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I Ricci delle suore di clausura che ingolosivano il Principe del Gattopardo: la ricetta custodita da una giovane pasticciera che lavorò nel convento di Palma di Montechiaro

Il principe di Salina condivideva con il Re di Napoli il diritto di entrare nel convento. E li si riforniva dei dolci che potevano essere venduti dalla suore solo attraverso la ruota degli esposti per non avere contatti con l’esterno. L’eredità raccolta da Concetta Marino. La ricetta per farli in casa

I Ricci delle suore di clausura  che ingolosivano il Principe del Gattopardo: la ricetta custodita da una giovane pasticciera che lavorò nel convento di Palma di Montechiaro

Giuseppe Tomasi di Lampedusa nel suo celeberrimo romanzo de Il Gattopardo ne parla così: «Il monastero di Santo Spirito era soggetto ad una rigida regola di clausura e l’ingresso ne era severamente vietato agli uomini. Appunto per questo il Principe era particolarmente lieto di visitarlo, perché per lui, discendente diretto della fondatrice, la esclusione non vigeva, e di questo suo privilegio, che divideva soltanto con il Re di Napoli, era geloso e infantilmente fiero. (…) gli piacevano i mandorlati che le monache confezionavano su ricette centenarie».

A far gola al severissimo principe erano i Biscotti ricci che le monache benedettine del Convento del SS Rosario di Palma di Montechiaro, un paesino della provincia di Agrigento in Sicilia, preparavano nel segreto delle loro cucine e che vendevano al pubblico solo attraverso la ruota degli esposti, quella destinata ad accogliere anonimamente i bambini non desiderati dai genitori, ricevendo gli ordini da dietro una grata. Funzionava così: chi voleva acquistare questi squisiti biscotti, suonava una campanella esterna, da dietro la grata rispondeva poco dopo una suora che accoglieva l’ordine. Ancora una breve attesa e i biscotti, confezionati con cura in vassoi, venivano consegnati attraverso la rota.

Dolci saporitissimi e di antica data dal momento che la produzione di questi mandorlati, risale alla metà del XVII secolo, quando le suore del monastero inventarono questa ricetta per celebrare la visita del Duca Santo Giulio Tomasi di Lampedusa, antenato dell’autore del celebre romanzo. Il monastero, soggetto a severi vincoli di clausura che proibivano l’accesso agli uomini, faceva un’eccezione per il Principe, un privilegio che, come narra il romanzo, era motivo di orgoglio per lui. Durante le sue visite, le suore gli preparavano dei biscotti mandorlati, seguendo una tradizione locale.

I ricci del Gattopardo testimonianza di come la cucina monastica abbia influenzato la tradizione dolciaria siciliana. nel dicembre 2023, sono stati ufficialmente iscritti al REI “Registro delle Eredità Immateriali della Sicilia” solennizzando così un’usanza religiosa come espressione di un’interazione unica tra la comunità monastica e quella laica.

A Palma di Montechiaro diverse pasticcerie oggi vendono i Ricci del Gattopardo, ma solo una donna custodisce il segreto della ricetta autentica delle suore di clausura. Il suo nome è Concetta Marino, ha aperto una pasticceria in Via Pietro Nenni e ha raccontato la sua storia al quotidiano La Sicilia.

Sesta di una famiglia numerosa di 12 figli, a 8 anni e mezzo, era stata mandata dai genitori nel convento delle Benedettine, insieme a due delle sue sorelle più piccole. Ovviamente la vita era molto rigorosa dietro quelle mura imperscrutabili: “Non potevamo fare niente, né uscire, né circolare per il convento, nemmeno affacciarci alla finestra”, spiega. È rimasta lì fino alla terza media. Una suora, Suor Maria Giannina, la prese in simpatia e la portò nel laboratorio di pasticceria all’interno del convento. La piccola Concetta rimase subito affascinata da quel mondo di profumi e sapori. E quando dovette abbandonare il Convento iniziò a frequentare corsi di pasticceria professionale. E, oggi, Concetta è l’unica erede dei segreti dei dolci conventuali di Palma di Montechiaro che vende nella sua pasticceria.

Anche se il segreto resta, c’è una ricetta per poter fare i Ricci del Gattopardo a casa, eccola.

LA RICETTA DEI RICCI ALLE MANDORLE

Ingredienti

400 g di farina di Mandorle Agrigentine

400 g di zucchero semolato bianco

4 uova fresche intere

la buccia di un limone grattugiata

Procedimento

Mescolare tutto assieme la farina di mandorle, lo zucchero, la scorza grattugiata del limone in una ciotola aggiungendo le uova intere una alla volta. Proseguire Impastando con le mani, o con l’aiuto di una planetaria, fino a ottenere un composto omogeneo e consistente. Versare l’impasto in una sac à poche oppure usare un forma-biscotti a estrusione. Creare dei tronchetti di impasto lunghi circa 8 centimetri lasciando spazio fra uno e l’altro. Da ultimo cospargere di zucchero semolato infornando a 180°C in forno preriscaldato per almeno 10 minuti, finché non saranno dorati.

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