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Il Senato approva il disegno di legge sull’aumento della quota di partecipazione dell’Italia al Fmi

Il disegno di legge per il rialzo della quota di partecipazione italiana al Fondo monetario internazionale è stato approvato dal Senato: aumento da 7,88 a 15 miliardi di euro di diritti speciali di prelievo – Il provvedimento approderà alla Camera a settembre.

Il Senato approva il disegno di legge sull’aumento della quota di partecipazione dell’Italia al Fmi

Il Senato ha approvato il disegno di legge recante modifiche allo statuto del Fondo monetario internazionale. Presentato a palazzo Madama alla fine di maggio su iniziativa del ministro dell’Economia, il provvedimento è stato di fatti l’ultimo a essere licenziato dall’Aula, e passerà quindi all’attenzione della Camera alla ripresa dei lavori dopo la pausa estiva. Lo snello disegno di legge approvato (appena 7 articoli di un solo comma ciascuno) stabilisce che “il Governo è autorizzato a provvedere all’aumento della quota di partecipazione dell’Italia al Fondo stesso da 7.882,3 milioni di diritti speciali di prelievo a 15.070 milioni di diritti speciali di prelievo”.

Per i versamenti che serviranno per l’innalzamento previsto della quota, si autorizza il ministro dell’Economia “ad avvalersi della Banca d’Italia, concedendo a tale Istituto le garanzie per ogni eventuale rischio connesso con i versamenti da esso effettuati o che venissero effettuati, a valere sulle sue disponibilità, in nome e per conto dello Stato”. Il dispositivo normativo non nasconde la possibilità di “eventuali oneri” legati alla copertura finanziaria per l’aumento della quota di partecipazione, perciò a questi possibili oneri “si provvede con imputazione nell’ambito del programma ‘Incentivi alle imprese per interventi di sostegno’ della missione ‘Competitività e sviluppo delle imprese’ dello stato di previsione del Ministero dell’economia e delle finanze per l’anno 2011 e corrispondenti per gli anni successivi”.

Il provvedimento approderà quindi alla Camera agli inizi di settembre nelle commissioni, per poi essere votato in ultima istanza dall’Aula di Montecitorio. Qui ancora non è calendarizzato, ma se dovesse seguire lo stesso iter del Senato, sarà assegnato in sede referente alla commissione Affari esteri, che riceverà poi i pareri delle commissioni Affari costituzionali, Bilancio e Finanze.

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