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Il sistema bancario brasiliano, tra anomalie e trasformazioni

I profondi cambiamenti del Brasile si riflettono sul suo sistema bancario – Gli anni Ottanta a partecipazione pubblica e senza istituti esteri sono ormai un ricordo: oggi c’è la concorrenza, ci sono i privati, ma c’è anche l’oligarchia di quattro gruppi – L’analisi di “Scappo in Brasile”.

Il sistema bancario brasiliano, tra anomalie e trasformazioni

Il sistema bancario brasiliano è stato caratterizzato da importanti e profondi mutamenti strutturali nel corso degli anni. Ancora alla fine degli anni 80 il sistema bancario era prettamente a partecipazione pubblica, con scarsa concorrenza e limitata presenza di banche estere, ma già agli inizi del nuovo millennio la situazione è profondamente mutata e le banche, nazionali ed estere, presenti in territorio brasiliano, sono maggiormente private ed operano in regime di concorrenza. Il sistema bancario sta dando segni di progressivo adattamento e conformazione ai principi internazionali.

I livelli di capitalizzazione stanno aumentando e l’offerta dei prodotti finanziari si sta gradualmente adattando alle sempre più pressanti richieste dell’impresa. Ma il sistema bancario brasiliano presenta ancora oggi anomalie che lo caratterizzano e lo discostano dalla prassi commerciale bancaria internazionale. In particolare, i differenziali tra tassi attivi e passivi sono ancora elevati con pesanti conseguenze sull’accumulazione del capitale. Questo sistema è favorito dalla concentrazione dell’offerta in capo a pochi, principali istituti. Basti pensare che i primi quattro istituti bancari brasiliani possiedono oltre il 60% degli sportelli presenti sul territorio federale.

Le principali banche del Brasile

Il Banco do Brasil (www.bc.gov.br) è la prima banca del Brasile e dell’America latina ed è controllata al 53,65% dal Ministero del Tesoro brasiliano. Il Banco do Brasil è impegnato nello sviluppo dell’economia brasiliana con una forte presenza nel settore agricolo, a sostegno di imprese nazionali ed estere. La sua presenza è anche internazionale, compresa l’Italia.

Caixa Econômica Federal  (www1.caixa.gov.br) è la seconda più grande banca brasiliana ed è presente in migliaia di città: è classificato come il terzo istituto finanziario in Brasile per numero di sportelli. Caixa ha più di 32 milioni di conti, con un passivo di valore superiore R 148 miliardi dollari in risparmio o di investimento. Insieme ai fondi pensione del governo e di altre risorse governative, Caixa controlla più di R $ 386.000.000.000 (approssimativamente circa US $ 200 miliardi). Caixa è visto come uno strumento per gli investimenti pubblici e l’espansione di accesso ai servizi finanziari al pubblico brasiliano.

Itaú Unibanco Holding (www.itau.com.br) nata nel 2008 dalla fusione di Banco Itaú e Unibanco, è la seconda più grande banca del Brasile. La banca si caratterizza per un’elevata diversificazione del business che va dal retail banking (20% delle filiali di tutto lo stato brasiliano) all’attività di investiment banking. Itaú Unibanco ha registrato negli ultimi anni una forte crescita, sia organica che esterna, in tutto il Sudamerica, attingendo in egual misura alla clientela sia corporate che retail.

Banco Bradesco (www.bradesco.com.br) è la terza banca del Brasile, la più grande banca privata prima della fusione tra Unibanco e Banco Itaù. Bradesco è in continua espansione ed ha recentemente acquisito il Banco do Estado do Maranhão, il Banco Mercantil de São Paulo, il Banco Ibi S.A. Banco.

Banco Santander Brasil (www.santander.com.br) controllato dall’omonima banca spagnola e quotata nel 2009 alla Borsa di San Paolo, è la quarta banca del Brasile dal 2007, quando è avvenuta l?acquisizione del Banco Real da Abn Ambro. L’appartenenza al gruppo Santander permette inoltre di avere un costo del capitale meno elevato rispetto ai competitor.

Banco Nacional do Desenvolvimiento Econômico e Social – BNDES (www.bnds.gov.br) è la banca nazionale di sviluppo economico sociale. Si tratta di un’azienda pubblica federale collegata al Ministero dello sviluppo, dell’industria e del commercio estero. Ha finanziato e sostiene, fin dagli anni 50, le attività industriali e delle infrastrutture, gli investimenti nell’agricoltura, nel commercio e nel servizio alle micro, piccole ed imprese medio grandi.

di Francesco Rendina

Leggi l’articolo sul blog Scappo in Brasile

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