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Il peggioramento dell’economia globale affossa le Borse: Milano e Madrid le peggiori, lo spread vola

Piazza Affari -2,53% – Lagarde: taglieremo le stime sulla crescita globale – Pesa sui listini anche l’incertezza sull’attuazione degli accordi europei – Il differenziale Btp-Bund di nuovo a quota 470 – A Milano sprofonda la galassia Ligresti dopo che la Consob ha rinviato il via libera ai prospetti – Dagli Usa dati negativi sul lavoro: male anche Wall Street

Il peggioramento dell’economia globale affossa le Borse: Milano e Madrid le peggiori, lo spread vola

È ancora fuga verso i porti più sicuri per evitare la tempesta perfetta: crisi dei debiti dell’Eurozona e rallentamento globale dell’economia. Gli spread si riaccendo: il differenziale Btp-bund risale a 469 punti base e rendimento al 6,02%, vola lo spread Bonos-Bund a 561 punti base Cadono le Borse: Milano -2,53%, Francoforte -1,92%, Parigi -1,88%, Londra -0,53%.

Il Dow Jones alla chiusura dell’Europa cede l’1,35% e  il Nasdaq l’1,66%. Il dollaro recupera terreno sull’euro che scambia a 1,23, il petrolio Wti cede il 3% a 84,5 dollari al barile.

È Sos recessione. Che pare prospettarsi ancora più pesante di quello che ci si attendeva. Lo si è capito ieri dalle parole di Mario Draghi, che hanno fatto precipitare i listini nonostante lo storico taglio dei tassi sotto l’1%. Lo ha confermato oggi Christine Lagarde, direttore generale del Fmi: “Ormai la recessione non è un problema europeo, bensì del mondo”, ha detto preannunciando nuove stime sensibilmente più basse di quelle di aprile.

E come se non bastasse lo hanno certificato i dati Usa sull’occupazione: il tasso di disoccupazione è rimasto fermo all’8,2% deludendo le attese e confermando un rallentamento nella creazione di posti di lavoro. Ora i mercati si chiedono se la Fed agirà, dopo le mosse di Bce e Banca centrale cinese.

In Europa Wolfgang Schaeuble, ministro delle Finanze tedesco, ha dichiarato in un’intervista televisiva che” la fine ell’euro sarebbe una catastrofe mondiale”.

Intanto la Finlandia fa dietro front sull’euro, riaffermando la volontà di rimanere nella moneta unica e smentendo le voci di una sua uscita. Intanto si preannunciano ancora giorni di tensione: per il ministro delle Finanze tedesco al prossimo vertice dell’eurogruppo il 9 luglio a Bruxelles non potrà essere presa nessuna decisione sulla ricapitalizzazione delle banche spagnole, mentre prosegue il dibattito sul ruolo del Fmi (o della Troika) nello scudo anti spread.

La discussione si preannuncia calda anche per le nomine presidenza dell’Eurogruppo, al board della Bce e alla presidenza del fondo salva stati Esm saranno il primo punto nell’agenda della riunione dei ministri delle finanze di lunedì. Sul tavolo il nodo irrisolto della sostituzione del presidente dell’Eurogruppo Jean-Claude Juncker che blocca le altre poltrone. Intanto l’Euribor a tre mesi è crollato al minimo storico dello 0,549% dopo il taglio dei tassi della Bce allo 0,75%.

A Piazza Affari sono sotto pressione le banche, strette tra timori sulla crescita e la risalita dello spread. Peggior titolo è Mediobanca -6,27%, travolta anche dal nuovo stop all’operazione grande Unipol: dalla Consob non è ancora arrivato l’ok ai prospetti per gli aumenti di capitale di Fonsai e Unipol. Salta così l’avvio dell’offerta prevista per lunedì. Fonsai, dopo varie sospensioni per eccesso di ribasso, chiude a -17,17%. Unipol -10,58%, Premafin -7,99%.

Mediolanum cede il 5,60%, Unicredit il 5,41%, Intesa il 3,07% e Mps il 4,23%. Oggi il presidente Alessandro profumo ha detto che per il rilancio del Monte dei Paschi non c’e’ nessun piano B: ”Se va peggio di come stanno andando le cose – ha detto Profumo facendo riferimento alla crisi generale – salta l’euro, perciò non si poteva ipotizzare un piano B”.

In fondo al listino anche Fiat -5,33% in scia al calo a doppia cifra delle vendite di Peugeot e Impregilo – 5,28%. Si salvano siul Ftse Mib solo una manciata di titoli: Terna +1,44%, Snam +0,29%, Enel Green Power e Luxottica chiudono invariate.

Telecom Italia (-2,29%) oggi ha lanciato l’offerta di riacquisto di obbligazioni fino a massimi 500 milioni di euro rivolta, in ordine di priorità, ai portatori delle notes con scadenza gennaio 2014 (ammontare nominale in circolazione di 500 milioni), luglio 2013 (500 milioni), marzo 2013 (645 milioni) e maggio 2014 (673 milioni). Telecom ha spiegato che le offerte “sono effettuate nel contesto dell’ottimizzazione della gestione finanziaria della società e sono finalizzate alla gestione attiva delle scadenze del debito”.

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