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Il vaccino Usa fa flop e in Borsa torna la paura

Il vaccino anti-Covid-19 lanciato dall’americana Gilead fallisce i test e manda in rosso Wall Street e i listini asiatici – Corsa al dollaro – Suspence per il verdetto Fitch sull’Italia – A giugno i soldi Mes e Bei, poi il Recovery Fund – Def al via

Il vaccino Usa fa flop e in Borsa torna la paura

Arriva dal Financial Times (e non dal vertice Ue) la delusione che ha spinto in rosso i listini: i test sul rendemsivir, il farmaco antivirus di Gilead già accolto con entusiasmo dai mercati, non hanno dato risultati positivi; anzi, sulle 237 “cavie” umane coinvolte nel test, ben 79 hanno mostrato gravi danni collaterali.

Il vaccino perciò deve attendere e ai mercati non resta che confidare negli interventi delle autorità. Ma la settimana si chiude con una nota di delusione. I future su Wall Street sono in calo di circa lo 0,5%. Ieri l’indice S&P500 ha chiuso sulla parità, dopo un avvio di seduta all’insù. La nuova pioggia di richieste di sussidi (4,4 milioni per un totale di 26 milioni ad aprile) è stata compensata dall’alluvione di soldi in arrivo da Washington: anche la Camera ha approvato il pacchetto di aiuti alle piccole imprese approvato martedì dal Senato. Oltre ai 320 milioni a favore delle aziende con meno di 500 dipendenti, ci sono, come richiesto dai democratici, 75 miliardi di dollari per gli ospedali e 25 miliardi per la diagnostica di massa.

In forte calo Intel, -5% dopo i conti. Brilla solo Las Vegas Sands (+12%), che prevede una rapida ripresa dei casinò a Macau.

L’Asia non condivide l’ottimismo delle case da gioco. Il Dow Jones Asia Pacific è in calo dello 0,3%, il Nikkei di Tokyo dello 0,8%. Lo Shanghai Composite perde lo 0,3% a metà di una seduta caratterizzata dal nuovo intervento della banca centrale cinese.

In anticipo su una critica scadenza da 267 miliardi di yuan di obbligazioni, la Banca del Popolo ha messo a disposizione una linea di credito da 56 miliardi di yuan (8 miliardi di dollari) a un tasso del 2,95%, venti punti base in meno rispetto alla precedente operazione.

La Banca del Giappone ha annunciato che la settimana prossima cadrà il tetto agli acquisti di titoli ed Etf sul mercato. Tokyo adotterà un bazooka illimitato per fronteggiare gli effetti della crisi epidemica.

Il dollaro resta forte nel confronto di quasi tutte le valute del pianeta. Soffre in questi giorni soprattutto il real del Brasile, dopo che la Banca centrale ha parlato della possibilità di un nuovo taglio dei tassi. Il cross dollaro-real è sui massimi della storia. Anche il rand del Sudafrica, tra le peggiori valute del mondo da inizio anno, subisce in questi giorni la forza del dollaro.

Il petrolio Brent è invece in rialzo del 4%, a 22,3 dollari, dal 4% di ieri sera in chiusura.

Dopo il vertice Ue, l’euro è stamane in calo per il quinto giorno consecutivo, in prossimità dei minimi dell’ultimo mese. I future sulle borse europee anticipano un avvio in ribasso.

A GIUGNO I SOLDI DI MES E BEI, POI IL RECOVERY FUND

“Il rischio è di fare troppo tardi e troppo poco per proteggere l’economia dagli effetti della pandemia”. Con questo monito di Christine Lagarde si è aperto ieri pomeriggio il vertice dei Capi di Stato e di governo della Ue. Ma già in mattinata, parlando al Bundestag, Angela Merkel aveva anticipato la linea poi seguita: sì all’allargamento del bilancio comunitario e agli interventi già decisi sui fondi Bei, sul programma Sure per l’occupazione e sul Mes “leggero”. Le distanze restano ma c’è abbastanza spazio per scongiurare un’impasse pericolosa. La Commissione Ue lavorerà in questi giorni per presentare già il 6 maggio lo schema di un “Recovery Fund” di dimensioni adeguate (Ursula von der Leyen ha parlato di almeno mille miliardi di euro). La presidente ha chiarito che per finanziare il Fondo la Commissione prenderà denaro a prestito sui mercati finanziari, aumentando la quota delle risorse proprie nel bilancio comunitario sino al 2%, ma Paesi del Nord e del Sud restano divisi sull’importo complessivo del Fondo.

ANGELA MERKEL: CI VUOLE COERENZA SUI CRITERI DI SPESA

C’è chi, come Giuseppe Conte, ha apprezzato il bicchiere mezzo pieno perché è stata riconosciuta la necessità di un’azione “urgente e rapida”. In Francia e Spagna (vedi Le Monde ed El Paìs) prevale il disappunto, perché le distanze sulle modalità e lo spirito dell’intervento restano ampie. Perentoria Angela Merkel: “Se stiamo andando, come sembra che stiamo andando, verso la mobilitazione di una quantità di denaro senza precedenti per costruire la necessaria capacità di bilancio – ha detto – allora dobbiamo avere coerenza nei sistemi di tassazione delle società e ci serve un sentiero di convergenza: non una quantità enorme di idee diverse su come usare i nostri sistemi fiscali”.

MILANO AVANZA (+1,5%), OGGI IL RATING DI FITCH

Milano (+1,47%) è stata ieri la borsa più tonica. L’indice è tornato sopra i 17 mila punti.

A favorire il recupero è stata soprattutto la nota della Bce che annuncia “provvedimenti per mitigare gli effetti di possibili declassamenti sulla disponibilità del collaterale”: fino al 21 settembre saranno accettati in pegno anche i bond discesi sotto la soglia Investment Grade, previa rettifica del loro valore (haircut). La decisione disinnesca il rischio che, in caso di taglio del rating, i Btp non siano più acquistabili dalla banca centrale perché scivolati a livello di junk bond. L’agenzia di rating Moody’s lascerà il merito di credito dell’Italia invariato considerata la natura “temporanea” della crisi. Oggi è previsto il giudizio di Standard & Poor’s.

AL VIA IL DEF: PREVISTO PIL -8%, DEBITO AL 155,7%

Si riunirà stamattina alle 10 il Consiglio dei ministri chiamato a varare il Documento di economia e finanza. Secondo le prime bozze, il Def prevederà un Pil in contrazione dell’8% nel 2020 (per risalire del 4,7% nel 2021), un rapporto deficit/Pil del 10,4% e un debito pubblico in salita sino al 155,7% del Pil. Il governo si appresta a chiedere al Parlamento un nuovo scostamento di bilancio di 55 miliardi. Risorse che serviranno ad alimentare le misure anticrisi: 10 miliardi a sostegno delle imprese e altri 12 per quelle creditrici; 13 per rifinanziare gli ammortizzatori sociali, tra cui la cassa integrazione. Il Consiglio dei ministri dovrebbe ufficializzare anche la cancellazione delle clausole di salvaguardia sull’Iva dal 2021

ACCANTONAMENTI RECORD (+700%) PER CREDIT SUISSE

Positivi gli altri mercati: Francoforte + 0,95%, Parigi + 0,89%, Madrid +0,40% e Londra +0,97%.

Segna il passo solo Zurigo (-0,05%), frenata dalla corsa al franco. L’autorità bancaria svizzera sta facendo il possibile per evitare la rivalutazione della moneta, ai massimi da cinque anni. Nel primo trimestre le vendite sulla valuta elvetica hanno comportato perdite per l’equivalente di 39 miliardi dollari per la Banca centrale, la perdita più alta dal 1907, data di nascita dell’istituzione.

L’INDICE PMI AI MINIMI DI SEMPRE

A giustificare il pessimismo, casomai ve ne fosse bisogno, è stato anche il previsto tonfo degli indici anticipatori Pmi: l’’indice dei manager degli acquisti composito elaborato da Ihs Markit è sceso a 13,5, di gran lunga la sua lettura più bassa da quando il sondaggio è iniziato a metà del 1998, notevolmente al di sotto di tutte le previsioni. “Aprile ha visto danni senza precedenti all’economia della zona euro a causa delle misure di blocco dei virus abbinate al calo della domanda globale e alla carenza di personale e input”, ha affermato il capo economista Chris Williamson: “La ferocia della crisi ha anche superato quella ritenuta immaginabile dalla maggior parte degli economisti”.

IL BTP TORNA SOTTO IL 2%, SPREAD A 243

Giornata di recupero per i bond della periferia dell’Europa. Il Btp decennale, pur frenando nelle ultime battute, si porta a 1,97% di rendimento (-8 punti base) dal 2,04% iniziale. Lo spread chiude la seduta a 243 punti.

Oggi prendono il via le aste di fine mese. Il Tesoro offre Ctz e Btpei per 3,75 miliardi di euro. Contro lo 0,307% dell’asta di fine marzo, il tasso del certificato zero coupon novembre 2021 è stato indicato a fine seduta intorno a 1,03% sul mercato secondario, al tasso massimo da ottobre 2018.

RESPIRANO LE BANCHE: -40% DA GENNAIO

A sostenere Piazza Affari contribuiscono le banche, ringalluzzite dall’intervento della Bce: il settore europeo, l’Eurostoxx Bank, è di gran lunga il migliore della giornata con un rialzo di oltre il 5%. Ma il comparto accusa un ribasso del 40% rispetto a gennaio. Prende il volo Mediobanca (+6,37%). Molto positive Unicredit (+2,71%) e Intesa Sanpaolo (+3,45%). Bene anche Bper (+3,36%) e Bpm (+2,65%).

ARIA DI ACCORDO PER ATLANTIA +8%

Il titolo più brillante per il secondo giorno di fila è stato Atlantia (+8,04%). Il mercato scommette sull’accordo con il governo, forse entro giugno: il tema della revoca della concessione non sarebbe più preso in considerazione, in favore del cambio del controllo di Aspi (Autostrade per l’Italia).

Avanza anche Astm (+7,02%), capofila del gruppo Gavio.

TIM FA CASSA CON INWIT E TORNA AL DIVIDENDO

In profondo rosso Inwit (-7,92%, a 9,8 euro), dopo che Tim e Vodafone hanno annunciato di aver completato il piazzamento congiunto di una quota dell’8,6% sul mercato a 9,6 euro per azione.

L’incasso lordo per Tim dal collocamento è di circa 400 milioni cui si devono aggiungere i 214 milioni incassati per il dividendo straordinario e circa 73 milioni relativi al deconsolidamento del debito di Inwit.

L’assemblea Tim (+3,37%) ha approvato ieri il bilancio dell’esercizio 2019, chiuso con un utile netto di 382 milioni di euro. I soci hanno deliberato di assegnare un dividendo di 0,01 euro per le azioni ordinarie e di 0,0275 euro per i titoli di risparmio.

RIPRENDONO QUOTA I PETROLIFERI

Riprendono quota i petroliferi: Eni +1,49%: Kepler Cheuvreux ha alzato il prezzo obiettivo da 10 a 10,5 euro, confermando la raccomandazione buy sul titolo. Rimbalza Tenaris (+3,97%). Da segnalare anche Saipem (+1,53%), in scia ai giudizi positivi degli analisti dopo i conti del primo trimestre 2020. Il titolo è da comprare sia per Banca Imi (Target a 3,4 euro), sia per Banca Akros (4,5 euro).

AL VIA L’ERA AGNELLI IN GEDI. MOLINARI ALLA REPUBBLICA

Prende forma la nuova Gedi (+0,22%) targata Agnelli-Elkann. Ieri è stato perfezionato il passaggio ad Exor (+0,19%) del 43,78% del gruppo, ceduto da Cir (-0,62%) per 102,4 milioni. Exor rileverà un 5,06% dalla Mercurio della famiglia Perrone e un 6,07% di Giacaranda Falck prima di lanciare l’Opa obbligatoria sulle azioni restanti. Poche ore dopo il consiglio di amministrazione che ha nominato alla presidenza John Elkann è arrivato il ribaltone: Maurizio Molinari diventerà il direttore della Repubblica al posto di Carlo Verdelli. A prendere il timone della Stampa e dei giornali locali sarà invece Massimo Giannini, mentre Mattia Feltri diventerà direttore dell’Huffington post.

Tra gli industriali guizza Cnh Industrial (+5,87%), davanti a Stm (+4,73%) e Leonardo (+4,7%). Fiat Chrysler +3,52%.

Ritracciano al ribasso Diasorin (-3,58%), Amplifon (-2,21%) e Moncler (-1,02%). Chiusura debole anche per le utility: Snam -1,43%, Italgas -2,48%, A2A ed Enel -1%.

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