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Il 2013 dei mercati comincia bene: niente baratro fiscale in Usa e le Borse festeggiano

Il Congresso americano ratifica l’accordo siglato al Senato ed evita il fiscal cliff – Immediata la reazione positiva dei mercati – In Asia la svalutazione dello yen sostiene il rally di Tokyo – Il bilancio del 2012 in Italia: Btp superstar e Azimut regina di Piazza Affari, record di scambi per Unicredit, unica matricola Cucinelli – Piazza Affari corre: +2%.

Il 2013 dei mercati comincia bene: niente baratro fiscale in Usa e le Borse festeggiano

Il baratro si allontana, le Borse possono festeggiare. Stanotte, ovvero alle sei del mattino in Italia, dopo una seduta al cardiopalma dei vertici repubblicani, la Camera dei rappresentanti (a maggioranza, per l’appunto, repubblicana) ha ratificato l’accordo siglato al Senato: 257 i sì contro 167 no. Contro l’intesa hanno votato contro, disobbedendo allo speaker John Boehmer, 151 parlamentari del Grand Old Party, tra cui il capogruppo Ed Cantor. La battaglia sul risanamento della finanza pubblica Usa è tutt’altro che finita. Ma per ora le Borse respirano.

Il primo mercato a reagire, dopo il voto del Senato, era stato il Sensex indiano +0,8%, che ha festeggiato l’intesa con un incremento dello 0.8% che porta la Borsa indiana ai massimi dal 25 aprile 2011.

L’intonazione positiva è stata confermata nella prima seduta del 2013 nelle altre Borse asiatiche: sale Tokyo +0,70% già in rally, esplodono gli altri listini del Pacifico. La Borsa di Hong Kong mette a segno un rialzo superiore al 2%, l’indice Msci Asai Pacific (che non comprende il Giappone) sale dell’1,5%.

Già a San Silvestro, del resto, Wall Street aveva intuito che la soluzione era ad un passo: S&P ha chiuso l’anno con un rialzo del 1,7%, Dow Jones +1,3%, Nasdaq +2%. Nel 21012 l’indice S&P ha guadagnato il 13 per cento. Si è trattato del maggior rally di fine anno dal 1974.

Ci sono le premesse, dunque, per una partenza lanciata dei listini europei, dopo la conclusione positiva del 2012.

Dopo due anni di pesanti perdite, il 2012 ha visto infatti la Borsa di Milano tornare a una performance positiva. L’indice FtseMib chiude l’anno con un progresso del 7,8% che lenisce appena i dolori del 2011 (-25%) e del 2010 (-13,2%). L’indice si attesta oggi a 16.273 punti, dopo avere toccato un massimo di 17.133 punti il 19 marzo e un minimo a quota 12.362 il 24 luglio. 

A livello continentale, tra le altre principali borse europee hanno fatto meglio di Piazza Affari i listini di Francoforte, con il Dax che ha segnato un +24,15% e di Parigi (Cac40 +14,03%). Peggio di Milano hanno fatto Londra (Ftse 100 +4,46%) e Madrid (Ibex35 -5,08%).

Il miglior risultato tra i titoli dello Stoxx 600 è stato Sky Deutschland: +300%, il peggiore la spagnola Bankia -89%, da oggi escluso dal listino della Borsa di Madrid

ASIA

A sostenere il rally di Tokyo contribuisce in maniera rilevante la svalutazione dello yen, che incontra il favore degli industriali. Compreso Carlos Ghosn, ceo sia di Renault che di Nissan. “Siamo ben lontani da una situazione di neutralità – ha dichiarato a Tokyo – Il rapporto giusto sarebbe di 100 yen per un dollaro”, ovvero c’è spazio per una discesa ulteriore dall’attuale livello di 87 yen .

Altre notizie positive: per il terzo mese consecutivo l’indice cinese delle imprese manifatturiere chiude in rialzo, a conferma ch l’economia ha avviato la ripresa; Singapore ha registrato una crescita del Pil su base annua dell’1,8% nell’ ultimo trimestre dell’anno: non c’è la temuta caduta in recessione.

I Paesi dell’Opec (responsabili di circa il 40% della produzione mondiale) hanno realizzato nel 2102 un nuovo record: per la prima volta il fatturato complessivo ha superato la soglia dei mille miliardi di dollari (1.050 per la precisione) il 2,5% in più rispetto a un anno fa. Anche tenendo conto dell’inflazione il primato di quest’anno resta tale, superando i picchi fatti segnare in occasione delle grandi crisi energetiche del 1973-74 e del 1979-81.

AMERICA

La lunga notte del Congresso Usa è destinata ad entrare nel Guinness dei primati. Alle dieci di sera di Washington, le 4 di notte italiane, i democratici hanno presentato il loro ultimatum: prendere o lasciare, perché il Senato non avrebbe accettato alcuna modifica al testo già approvato il 31 dicembre. A quel punto i repubblicani so sono spaccati. La maggioranza, ovvero 151 congressmen, hanno scelto il no. Ma una parte consistente del partito ha evitato la sfida al presidente, che ha già annunciato che firmerà la legge.

Ma che dice il provvedimento?

L’accordo approvato nelle prime ore del 2013 per scongiurare il fiscal cliff prevede: una estensione dei tagli alle tasse sul reddito per i singoli che guadagnano meno di 400mila dollari all’anno, e per le coppie che ne guadagnano meno di 450mila; per chi ha un reddito maggiore l’aliquota fiscale passa invece dall’attuale 35% al 39,6%. Aumentano anche la tassa sulla successione dal 35% al 40% e quella sulle plusvalenze e i dividendi, per i redditi superiori ai 400 mila dollari.

Viene mantenuta invece la minimum tax per quasi 30 milioni di cittadini della classe media con un risparmio sulle tasse per una media di 3.000 dollari ed estesi i benefici legati all’indennità di disoccupazione per chi è senza lavoro da almeno un anno. Per i tagli sulla spesa pubblica è stato convenuto un rinvio di due mesi. Su questo fronte ci sarà ancora battaglia. Senza dimenticare che l’intesa, prima di divenire efficace, dovrà essere approvata dalla Camera dei Rappresentanti, a maggioranza repubblicana.

L’intesa sul fiscal cliff consente a Wall Street di rivedere le strategie operative, Il settimanale Barron’s sostiene che il titolo Apple, sceso del 30 per cento dai massimi di settembre, è oggi una grossa opportunità di acquisto. Molte vendite sono state provocate dall’incertezza sulla tassazione dei capital gains cui si è aggiunta la preoccupazione per vendite minori del previsto per l’iPhone 5, ancora tutta da dimostrare.

ITALIA

Riflettori accesi su Atlantia e, soprattutto, su Auto To-Mi dopo che i decreti di fine anno hanno sospeso gli incrementi tariffari relativi a quattro concessioni (Brescia-Verona-Vicenza-Padova, Satap A4 , Satap A21 e Sat), mentre hanno autorizzato incrementi inferiori a quelli richiesti per altre tre tratte (Autostrade per l’Italia, Ativa e Milano-Serravalle). In particolare risulta colpito il gruppo Gavio, ma ci soo problemi anche per la società dei Benetton, già concentrata sulla possibile fusione tra Gemina e la stessa Atlantia.

Venerdì il Tesoro ha chiuso positivamente la prima asta dei Btp del programma di funding per il 2013. Sono stati collocati 5,8 miliardi di titoli a 5 e 10 anni con rendimenti pressoché invariati rispetto alle aste precedenti. Gli intenti erano di vendere Btp per un ammontare compreso fra 4 e 6 miliardi. Nel dettaglio, i titoli a 5 anni sono stati piazzati a un rendimento del 3,26% (3,23% all’asta di fine novembre) e quelli a 10 anni al 4,48% dal 4,45%. 

Sul mercato secondario il Btp a 10 anni ha chiuso in lieve miglioramento con rendimento al 4,48% (da 4,50% di ieri) e spread a 317 (- punti base).

Venerdì l’anno si è chiuso in Piazza Affari con una seduta negativa per le banche: Unicredit è scesa dell’1%, Intesa-0,9%, Banco Popolare -0,5%, Ubi -0,5%. Solo MontePaschi ha chiuso con un guadagno dello 0,6%.

Deboli le assicurazioni: Generali -0,5%, Unipol invariata. Fra gli industriali Fiat è scesa dell’1%, Finmeccanica-0,4%. Ribassi diffusi fra le utility: Enel -1,8%, A2A -0,3%. Telecom Italia è arretrata dello 0,6%. Forte ribasso di Mediase che ha perso il 2%. Pochi i titoli positivi: Autogrill +0,06%, Luxottica +0,3% e Campari +0,2%. 

IL BILANCIO

Facciamo i conti prima del via.

A) Il 2012 si è chiuso con 323 società quotate, in calo dalle 328 dell’anno passato. Nella consueta rassegna di Borsa Italiana si ricorda che le nuove ammissioni nel 2012 sono state sette, di cui sei Ipo (Initial public offering). Di queste, però, solamente quella di Brunello Cucinelli ha riguardato il mercato principale Mta, le altre sono state sull’Aim Italia e sul Mac. Le Ipo erano state nove nel 2011 e dieci nel 2010. Le società revocate durante gli ultimi dodici mesi sono state 13.

B) Unicredit la palma di più scambiato nell’anno. L’azione dell’istituto di Piazza Cordusio è stata infatti la più trattata sia per controvalore, con un totale di 89,9 miliardi di euro, sia in termini di contratti (6,7 milioni). 

C) Azimut regina di Piazza Affari nel 2012 a livello di performance fra i titoli a maggiore capitalizzazione, fanalino di coda per A2A che registra l’andamento peggiore. La società di asset management, secondo i dati diffusi oggi da Borsa italiana alla chiusura dei mercati, ha registrato nel 2012 un crescita del 78,5%, seguita da Salvatore Ferragamo che cresce del 66,3%. Ultimo posto, invece, per la superutility lombarda che lascia sul terreno il 40,8%. Seguono con un calo del 26,1% Mediaset e Telecom (-17,2%).

D) il Mot, il mercato delle obbligazioni e dei titoli di Stato gestito da Borsa Italiana, ha registrato nel 2012 il suo nuovo massimo storico per numero di contratti scambiati (6,3 milioni, +36,4% sul 2011), pari a 320,2 miliardi di euro (+57,1% sul 2011).

E) L’ultima delle tre aste di Btp Italia, quella del 18 ottobre scorso, ha registrato il nuovo record assoluto per scambi in una singola seduta sui mercati obbligazionari di Borsa Italiana con 90.049 contratti e per controvalore con oltre 9,6 miliardi di euro. Si è trattato della più grande emissione obbligazionaria in Europa, con oltre 18 miliardi raccolti in quattro giorni di sottoscrizioni.

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