Un nuovo terremoto scuote la maggioranza. Il ministro del Tesoro, Fabrizio Saccomanni, minaccia le dimissioni nel caso in cui l’Italia non rispetti il tetto del deficit al 3% imposto dall’Europa. “Gli impegni vanno rispettati, altrimenti non ci sto”, ha detto il ministro al Corriere della Sera, ricordando che “dobbiamo trovare subito 1,6 miliardi per rientrare di corsa nei limiti del 3%. Poi si dovrà concordare una tregua su Iva e Imu, rinviando la questione al 2014 con la legge di Stabilità, che va presentata entro il 15 ottobre”.
Secondo Saccomanni, se si agisce subito, è verosimile che l’effetto sui tassi d’interesse sia positivo e si possa finire l’anno con un deficit ben inferiore al 3% anche grazie ad alcune operazioni già allo studio, come le privatizzazioni e la rivalutazione delle quote della Banca d’Italia oggi in mano alle banche. Quanto all’ipotesi di differire l’aumento dell’Iva a fine anno, il ministro ritiene che sia poco praticabile: “Nemmeno se aumentassimo la benzina di 15 centesimi riusciremmo a incassare l’equivalente. Ma io non mi metto alla disperata ricerca di un miliardo se poi a febbraio si va a votare. Tutto inutile se una campagna elettorale è già iniziata”.
La reazione del Pdl è affidata alle parole di Maurizio Gasparri: “Saccomanni fa fatica a gestire una situazione economica complessa che richiede ben altro spirito di iniziativa e maggiore capacità di visione – ha detto il vicepresidente del Senato -. Penso da tempo che altre scelte per il ministero sarebbero migliori. A partire da una diretta responsabilità di Letta in materia economica. Le minacce di Saccomanni non fanno paura a nessuno: abbiamo indicato coperture per oltre dieci miliardi di euro, che coprono largamente la cancellazione dell’Imu sulla prima casa e il blocco dell’Iva. Forse perfino Saccomanni sa che se l’Iva aumentasse le entrate dello Stato diminuirebbero. Insomma, se non se la sente lasci. Un cambio all’Economia è auspicato da tutti, a destra e a sinistra. Ne ho personale riscontro da mesi”.
Da Palazzo Chigi, invece, arriva solidarietà nei confronti del ministro. Il premier Enrico Letta ha espresso a Saccomanni “vicinanza e piena sintonia”: fonti della Presidenza del Consiglio riferiscono che “i margini per soluzioni di politica economica ci sono” e che devono finire “gli aut aut al governo”.