Condividi

Imprese, tecnologie e persone ai tempi di Covid-19: il caso di Future Age

Per le aziende più smart il lockdown è stata un’occasione per ripensare la propria organizzazione del lavoro, innovare prodotti e processi e promuovere uno sviluppo manageriale sostenibile

Imprese, tecnologie e persone ai tempi di Covid-19: il caso di Future Age

Il fermo forzato da Covid 19 è stato una tappa fondamentale per tutte le aziende che, se forti di una visione strategica di lungo periodo e di lungimiranti investimenti sul capitale umano, hanno avuto una chance in più per uscirne vincenti e rafforzate.

Future Age, come tutte le aziende che si occupano di miglioramento strategico e organizzativo delle imprese, ha l’obiettivo di rendere il domani dei clienti più sicuro, con una governance delle minacce di natura competitiva e non competitiva, aiutandoli a preservare la continuità aziendale. Nel corso delle proprie attività ogni impresa è soggetta ad una serie di minacce che influenzano l’operatività e quindi la capacità di generare valore, come purtroppo abbiamo potuto riscontrare anche in questi mesi a causa dell’emergenza Coronavirus.

Oltre ad essere stati al fianco dei nostri clienti in questi difficili mesi, aiutandoli a individuare e gestire le opportunità che si generano da una corretta e proattiva attività di gestione dei rischi, questo periodo ci ha dato la possibilità di riflettere all’interno della nostra struttura per migliorare l’integrazione tra persone, processi e tecnologia.

L’attenzione è stata focalizzata proprio sulle persone: come sviluppare ulteriormente le loro competenze tecniche e il loro modo di lavorare in team? Come individuare leader capaci di allineare le persone nel perseguire obiettivi comuni, spingendole a prestazioni di livello sempre più elevato? Sono nati nuovi obiettivi e quella che è diventata la nostra nuova mission: far crescere le aziende italiane attraverso uno sviluppo manageriale sostenibile che esalti il talento e le competenze distintive degli individui.

Oltre che lavorare sulla mission, abbiamo anche avuto modo di riorganizzare la struttura facendo emergere tre nuove business unit: ERM enterprise risk management (processo di gestione integrata dei rischi che supporta il management e il c.d.a. nell’assumere decisioni compatibili con il profilo di rischio della società e coerenti con gli obiettivi aziendali), Future Age production system (programma di sviluppo manageriale) e il programma information tecnology che consiste nell’accelerare la trasformazione strategica ed organizzativa delle imprese integrando il fattore umano con le tecnologie digitali.

La sfera su cui abbiamo però lavorato con maggior determinazione è stata quella della cultura aziendale, partendo dal concetto giapponese di HANSEI che letteralmente significa autoriflessione e fa riferimento al fatto di comprendere le ragioni degli errori fatti nel passato per trarne insegnamenti per il futuro. Ogni membro ha sviluppato una relazione istituzionale di riflessione consapevole da presentare al team e abbiamo inoltre creato un data-base della conoscenza, un sistema centralizzato che raccoglie e rende fruibile a tutti le conoscenze stratificate in azienda su processi e servizi.

Ci siamo inoltre concentrati sul potenziamento del nostro team: se l’obbiettivo comune è quello di rendere unica l’esperienza del cliente, lo stesso vale anche per l’esperienza di dipendenti e collaboratori.

La rapida evoluzione della tecnologia informatica, la globalizzazione, la ricerca di una maggiore flessibilità, la presenza di millennials all’interno delle aziende hanno avuto come risultato una grande eterogeneità nei contesti organizzativi.

La naturale conseguenza è la necessità di gestire le diversità di cui le persone sono portatrici e farne un punto di forza. 

È da questi presupposti che è partita la nostra riflessione, che ha portato anche all’inserimento nel nostro team di tre nuovi responsabili di funzione: un direttore commerciale Italia, un direttore commerciale estero e un project manager it.

Il segnale forte che abbiamo voluto dare è che anche in tempo di crisi dobbiamo sempre ripartire dalla risorsa più importante di cui disponiamo: il capitale umano.

Per questo portiamo avanti un’organizzazione aziendale a “piramide orizzontale”, ispirata al principio secondo il quale all’interno di un’azienda non ci deve essere un capo che impartisce ordini e controllo ma un leader che organizzi e gestisca il lavoro delle risorse umane dotate di talento. Investire sulle risorse umane vuol dire anche investire in formazione, occasione che abbiamo colto durante il lockdown, stimolando la crescita di ogni membro del team dalle tematiche professionali come finance e compliance fino agli ambiti più personali, come l’educazione alimentare volta a migliorare il benessere psicofisico e la salute.

Abbiamo infine cercato una risposta alla domanda più immediata. Cosa hanno in comune le società che non sono state destabilizzate dal Covid 19? Secondo la nostra esperienza le strategie di lungo termine e i relativi vantaggi competitivi e acquisibili nel tempo vengono sempre prima del guadagno di breve termine. Il valore di un’azienda può crescere considerevolmente nel tempo avendo una visione strategica chiara che traina le attività quotidiane. Se esiste questa visione strategica tre mesi di interruzione forzata non avrebbero dovuto destabilizzare le aziende ma piuttosto fornire l’occasione per sviluppare innovazione dei prodotti e servizi, dei processi interni e delle persone.

Commenta