Condividi

Imu-Tasi 2019: prima scadenza a giugno, poi la stangata (VIDEO)

Il Governo ha ridato ai Comuni la possibilità di alzare le aliquote delle tasse sulla casa – Gli effetti non si sentiranno sulla prima rata in arrivo, ma solo sul saldo – Non cambia nulla nei centri (come le grandi città) dove le soglie sono già al livello massimo

Imu e Tasi tornano anche nel 2019, ma stavolta c’è una brutta sorpresa. In questi giorni milioni di italiani sono chiamati a versare la prima rata delle tasse sulla casa, in scadenza il 17 giugno. Per l’acconto non cambia nulla: a meno che il patrimonio immobiliare non abbia subito modifiche rispetto all’anno scorso, si paga esattamente la stessa cifra versata 12 mesi fa, cioè la metà di quanto dovuto nel 2018. I guai potrebbero arrivare con la seconda rata, in scadenza a dicembre.

NEL 2019 I COMUNI POSSONO ALZARE LE ALIQUOTE DI IMU E TASI…

Con la legge di Bilancio 2019 il governo gialloverde ha restituito ai Comuni la possibilità di alzare le aliquote dell’Imu e della Tasi (oltre che dell’addizionale Irpef). A sorpresa, infatti, l’ultima manovra non conteneva la proroga del blocco di queste percentuali, in vigore da alcuni anni.

I Comuni hanno tempo fino al 28 ottobre per stabilire le nuove aliquote Imu e Tasi 2019 ed è probabile che molte amministrazioni sceglieranno di fare cassa ritoccando le soglie verso l’alto. Questa possibilità non è concessa a tutti, ma solo ai centri dove le aliquote non sono già al livello massimo.

…MA NON DOVE SONO GIÀ AL MASSIMO, COME NELLE GRANDI CITTÀ

Già, ma qual è il livello massimo? Il ministero dell’Economia spiega sul proprio sito che “la somma delle aliquote della Tasi e dell’Imu per ciascuna tipologia di immobile non deve essere superiore all’aliquota massima consentita dalla legge statale per l’Imu al 31 dicembre 2013”, vale a dire il 6 per mille (pari allo 0,6 per cento) sull’abitazione principale di lusso e il 10,6 per mille (= 1,06 per cento) sugli altri immobili. È tuttavia permesso conservare l’eventuale maggiorazione Tasi dello 0,8 per mille (= 0,08 per cento), a patto che questa sia stata varata nel 2015. In molte città il limite massimo per la somma delle due aliquote sale così all’11,4 per mille (= 1,14 per cento).

Questo significa che in tutte le maggiori città – non solo Roma e Milano, ma anche Napoli, Torino, Genova, Firenze, Bologna, Venezia e Bari – Imu e Tasi non aumenteranno nel 2019, perché le aliquote sono già al livello più alto possibile. Altrove, invece, un margine per il rincaro esiste: a L’Aquila, ad esempio, la somma delle due aliquote dà 10,1 per mille (= 1,01 per cento), di conseguenza c’è spazio per un rincaro pari allo 0,5 per mille (= 0,05 per cento).

SE LE ALIQUOTE SALGONO, A DICEMBRE SI PAGA ANCHE UN CONGUAGLIO

Per scoprire se le aliquote che vi interessano sono aumentate nel 2019 potete consultare la delibera del vostro Comune (dopo il 28 ottobre) passando per il sito del Dipartimento delle Finanze.

In caso di rincaro, alla seconda rata si dovrà sommare il conguaglio sulla prima. Traduzione: entro dicembre bisognerà ricalcolare Imu e Tasi con le nuove aliquote, sottrarre la somma già pagata a giugno e versare la differenza.

Fatta salva questa novità, tutte le altre regole su chi deve pagare, come si fanno i calcoli e come si pagano Imu e Tasi rimangono le stesse di cui abbiamo già parlato in questi tre video tutorial.

IMU E TASI: CHI DEVE PAGARE?

IMU E TASI: COME SI CALCOLANO?

IMU E TASI: COME SI PAGANO?

Commenta