amazon, Netflix, Google, nella prospettiva di una regolamentazione più stringente per il settore tech, ma senza panico. Corre Tesla. Per quanto riguarda i titoli di Stato, il rendimento dei T-Bond decennali torna sopra l’1%, tasso che non si vedeva da marzo scorso, mentre il dollaro resta debole. Poco mosso l’euro-dollaro, a 1,228, mentre la moneta unica sale contro la sterlina a 0,904 (+0,2%).

A dare sprint ai listini contribuiscono inoltre i titoli petroliferi, dopo l’accordo raggiunto dall’Opec+ e soprattutto grazie alla sorpresa dell’Arabia Saudita che ha deciso di tagliare su base volontaria la propria produzione di 1 milione di barili al giorno sia in febbraio sia in marzo. Per il resto l’accordo annunciato ieri, dopo 48 ore di negoziati, prevede il mantenimento dei livelli di produzione di gennaio per febbraio e marzo per tutti i paesi Opec e produttori indipendenti a eccezione di Russia e Kazakhstan che potranno aumentare leggermente i loro livelli di estrazione, ma solo per far fronte ai rigori dell’inverno. Il Brent supera di slancio i 54 dollari al barile, con un rialzo di quasi il 2%. La propensione al rischio pesa invece sull’oro e il future febbraio 2021 lascia sul terreno oltre il 2% e scambia intorno a 1908,50 dollari l’oncia.

In Piazza Affari va in orbita Buzzi +7,96% che festeggia, con il settore delle costruzioni in Europa, la possibilità di maggiori investimenti nelle infrastrutture Usa. Cnh si apprezza del 6,64%, spinta dalle indiscrezioni stampa sulla ripresa dei colloqui con la cinese Faw per la possibile vendita di Iveco.

Fuochi d’artificio anche per le banche: Unicredit +6,09% è regina del settore, con l’intensificarsi delle notizie intorno al possibile matrimonio con Mps, +3,65%. Fonti Reuters riferiscono che sarebbe allo studio una cessione di crediti non-performing per un valore nominale di 14 miliardi dalla seconda banca italiana ad Amco. L’asset manager guidato da Marina Natale rileverebbe il sostanzioso pacchetto di crediti deteriorati da Unicredit ma anche dei crediti ‘high risk’, a forte rischio di deterioramento, da Mps. La misura sarebbe allo studio nell’ambito di un pacchetto di incentivi che il Tesoro e gli adviser BofA e Orrick stanno vagliando per poter intavolare un negoziato con Unicredit per la cessione della quota del 64% detenuta nella banca toscana. In scia banco Bpm +5,68% e Bper +5,33%.

Mediobanca sale del 3,79%, all’indomani della notizia che la Delfin, holding che fa capo a Leonardo del Vecchio, ha acquistato acquistato 8,16 milioni di azioni dell’istituto di Piazzetta Cuccia, pari a circa lo 0,919% del capitale, arrivando a detenere poco meno del 12% del capitale. In denaro i titoli energetici: Enel +6,36%, che ha stabilito il nuovo record di capitalizzazione superando i 90 miliardi di euro; Tenaris +5,35%; Saipem +5%. Fra gli assicurativi: Generali +4,2%. Nella top ten quotidiana Telecom +4,18%.

Risultano penalizzati invece i titoli del settore farmaceutico: Diasorin -3,98%; Recordati -3,54%. Male Inwit -3,41%. Chiude in rosso Fiat -2,1%, a due giorni dal via libera alla fusione con Peugeot e in attesa del debutto sui listini del nuovo gruppo Stellantis, il 18 gennaio a Milano e Parigi e il 19 a New York. Positivo l’obbligazionario: lo spread fra Btp decennale e Bund di pari durata scende a 108 punti base (-2,25%); il tasso del titolo italiano è in lieve crescita a +0,53%.

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