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Idrogeno verde, la Sardegna prepara i bandi. Sarà prodotto nelle aree industriali abbandonate

Dopo l’avviso pubblicato dal Mite in gennaio, la Sardegna si prepara a spingere sull’idrogeno verde. I progetti dovranno rispettare l’ambiente e concludersi nel 2025

Idrogeno verde, la Sardegna prepara i bandi. Sarà prodotto nelle aree industriali abbandonate

L’idrogeno entra nel futuro energetico anche della Sardegna. Aiutato, come altre fonti pulite, dal Piano di Ripresa e Resilienza, ha avuto il benestare dalla Regione per impianti da costruire nelle aree industriali dismesse. La prossima tappa sono i bandi pubblici per finanziare i lavori. “Predisporremo un bando per la presentazione delle manifestazioni di interesse per l’accesso ai fondi per la produzione di idrogeno verde, prodotto con fonti energetiche rinnovabili” spiega l’Assessora all’Industria, Anita Pili. La Regione ha adottato una delibera rispettando l’avviso che il Ministero della Transizione ecologica ha pubblicato a gennaio per le Regioni. Il passaggio alla produzione di idrogeno verde, in realtà, è molto più articolato dato lo stretto legame con i piani di decarbonizzazione dell’Ue. Si tratta di riconvertire nei vari Paesi, sistemi di alimentazione energetica dalle fonti fossili all’idrogeno non inquinante. Da qualche mese in Italia si è mossa anche la Regione Abruzzo.

UNA STRADA DI MEDIO PERIODO

Passaggi di medio periodo verso il phase out al 2030 e su cui la Sardegna ha deciso di impegnarsi. La Regione- aggiunge l’assessora Pili- ha identificato l’idrogeno come vettore strategico nel suo Piano energetico ambientale regionale 2015-2030 (Pears) e l’accesso al bando offrirebbe l’opportunità di avviare la realizzazione di un’economia supportata da questa fonte . Il quadro regionale di aree dismesse, sulla carta, favorisce una simile programmazione ma bisogna vedere nel concreto come si articolerà dopo l’emissione dei bandi pubblici. Ci sono molti siti con territori idonei per lo sviluppo di progetti su scala locale ed una certa densità di impianti di produzione di energia elettrica. L’idrogeno verde dovrebbe sostituire grandi quantità di olio combustibile attualmente impiegato nei siti in attività. Si parla di ambiti territoriali “che potrebbero favorire la sinergia tra i vari settori energetici, bilanciando l’uso di energia elettrica e gas e favorire l’integrazione e lo sfruttamento in loco della produzione derivante dalle rinnovabili” spiega ancora l’Assessora Pili. I nuovi impianti oltre agli elettrolizzatori – cuore del sistema di produzione- dovranno essere progettati con criteri di accumulo dell’energia prodotta e impianti di stoccaggio a favore dei territori. Tassello importante nell’iter progettuale e autorizzativo la sostenibilità ambientale. Nel complesso è fatta salva la tutela del paesaggio e i progetti non dovranno ledere i principi di compatibilità stabiliti in sede europea. Soprattutto devono essere concepiti in modo da “non arrecare un danno significativo”. Bisognerà verificare in concreto come saranno applicati questi principi che non solo in Sardegna sono stati a lungo usati in modo strumentale per bloccare progetti sulle fonti alternative. Già di per sé il processo industriale per avere idrogeno verde ha costi alti. In ogni caso il governo nell’avviso alle Regioni ha giustamente fissato tempi stretti per i futuri impianti industriali: dovranno concludersi entro il 31 dicembre 2025

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