Condividi

Il Monte dei Paschi, l’importanza del nuovo accordo sindacale e il ruolo del Fondo di solidarietà

Il nuovo accordo sindacale di Mps è un buon esempio di come, attraverso il negoziato e il consenso, si possa ridurre il personale ma senza traumi – Gli organici si alleggeriranno di 8mila dipendenti entro il 2017 in modo da rendere praticabili gli obiettivi del nuovo piano industriale ma l’intervento del Fondo di solidarietà del settore aiuterà i lavoratori

Il Monte dei Paschi, l’importanza del nuovo accordo sindacale e il ruolo del Fondo di solidarietà

L’ accordo sindacale sulla gestione degli esuberi di personale siglato ora tra la Banca MPS e le organizzazioni sindacali dei lavoratori del credito (compresi la Fisac-Cgil e il DirCredito che non avevano firmato le precedenti intese) assume una particolare rilevanza perché garantisce il target, senza il ricorso a strumenti traumatici, della riduzione degli organici del gruppo bancario di 8000 unità nel periodo 2013-2017, di cui a giugno scorso già realizzate 3800 uscite, come previsto dal Piano di Ristrutturazione della Banca concordato lo scorso anno con il Mef e la Comunità Europea.

La mancata progressiva realizzazione della riduzione strutturale degli organici avrebbe infatti potuto essere un motivo per comportare, tra l’ altro, impatti negativi per la Banca, tra cui la revoca da parte della Commissione Europea dell’ approvazione del Piano di Ristrutturazione stesso e la restituzione dell’ aiuto ricevuto, nonché i più pesanti complessivi riflessi derivanti dalla mancata attuazione del Piano di rilancio del Gruppo.

“L’ intesa raggiunta con tutte le sigle e quindi con un tavolo sindacale ricomposto dopo un anno – ha sottolineato Ilaria Dalla Riva, che ha guidato nella trattativa con i sindacati la delegazione aziendale della Banca – è coerente con gli obiettivi di Piano industriale 2013-2017 e ci permetterà di ottenere una riduzione dei costi e degli organici”.

Per l’ anno 2014 l’ accordo sottoscritto prevede una riduzione di organico di 1334 unità attraverso una iniziativa di esodo incentivato per i lavoratori che alla data del 31 ottobre maturano i requisiti per accedere direttamente alla pensione, mentre i lavoratori che li matureranno successivamente ed entro il 30 dicembre 2019 beneficeranno delle prestazioni del Fondo di Solidarietà del Settore.

Come è noto, il Fondo eroga un assegno di sostegno di importo equivalente all’ importo della pensione che il lavoratore percepirà alla fine del periodo di permanenza, per un massimo di cinque anni, nel Fondo stesso: poiché l’assegno di sostegno è considerato dalla normativa fiscale come incentivazione all’ uscita, la sua tassazione separata, con aliquota del Tfr, comporta sostanzialmente che il suo netto equivalga a circa l’ 80% del netto di una retribuzione media.

Le domande di adesione al Fondo di Solidarietà dovranno essere presentate entro il 26 settembre prossimo per poter beneficiare, per tutto il periodo di permanenza nello stesso, delle coperture assistenziali (rimborso spese mediche) e delle condizioni e agevolazioni creditizie che la Banca riconosce ai lavoratori in servizio, oltre al riconoscimento della posizione in essere presso i Fondi di Previdenza aziendali.

L’ attivazione del Fondo, a differenza di quello del 2012, non comporta alcun onere aggiuntivo per i dipendenti in servizio, rimanendo le prestazioni a carico della Banca, che provvederà a corrispondere al Fondo i relativi trattamenti, oltre ai contributi pensionistici previsti dalle disposizioni vigenti.

L’ intesa infine prevede due interventi specifici per alcune particolari categorie:

– per le fasce di retribuzione più basse, è prevista l’ attribuzione, a titolo di incentivo, di una integrazione mensile della prestazione straordinaria del Fondo, così da garantire un trattamento netto pari all’ 80% della retribuzione ordinaria dell’ ultimo mese di servizio e fino all’ importo massimo di 2000 euro;

– per le lavoratrici in possesso dei requisiti per l’ esercizio della opzione per il passaggio al metodo contributivo della pensione (art. 1, commando 9, L 243/2004), in caso di adesione alle iniziative di esodo al Fondo, è riconosciuta, per riequilibrare la riduzione pensionistica, una incentivazione all’ uscita pari a 24 mensilità di retribuzione lorda, alle quali potranno aggiungersi fino ad un massimo di ulteriori 9 mensilità in relazione al periodo intercorrente tra la data di cessazione del servizio e quella di corresponsione della pensione (la cosiddetta ” Finestra”).

Commenta