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Il Qe di SuperMario Draghi scuote Borse, euro, bond e spread

Il colpo d’ala di SuperMario Draghi con il Qe scatena il Toro in Borsa e investe euro, titoli di Stato e spread: acquisti per 60 miliardi di euro al mese da lunedì 9 marzo – Anche Tokyo ai massimi, gli Usa attendono i dati sul lavoro – A settimane la bad bank di Intesa e Unicredit – Rcs: oggi cda sulla vendita dei Libri a Mondadori – Scintille sulle torri.

Il Qe di SuperMario Draghi scuote Borse, euro, bond e spread

I primi acquisti del Quantitative easing scatteranno lunedì prossimo. Ma, come ha detto ieri in conferenza stampa Mario Draghi, “abbiamo già visto un discreto numero di effetti positivi dopo l’annuncio della svolta verso una politica monetaria più espansiva”. A partire dal miglioramento delle stime sulla crescita dell’Eurozona (da +1% a +1,5% per quest’anno, da +1,6 a+1,9% per il 2016 e +2,1% nel 2017). E i mercati hanno reagito con entusiasmo.

1) In caduta l’euro, che ha toccato il nuovo minimo da oltre 11 anni nei confronti del dollaro, a 1,1007, dopo che Draghi ha ribadito la possibilità di proseguire con gli acquisti se necessario oltre settembre 2016.

2) Tutte le Borse hanno chiuso con il segno più. A Milano l’indice FtseMib è salito dell’1,22% a 22.400 punti. In terreno positivo anche gli altri listini dell’eurozona. Francoforte avanza dell’+1%, il parigino Cac-40 +0,94%, Madrid +0,66%. Anche Londra segna +0,61%.

3) Lo spread tra Btp e Bund decennali ha toccato il minimo di seduta, stringendosi fino a 96 punti base da 102 punti base della chiusura di ieri, riportandosi al minimo da maggio 2010 già segnato lunedì. Il tasso del decennale italiano scende a 1,33% da 1,394% di ieri sera.

4) Per quanto riguarda le modalità del QE, gli acquisti – 60 miliardi di euro al mese, dai due ai trent’anni, obbligazioni garantite e cartolarizzazioni comprese – potranno comprendere titoli a tasso negativo ma non inferiore a quello dei depositi straordinari, attualmente pari a -0,2%. Vengono così esclusi per ora i titoli a 2 anni tedeschi ma, in prospettiva, il divieto si allargherà ad altre emissioni dei Paesi core a tutto vantaggio dei “periferici”, Italia compresa. 

TOKYO AI MASSIMI, WALL STREET SU’ IN ATTESA DEI DATI SUL LAVORO

L’effetto super Mario si è fatto sentire anche al di fuori dell’Europa. La Borsa di Tokyo chiude la settimana con un rialzo superiore all’1% dopo aver toccato i 18.941, ad un passo da quota 19, mai più toccato dall’aprile del 2000.  I listini di New York, dopo due sedute negative, hanno chiuso in terreno positivo nonostante il rally del dollaro: l’indice Dow Jones è salito dello 0,21%, S&P 500 +0,1%, Nasdaq + 0,32%. Sale l’attesa per la presentazione dell’iWatch Apple, in programma per lunedì. 

L’attenzione del mercato è concentrata sui payrolls: visto il maltempo che infuria sulla costa Est, gli operatori prevedono un dato inferiore alle previsioni ufficiali (235.000 nuovi occupati). Un dato pari o superiore potrebbe alimentare ulteriori attese di rialzo dei tassi, e dare altro supporto all’ ascesa del dollaro. ,

IL TORO VESTE MONCLER (E CALZA TOD’S)

Sfila sulla passerella virtuale di Piazza Affari il lusso, elettrizzato dalla prospettiva della ripresa dei consumi e dal calo dell’euro, che spalanca le porte ad un aumento dei buyers dell’area dollaro. Moncler vola in rialzo del 10% dopo i risultati del 2014 nettamente migliori delle attese. Nel 2014 i ricavi sono saliti del 20% anno su anno a 694,2 milioni di euro (+21% a tassi di cambi costanti). Nel quarto trimestre le vendite a parità di perimetro sono cresciute del 9%, con una forte accelerazione in dicembre. Il margine operativo lordo (Ebitda adjusted) è salito nell’anno a 206,6 milioni dai precedenti 191,7 milioni, con un’incidenza sui ricavi del 33,5%.

L’utile è salito del 71% a 130,3 milioni. Ubs ha confermato il Buy, alzando il target price a 16 euro da 15 euro. JP Morgan ha alzato sul titolo il prezzo obiettivo a 16,5 euro da 15,5 euro confermando la raccomandazione overweight. Lo stesso hanno fatto Equita Sim (target price a 17 euro da 16,2, rating buy confermato) e Mediobanca Securities (prezzo obiettivo a 18 euro da 16,2 euro, outperform confermato).

Sale anche Tamburi, la società di investimento che possiede indirettamente il 4,5% di Moncler. La giornata record del made in Italy ha però coinvolto le altre griffes. Ferragamo sale dell’1,6%, si conferma Yoox +2,2%. Luxottica +2,4%. Da segnalare anche Safilo, che sale del 2% dopo avere annunciato un accordo per produrre occhiali su licenza Givenchy. Tod’s mette a segno un rialzo del 6%. Molto bene anche Geox +4,2% ai massimi da aprile dopo i risultati. Tra i titoli più interessati al trend dei consumi corre Autogrill +4,3%. Wdf +1,32% a 10,74 euro. Nomura ha alzato il target price sul titolo a 8,3 euro da 7,6 euro, confermando a neutral il rating.

A SETTIMANE LA BAD BANK DI INTESA ED UNICREDIT 

Unicredit (+1,6%) allunga nel finale e si porta sui massimi dallo scorso 27 ottobre a 6,07 euro. Il progetto di gestione comune di un portafoglio di crediti in ristrutturazione di Unicredit e Intesa Sanpaolo con KKR dovrebbe vedere la luce nelle prossime settimane. A regime, il veicolo dovrebbe gestire crediti del valore di oltre 1 miliardo di euro. 

Intesa +2,08%. Bernstein ha alzato il prezzo obiettivo a 3,1 euro da 2,9 euro, confermando la raccomandazione outperform. Andamento volatile per Monte Paschi +0,18% dopo l’annuncio dell’aumento. Spunti brillanti per altri titoli del settore: Ubi +3,5%, Mediobanca +2,7%,Bpm e Banco Popolare +1,9%, Bper +1,6%.

RCS LIBRI, OGGI IL CDA SULLA VENDITA. TORRI ANCORA IN MOVIMENTO

Sempre in movimento il mondo Fininvest. Il cda di Rcs Mediagroup (+4,61%) potrebbe oggi dare il via libera, a certe condizioni, alla cessione della controllata libri alla Mondadori (+0,16%). Ancora in fermento il settore delle torri. Salgono EiTowers (+3%) e RaiWay (+2%). In un’audizione al Senato, il presidente della controllata Rai, Camillo Rossotto, ha ribadito che la società non è contendibile. Più possibilista Guido Barbieri, ad della società in area Mediaset (+2,1%). Il manager ha detto di non potere rispondere alla domanda se verrà modificata la condizione di validità dell’Opa, che fissa un livello minimo di adesione al 66,7%, ma ha non ha escluso eventuali modifiche che “dovrebbero comunque mantenere inalterata la valenza industriale e i ritorni finanziari del progetto”.

Debole Telecom Italia -0,4%. Strappi al rialzo per Go Internet +18% e MC-Link +5,5% attiva nei servizi per la banda larga. 

SOCGEN SOSTIENE LE UTILITIES

Enel sale dello 0,7%. Si muovono in rialzo anche Snam +2,3% e Terna +1,9%. Su entrambi i titoli SocGen ha ribadito il giudizio Hold, alzando però il target a 4,20 euro (da 3,80 euro) per Terna e a 4,70 euro (da 4,10 euro) per Snam. In caso di conferma della politica dei dividendi Terna e Snam sono in grado di riconoscere un ritorno intorno al 5%. Positivi i titoli petroliferi: Eni+0,8%, Saipem+0,7%. Tenaris chiude la seduta in rialzo dell’1% a 12,92 euro. Per far fronte al calo della domanda di tubazioni speciali utilizzate soprattutto dall’industria petrolifera, il gruppo italo argentino sta riducendo la propria capacità produttiva, con ricadute sull’occupazione negli stabilimenti italiani.

FCA, A MARCHIONNE 6,6 MILIONI DI COMPENSO 2014

Fra i titoli industriali brillano StM +1,8%, Prysmian +1% e Pirelli +1,4%. FiatChrysler +1%. Sergio Marchionne, ha percepito nel 2014 un compenso pari a oltre 6,61 milioni di euro come ceo di Fca. Lo stipendio di base annuale e’ pari a 2,5 milioni, ma a far lievitare la retribuzione sono stati incentivi per 4 milioni a cui si sommano ‘altri compensi’ per 111.410 euro. Nel 2013 Marchionne aveva ricevuto come ceo del Lingotto 3,6 milioni e stock option da Chrysler per 200mila dollari. Da Cnh Industrial, nel suo incarico di presidente, Marchionne ha inoltre percepito più di 2,52 milioni di dollari a titolo dell’anno scorso (2,1 milioni nel 2013). Quanto al presidente di Fca, John Elkann, ha ricevuto nel 2014 oltre 1,68 milioni di euro per questo incarico e 175mila dollari come membro del board di Cnh industrial.

Nell’automotive spicca il balzo di Brembo +4,4% dopo i dati di bilancio. Forte rialzo infine dei cementieri dopo i buoni risultati di Italcementi +4,1%. Buzzi sale del 3%. 

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