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In Borsa ancora sotto tiro i bancari

Il comparto finanziario continua a essere il più debole a Milano e nel resto dell’Europa a causa della crisi greca – Perdono Unicredit e Mps, ma la Ue promuove i cashes – In terreno positivo, invece, Campari e Luxottica – Piace al mercato l’ultimatum di A2A a Tremonti

In Borsa ancora sotto tiro i bancari

L’EURO PER LA PRIMA VOLTA SOTTO 1,20 SUL FRANCO

Partenza in negativo per tutti i listini europei. La Borsa di Milano,ha  accusato un calo dell’1,10%, che ha schiacciato l’Ftse/Mib a 19.680 punti, nuovo minimo del 2011. Ma anche le altre principali Borse europee hanno aperto i battenti con il segno meno:  giù il Ftse100 a 5.696 punti, mentre il Cac 40 perde l’1,56% a 3.767,6 punti. Partenza in flessione anche per il Dax che lascia sul parterre circa lo 1,12 % a 7.064,2 punti.

Insomma, gli elementi ci sono tutti per una giornata in rosso, sull’onda dei crescenti timori per la crisi del debito greco che pesa sulle sorti del’euro, scambiato a 1,412 contro dollaro e scivolato, per la prima volta nella storia, sotto 1,20 contro il franco svizzero.  “Come previsto, l’euro sta iniziando a subire i contraccolpi dello stallo politico europeo sul rebus greco e, dopo avere rotto al ribasso due livelli importanti, ora dovrà affrontare il test di 1,40 dollari”, è il commento di Michael Hewson, analista di CMC Markets nel Forex Morning Comment.

CRISI GRECA. OGGI IL VOTO DI FIDUCIA PER IL GOVERNO PAPANDREOU

WELLINK (BCE): IL FONDO DI SALVATAGGIO VA PORTATO A 1.500 MILIARDI

In tensione anche i bond. Lo spread tra Btp decennale e Bund tedesco (considerato sicuro) è balzato sui massimi dell’anno oltre 200 punti base, ma per effetto della straordinaria forza del derivato tedesco il rendimento del decennale italiano rimane intorno ai livelli di metà maggio al 4,92%.

Un alto dirigente del Fondo Monetario Internazionale, il cinese Zhu Min, ha affermato stamattina di essere “molto preoccupato” per la Grecia aggiungendo che la situazione è cambiata, in peggio, nelle ultime 24 ore

Uno dei protagonisti è senz’altro il premier e leader socialista greco, George Papandreou, che sta tentando il tutto per tutto. La crisi economica e quella politica si stanno sempre più mescolando. La giornata di ieri è stata febbrile, con  gli sconti e le violente proteste in corso ad Atene contro il piano di austerity: prima la notizia delle sue imminenti dimissioni, poi il dietro-front e l’annuncio di un rimpasto di Governo e infine la decisione di chiedere oggi il voto di fiducia in parlamento. L’opposizione parla, invece, di elezioni anticipate.

In uno scenario sempre più difficile sono arrivate a fare da zavorra anche le dichiarazioni del Governatore della banca olandese e membro del board della Bce, Nout Wellink. Nel corso di un’intervista all’Het Financieele Dagblad il banchiere europeo ha parlato della necessità di un rafforzamento del fondo europeo di salvataggio che dovrebbe essere raddoppiato a 1.500 miliardi di euro.

In tensione anche i bond. Lo spread tra Btp decennale e Bund tedesco (considerato sicuro) è balzato sui massimi dell’anno a 195 punti base, ma per effetto della straordinaria forza del derivato tedesco il rendimento del decennale italiano rimane intorno ai livelli di metà maggio al 4,88%. il differenziale tra Spagna e Germania segna 269 pb, in aumento di 9 pb, mentre quello tra Grecia e Germania è a 1541 pb, in aumento di 30 pb.

Il mercato è anche influenzato dalla vicinanza delle importanti scadenze tecniche del trimestre e della fine del primo semestre che inevitabilmente portano a “stressare” le tendenze in atto sia sulla moneta elvetica che sul Bund tedesco,.

VIA LIBERA DI OSBORNE ALLA RIFORMA DELLE BANCHE INGLESI

VERSO REQUISITI PATRIMONIALI PIU’ ALTI DEI PARAMETRI DI BASILEA 3

Il Governo inglese avrebbe dato il via libera al progetto di riforma del sistema bancario che prevederebbe la separazione della banca retail dalla banca d’investimento. Le banche retail dovrebbero essere separate e meglio capitalizzate a tutela dei servizi essenziali (indice di patrimonializzazione al 10%).

In realtà non si procederebbe alla creazione di banche diverse ma sarebbe molto più definita la separazione tra le attività investment banking e retail all’interno di una stessa banca con requisiti patrimoniali per le diverse attività.

Tale proposta, se dovesse passare, potrebbe mettere sotto pressione altri Paesi e spingerli ad alzare i requisiti patrimoniali delle banche ben al di sopra di quanto richiesto da Basilea III (indice di patrimonializzazione al 7%).

CONTINUA IL TIRO AL BERSAGLIO CONTRO LE BANCHE

IN CALO ANCHE UNICREDIT. MA LA UE PROMUOVE I CASHES

Nel mirino delle vendite restano, al solito, le banche. Intesa (-2,6%) paga in particolare l’etichetta di banca di sistema, cioè la più esposta al richio Paese nonostante il felice esito della recente iniezione di capitale che mette l’istituto al riparo da brutte sorprese. Sul fronte dei paramentri patrimoniali sembra che sia Banca d’Italia che l’Eba, la European Banking Association che sovrintende agli stress test bancari siano intenzionati ad assimiliare i cashes emessi da Unicredit come capitale azionario, senza modificare i parametri di remunerazione (come chiedono le fondazioni azioniste). L’istituto, comunque, resta sotto tiro sul listino (-4%) come del resto le altre banche, compresa Monte Paschi (-3,7%), ormai alla vigilia del suo aumento di capitale.

Una nota di Equita sim esamina il caso di Bpm arrivando ad una conclusione: il partner ideale resta Bper, sulla falsariga del tentato matrimonio di alcuni anni fa.
“Secondo noi – si legge nel report – la Popolare di Milano è in una situazione di criticità non tanto per i rilievi di Bankitalia, quanto perché l’entità dell’aumento di capitale e il sentiment negativo sul settore aumentano l’execution risk dell’operazione”. Guardando i numeri, l’operazione non si preannuncia certo una passeggiata: alla chiusura di ieri, Bpm capitalizzava in Borsa 674 milioni di euro e le nuove azioni emesse saranno circa tre volte di più di quelle attualmente in circolazione. Dopo aver analizzato l’impatto di una fusione con Banco Popolare, Ubi Banca e Banca Popolare dell’Emilia Romagna, Equita è arrivata a ipotizzare che “la Bper è la principale candidata alla fusione con Bpm in quanto, con una partecipazione all’assemblea di oltre 30 mila soci, potrebbe definitivamente relegare i sindacati in minoranza”. Inoltre, spiega il broker per rafforzare la sua view, “in un deal con Bper, gli azionisti di piazza Meda avrebbero il maggior impatto positivo e l’operazione avrebbe molto senso anche dal punto di vista industriale per entrambe le banche”. A Piazza Affari il titolo Bpm cede il 2,35% a 1,574 euro e Equita ha tagliato il target price a 2,2 da 2,5 euro “per tener conto della diluizione dell’aumento di capitale, che è maggiore quanto più il titolo scende in Borsa”.

IN TERRENO POSITIVO CAMPARI E LUXOTTICA

PIACE AL MERCATO L’ULTIMATUM DI A2A A TREMONTI

Per ora dall’ondata di vendite tra le blue chip si salvano solo Campari (+0,3%),  Luxottica e Snam (+0,1%). Intanto A2A sale dello 0,9% a 0,8225 euro in controtendenza rispetto al mercato. Le negoziazioni tra i soci italiani guidati da A2a e i francesi di Edf dovrebbero entrare nel vivo nelle prossime settimane e potrebbero concludersi, almeno questo sarebbe l’auspicio degli italiani, entro l’estate. La base delle nuove trattative sarebbe l’accordo trovato a marzo poi bloccato dal ministro dell’Economia Giulio Tremonti.

Sul tavolo, inoltre, ci sarebbe anche il marchio Edison. Secondo quanto riporta Mf il presidente del cdg Giuliano Zuccoli sarebbe pronto a chiedere che ai soci italiani e in particolare ad A2a venga riconosciuto il diritto di utilizzare il brand Edison. L’operazione avrebbe il vantaggio di tenere in Italia un nome storico dell’industria e, in un secondo momento, cederlo ad A2a.

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