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Ilva, verso richiesta cassa integrazione per 5mila operai

Il commissario di Ilva Piero Gnudi ha richiesto l’ammissione all’amministrazione straordinaria – Tale richiesta preoccupa le imprese dell’indotto Ilva che vantano 150 milioni di euro di crediti

Ilva, verso richiesta cassa integrazione per 5mila operai

A Taranto la settimana inizia con le proteste dei lavoratori dell’indotto dell’Ilva, che hanno bloccato anche questa mattina la statale 106, arteria stradale di primaria importanza che congiunge il capoluogo jonico con Reggio Calabria. Ed è proprio il caos legato all’indotto uno dei punti nevralgici della delicatissima questione legate all’Ilva.

I lavoratori delle imprese dell’indotto dell’Ilva sono circa 3mila e non percepiscono uno stipendio da diversi mesi. Ciò è dovuto principalmente dai mancati pagamenti dei crediti che le imprese dell’indotto vantano nei confronti di Ilva. Oggi, secondo quanto riferisce l’edizione tarantina del Quotidiano di Puglia, operai e rappresentanti sindacali sono scesi nuovamente in strada ritrovandosi sotto il municipio di Taranto e si sono diretti verso la statale 106 bloccando il traffico e l’accesso delle autobotti nella raffineria Eni.

La preoccupazione dei 3mila lavoratori dell’indotto e degli stessi titolari delle imprese è legata principalmente a un altro punto fondamentale della vicenda Ilva: la formale ammissione all’amministrazione straordinaria con la legge Marzano. Il commissario Piero Gnudi ha presentato la richiesta al Ministero dello Sviluppo Economico e al Tribunale di Milano. La richiesta dovrebbe essere accolta perchè prevista dal decreto legge ora in Senato e di fatto certifica la pesante esposizione dell’azienda verso banche e fornitori. Nei confronti delle banche l’Ilva sarebbe esposta per circa 1,4 miliardi. Le imprese appaltatrici vanterebbero altri 150 milioni di euro. Imprenditori e lavoratori temono che con la concessione dell’amministrazione straordinaria l’Ilva non vada più a saldare il debito di 150 milioni o che lo faccia solo in minima parte.

Il nodo legato all’amministrazione straordinaria dell’Ilva agita anche gli stessi dipendenti Ilva. Ed è proprio questo il punto più spinoso. Sul piatto c’è il destino lavorativo di migliaia operai. Domani, martedì 27 gennaio, ci sarà un importante incontro al Mise fra Ilva e sindacati dei metalmeccanici. I ben informati raccontano che l’Ilva presenterà una richiesta di cassa integrazione a rotazione per 5mila operai. Un numero di lavoratori molto più alto rispetto a coloro che oggi sono sotto contratto di solidarietà. Secondo quanto trapela dai sindacati la richiesta di passaggio dai contratti di solidarietà alla cassa integrazione non deriverebbe dall’eventuale prossima introduzione dell’amministrazione straordinaria ma dall’incapacità dell’azienda di coprire i costi degli stessi contratti di solidarietà.

Inoltre c’è il decreto legge relativo all’Ilva in cui le commissioni Industria e Ambiente del Senato interverranno su alcuni emendamenti. Fra questi ci sono quello relativi ai tempi di attuazione dell’Autorizzazione integrata ambientale e l’altro sulla possibilità per l’amministrazione straordinaria di usare per la gestione i 150 milioni accantonati da Fintecna non appena il decreto sarà convertito in legge.

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