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Il cda di Iren ha approvato il piano di riassetto del gruppo Edison

L’utility, in un comunicato ufficiale, ha spiegato di aver “dato mandato a proseguire i negoziati, raccomandando al comitato esecutivo di mantenere e ampliare il rapporto industriale tra Delmi ed Edison”. Ieri Bruno Tabacci, assessore al Bilancio di Milano, aveva riaffermato il suo progetto di una multiutility del Nord dove aggregare A2A, Iren ed Hera.

Il cda di Iren ha approvato il piano di riassetto del gruppo Edison

Il consiglio di amministrazione di Iren, riunitosi oggi, ha esaminato e approvato le linee guida di A2A per il riassetto del gruppo Edison. L’utility, in un comunicato ufficiale, ha spiegato di aver “dato mandato a proseguire i negoziati, raccomandando al comitato esecutivo di mantenere e ampliare il rapporto industriale tra Delmi ed Edison”. Inoltre, si sottolinea che “la conclusione dell’operazione incrementera’ la capacita’ produttiva del gruppo Iren nel settore idroelettrico, con diritto di ritiro della propria quota di energia elettrica prodotta dagli impianti di Mese ed Udine”, derivanti dal break up di Edipower.

I dettagli dell’intesa prevedono essenzialmente l’attribuzione di due centrali idroelettriche (Mese e Udine) a Iren e A2A, di un’opzione di acquisto di 250 megawatt di asset eolici di Edison pagabili in azioni Edison e e di una put sull’intero 100% della quota del gruppo elettrico (pari al 30% del capitale) in mano a Delmi, la holding dei soci italiani di Edison. L’accordo-quadro dovrà essere finalizzato entro il 30 novembre.

Ieri Bruno Tabacci, assessore al Bilancio del Comune di Milano, aveva riaffermato il suo progetto di una multiutility del nord dove vengano aggregate A2A, Iren ed Hera, ma questo processo deve essere accompagnato da un management efficace. “Se mi fondo con altre societa’, con Iren ed Hera, questo e’ un modo per intercettare un’indicazione del governo” che chiede agli enti di diluire la loro partecipazione nelle municipalizzate. Ma, “anche una multiutility del nord ha comunque bisogno di un capo azienda capace e non che sia scelto con il manuale delle rappresentanze delle identita’ locali”. “Questi discorsi – ha aggiunto – rispondono a una sana politica industriale” che, secondo l’assessore, consente risparmio di costi, politiche commerciali efficaci e una solida base produttiva.

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