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Il risorgente rischio sovrano e l’allarme Usa sul credito mettono ko spread, banche e Borse

L’allarme debito mette in crisi i titoli di Stato e lo spread di Italia (382 pb) e Spagna (414) vola – Ne fanno le spese le banche, colpite da un discutibile attacco del New York Times: Intesa, Unicredit e Mps perdono oltre il 2% e trascinano giù Piazza Affari, che a metà giornata è in calo del 2,5% – In controtendenza Ansaldo Sts, Gabetti, Juventus, Azimut

Il risorgente rischio sovrano e l’allarme Usa sul credito mettono ko spread, banche e Borse

SPREAD IN RIPRESA, BANCHE SOTTO TIRO

PIAZZA AFFARI TORNA NEL MIRINO

Torna l’allarme sul sistema bancario. L’allarme lanciato dal New York Times sulle banche italiane e spagnole, ritenute troppo esposte sui rispettivi debiti sovrani, pesa in Piazza Affari sui titoli del credito: Intesa ed Unicredit, in avvio i peggiori dell’Eurostoxx 50, restano in rosso pur avendo recuperato alcune posizioni. Con il Ftse Mib in calo del 2,52% a 14.832 punti. Intesa Sanpaolo perde infatti il 2,8%, Unicredit il 2,5% e Mps il 2,60%. Meno pesanti gli altri mercati azionari europei: Madrid perde solo l’1,29%, Londra -0,89%, Parigi -1,27%, Francoforte -0,88%.

Il vero allarme riguarda il debito dei Paesi periferici, in particolare Spagna e Italia. Lo spread Btp/Bund 10 anni sale di 13 punti base a 382, massimo da metà febbraio. Lo spread Bono spagnolo/Bund sale di 15 punti base a 414, massimo da fine gennaio. L’Italia conserva un modesto vantaggio sulla Spagna di circa 32 punti base. I rendimenti dei Bund tedeschi si avvicinano ai minimi storici: 1,68% per il Bubd future.

Monti aveva accusato la Spagna di creare incertezza sui mercati. Il governatore della Banca centrale spagnola, Ordonez, restituisce la cortesia: “Spagna, Italia e altri Paesi devono portare avanti le riforme e ridurre il deficit. In Italia il dietrofront sulla riforma del lavoro sta creando enorme ansia”.

In discesa Generali -1,4%. Sotto pressione anche Fonsai (-5,01%), Unipol (-5%) e Premafin (-6,07%) in vista delle indicazioni degli advisor sul concambio per la fusione prevista tra la compagnia delle Coop ed il gruppo Ligresti.

La gelata non risparmia le società industriali. In Europa scendono di più le società dell’automotive (EuroStoxx -1,6) e le società delle materie prime (EuroStoxx -1,9%).

In Piazza Affari perdono Eni -1%, Saipem -3% e Tenaris -3,4%. Il petrolio tipo Wti tratta a 102,3 dollari il barile, in ribasso dello 0,4%.

Cadono Fiat -3%, Fiat Industrial -2,7% ed Exor -2,8%. Pirelli è sotto del 1,8%, Prysmian del 1,5% Ansaldo StS è, assieme ad Azimut (+0,59%), l’unica blue chip italiana in rialzo (+0,95%), ma il trend non si trasmette alla controllante Finmeccanica -2,8%. Il rialzo di Azimut ha coinciso con la diffusione dei dati di marzo da cui risulta una raccolta netta di risparmio gestito positiva per 308 milioni (di cui circa 200 milioni sui comparti dei fondi lussemburghesi). Il risultato del trimestre ha raggiunto una raccolta netta di 619 milioni, uno dei risultati migliori di sempre per il gruppo.

Telecom Italia lascia sul terreno l’1,7%. Enel lo 0,5%%. Buzzi è in ribasso del 3%.

Tra le small caps balzo in avanti di Gabetti +19,89% dopo il piano di intervento da parte del gruppo Marcegaglia. Boom scontato della Juventus +8,21% dopo il primato in classifica e l’annuncio dell’accordo con Jeep.

In equilibrio Rcs Media group -0,07% a quota 0,7585, poco più della metà del prezzo pagato alla famiglia Toti da Giuseppe Rotelli.

Forte calo di Stmicroelectronics -4,7% che risente della notizia che la societa’ e’ stata condannata a pagare 59 milioni di dollaro a NXP Semiconductors. Il risultato si riflettera’ nei risultati del primo trimestre 2012 con un impatto negativo di circa 2,6 punti percentuali. Quindi, Stm ha abbasasato la guidance precedentemente annunciata per il primo trimestre a 30,4%, piu’ o meno 1,5 punti percentuali

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