Condividi

Imprese femminili verso la new economy: per quelle in montagna c’è un bando da 3,9 milioni

Il Bando apre la strada all’innovazione tecnologica delle aziende gestite da donne. Un trend positivo nel turismo, nei servizi e nell’artigianato

Imprese femminili verso la new economy: per quelle in montagna c’è un bando da 3,9 milioni

Alle imprese femminili dei Comuni montani la possibilità di innovarsi ed accettare la sfida della nuova economia. Sul sito del Dipartimento per gli Affari Regionali e le Autonomie (DARA) è stato pubblicato il bando “Imprese femminili innovative montane – IFIM, che finanzia programmi di investimento ad alto contenuto tecnologico. La dotazione è di 3,9 milioni di euro e le domande potranno essere presentate dal 30 maggio prossimo. A favore dell’operazione anche l’ Unione dei Comuni montani (Uncem). “Il lavoro nelle aree montane c’è ed è capace di trasformare territori fino a ieri poveri e abbandonati ” dice Marco Bussone, Presidente dell’Uncem. La precondizione per accedere ai finanziamenti è l’ubicazione dell’impresa o di una filiale in uno dei Comuni montani indicati nell’allegato al bando. Le agevolazioni si sostanziano in un contributo a fondo perduto fino al 70% delle spese ammissibili. I programmi, però, non devono superare i 100milioni di euro. Gli incentivi sono gestiti da Invitalia e si possono richiedere finanziamenti per start up innovative costituite in prevalenza da donne, siano società di capitali o cooperative. Il bando è parte del Fondo per lo sviluppo delle montagne italiane che sostiene iniziative produttive e di tutela del territorio, in special modo in questa fase di innovazione tecnologica e di transizione ambientale. Nei Comuni di montagna vivono più di 10 milioni di persone e molti giovani avviano attività in proprio sia a scopo turistico che manifatturiero o artigianale. Le donne anche in questo contesto sono un’eccellenza. Dietro gli sforzi per aprire le attività c’è la convinzione di non abbandonare territori preziosi per la storia e l’economia. Il valore ambientale e le tradizioni sono gli ingredienti di storie di successo che hanno aiutato generazioni a vivere e progredire in località distanti dalle città e dalla mobilità facile.

Le imprese femminili forza territoriale

Tra i principali requisiti di ammissibilità al Bando del 30 maggio c’è che al momento della presentazione della domanda l’ impresa femminile deve essere iscritta nella sezione speciale del Registro delle imprese, essere formata da non più di sessanta mesi ed avere una dimensione piccola. Ogni soggetto può presentare una sola domanda e il programma di investimento deve essere finalizzato all’acquisto di impianti, macchinari e attrezzature, hardware e software, brevetti e licenze. Nel bando c’è spazio anche per i costi di consulenze fino al 20% del totale delle spese. Un mondo composito e in crescita con giovani donne laureate o specializzate. Le imprese femminili in tutta Italia sono 1.337mila, pari ad oltre il 20% del totale delle imprese ed in salita. Stavolta quelle montane hanno l’occasione di presentare progetti per la valorizzazione economica del territorio, lo sviluppo di prodotti o servizi purchè tutto si realizzi entro 18 mesi dalla data di ammissione alle agevolazioni. Per l’Uncem siamo ad un cambio di passo nonostante le istituzioni non siano ben vicine alle imprese che nascono nelle Alpi e negli Appennini. L’osservazione principale riguarda la nascita di nuove iniziative al netto dei passaggi di generazione da padre in figlio. Le potenzialità delle montagne italiane sono, invece, molteplici e per questo perseverare nella sottovalutazione del “sistema montagna” non è più accettabile. “Per un giovane, trovare la terra e qualche risorsa per partire non è semplice. Le Associazioni datoriali, come Confindustria e ConfCooperative, Confartigianato e CNA, hanno dato vita a gruppi operativi specifici dedicati ai territori montani. Anche questo è un bel segno dei tempi” ricorda Bussone. Tra gli esempi validi di collaborazione viene citata la Fondazione Garrone con RestartApp e RestarAlp “campus che dovrebbero essere spinti, pagati, fatti ovunque dalle Istituzioni pubbliche”. Chissà. Per ora c’è un bando che aiuta signore e ragazze.

Commenta