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I mercati snobbano l’effetto Berlusconi: in Borsa giornata di vendite dopo la corsa (-0,2%)

Dopo la corsa dei giorni scorsi, Piazza Affari è stata dominata più dalle prese di beneficio di fine settimana che dall’effetto Berlusconi e ha chiuso in lieve calo (-0,2%) – Anche Mediaset ha contenuto le perdite: -1,9% – Telecom e Intesa escludono aumenti di capitale, ma i conti non convincono il mercato.

I mercati snobbano l’effetto Berlusconi: in Borsa giornata di vendite dopo la corsa (-0,2%)

I listini si lasciano alle spalle i rialzi di ieri sull’onda delle dichiarazioni delle banche centrali e chiudono nel complesso deboli, attorno alla parità. Sugli umori è tornato a incidere il dato sulla disoccupazione Usa, sceso al 7,4%, ai minimi da dicembre 2008 (ma i posti di lavoro creati sono risultati sotto le attese). Numeri che, sottolineano gli operatori, non cambiano le aspettative sul “tapering”.

Milano cede lo 0,23% appesantita da Telecom Italia e dalle banche, Francoforte e Parigi chiudono sulla parità, Londra -0,5%. Resiste in territorio positivo Madrid, +0,4%.

Anche Wall Street gli indici si muovono contrastati: l’S&P cede lo 0,15% e prova a resistere sopra quota 1.700. Oltre al dato sulla disoccupazione oggi è stato reso noto il dato sugli ordinativi alle fabbriche, che sono cresciuti in luglio dell’1,5%, alla quota destagionalizzata di 496,7 miliardi di dollari, sotto le attese degli analisti, che si attendevano un rialzo del 2,3%. L’ indice Ism Ny è invece balzato a 67,8 punti in luglio, battendo le attese.

Il petrolio Wti ritraccia e cede l’1,08%, l’euro dollaro è a 1,3268 (+0,46%). Lo spread Btp-Bund chiude a 267 punti, dopo aver toccato il minimo da inizio giugno a 263.

A Piazza Affari sul Ftse Mib pesano le banche: Ubi -3,28%, Intesa -1,99%, Bpm -1,97%. Oggi Intesa Sanpaolo ha diffuso i conti del semestre, con utili in calo del 75%, a 116 milioni. La Banca ha rimborsato nel secondo trimestre 12 miliardi su 36 ricevuti del programma Ltro varato lo scorso anno dalla Bce per sostenere il sistema bancario e tramite esso l’economia. Il ceo Cucchiani ha detto che Intesa non è interessata ad “un consolidamento domestico”, aggiungendo che “non c’è alcun desiderio di partecipare ad alcun salvataggio di un player nazionale”. Per quanto riguarda Telecom Italia, la banca non sta valutando una nuova svalutazione dei valori della sua quota: la situazione è “complessa, ma noi tutti crediamo che ci siano opportunità non pienamente apprezzate”.

E oggi i riflettori si sono accesi anche su Telecom Italia, che ha comunicato conti in rosso per 1,4 miliardi nel semestre (su cui pesano le svalutazioni dell’avviamento per complessivi 2,2 miliardi) e un profit warning sul margine operativo lordo da “low single digit decline” a “mid single digit decline”. Sono invece confermati gli obiettivi di ricavi organici consolidati stabili e soprattutto, si legge nella nota, di indebitamento netto rettificato inferiore a 27 miliardi di euro. Bernabè ha detto che per raggiungere gli obiettivi 2013, in particolare la riduzione del debito, “non abbiamo bisogno di un aumento di capitale né di vendere il Brasile”.

In scia alla condanna di Silvio Berlusconi, Mediaset chiude in calo dell’1,9%.

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