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Il Nasdaq (-5%) pesa sui mercati, ma Milano resiste

I realizzi sui listini americani pesano anche sull’Asia e sull’Europa, ma Piazza Affari viaggia in rialzo spinta dai finanziari – Vola Mediaset sostenuta dal risiko delle tlc – Male Exor dopo i conti – Debole l’euro, giù il petrolio, risale l’oro

Il Nasdaq (-5%) pesa sui mercati, ma Milano resiste

Borse europee contrastate all’inizio dell’ultima seduta della settimana. A metà mattina, Milano guadagna lo 0,9%. Seguono in ordine sparso Francoforte (-0,05%), Parigi (+0,03%), Madrid (+1,35%) e Londra (-0,15%).

Pesa sui mercati il tonfo di Wall Street, dove il Dow Jones ha chiuso in flessione del 2,8%, il calo peggiore da giugno, e l’S&P 500 del 3,5%. Ancora peggio il Nasdaq: -5%. A innescare l’ondata di vendite è stata proprio una battuta d’arresto dei titoli tecnologici, su cui dopo tanto correre hanno prevalso i realizzi.

L’onda lunga degli Stati Uniti si è fatta sentire anche in Asia: a Tokyo l’indice Nikkei ha chiuso in ribasso dell’1,1%. Male anche il Topix (-0,90%).

Per quanto riguarda i singoli titoli del Ftse Mib, Mediaset tiene banco (+6,63% a 1,68 euro) dopo la sentenza della Corte Ue e l’interesse, manifestato dal Biscione, ad entrare nel business della Rete Unica con Tim e Open Fiber. Per il resto, gli andamenti migliori sono quelli di Banco Bpm (+5,56%), Amplifon (+3,69%), Finecobank (+3,33%) e Pirelli (+2,47%).

Atlantia (+1,12%) recupera in parte il calo di giovedì (-6,13%, a sua volta arrivato dopo il +16% di mercoledì). StMicroelectronics risale la china (+1,12%) malgrado la frenata dei tecnologici.

In coda al principale listino di Piazza Affari troviamo Exor (-1,17% all’indomani dei conti, da cui è emersa una perdita di 1,318 miliardi nel primo semestre), Hera (-0,61%), Moncler (-0,33%) e Generali (-0,31%).

In generale, sui mercati prevale l’incertezza, con gli operatori che preferiscono attendere il dato sull’occupazione Usa di agosto, in arrivo alle 14.30 italiane.

Debole il petrolio: il contratto sul Wti con scadenza a ottobre cede lo 0,65%, a 41,1 dollari il barile, mentre quello del Brent in scadenza a novembre scende dello 0,64%, a 43,79 dollari.

Sul versante valutario, l’euro rallenta la discesa e passa di mano a 1,1842 dollari (1,1813 alla chiusura precedente). A inizio settimana la moneta unica era salita sopra la soglia degli 1,20 dollari, il massimo in 28 mesi, per poi imboccare la via del ribasso. L’euro vale anche 125,71 yen (da 125,85 della chiusura precedente), mentre il cambio fra il biglietto verde e la moneta nipponica è a 106,158.

Lo spread Btp-Bund viaggia a quota 150, un solo punto base in più rispetto alla chiusura di ieri.

Infine, l’oro è in rialzo dello 0,25%, a 1935.7 dollari l’oncia.

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