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I giovani italiani sono davvero poco propensi a trasferirsi?

Da ATLANTE di PROMETEIA – La mobilità dei giovani disoccupati è inferiore alla media europea, ma per gli inattivi accade l’opposto. In entrambi i casi i giovani italiani che si spostano per motivi lavorativi sono disposti ad andare lontano.

Alcune settimane fa una nota di Eurostat sulla disponibilità dei giovani a spostarsi per motivi lavorativi ha evidenziato come i disoccupati italiani, sul panorama europeo, siano tra i meno propensi a cambiare residenza per trovare lavoro. Siamo al solito ritornello dei giovani nostrani pigri e mammoni in confronto ai loro coetanei europei, più autonomi e dinamici? In realtà i dati di Eurostat delineano un quadro composito, di cui vale la pena sottolineare alcuni aspetti rilevanti.

In primo luogo la mobilità dei giovani italiani disoccupati all’interno del Paese, pari al 19%, è di appena 1 punto percentuale inferiore alla media europea. L’indicatore è invece maggiore per chi possiede un titolo di studio elevato: su 100 giovani laureati italiani disoccupati, infatti, 27 sono disposti a trasferirsi in un’altra città dello Stivale, rispetto ad una media UE di 23.

In secondo luogo i giovani disoccupati italiani disponibili a trasferirsi all’estero sono pronti ad andare lontano. Il 67% di loro, infatti, preferisce un paese al di fuori dell’Unione Europea: tra i principali stati membri si tratta di una percentuale tra le più elevate, se si fa eccezione per il Regno Unito (81%).

Inoltre, lasciando da parte gli occupati, meno incentivati a spostarsi per motivi di lavoro, soffermarsi esclusivamente sui disoccupati rischia di trascurare la propensione a trasferirsi di una parte rilevante della popolazione giovanile, gli inattivi. Di questo gruppo fanno parte coloro che non sono occupati, né in cerca di occupazione; si tratta, pertanto, dei giovani ancora impegnati in un percorso di studi, ma anche di quelli che rinunciano a cercare lavoro, magari perché scoraggiati dalla difficoltà di trovarlo.

La propensione a trasferirsi dei giovani inattivi italiani è elevata: il 49% di loro si sposterebbe (all’interno del paese o all’estero), rispetto ad una media europea del 39%. È alta soprattutto la quota di giovani italiani inattivi disposti ad andare al di fuori dell’Unione, pari al 26%, circa 10 punti percentuali in più dei loro coetanei francesi e 6 in più rispetto agli spagnoli; se poi si guarda ai laureati la percentuale per gli italiani arriva al 38%, rispetto ad una media UE del 22%.

Infine, dalla mobilità dei giovani italiani per area di origine emerge che i disoccupati meridionali, complice la maggiore difficoltà di trovare un’occupazione in loco, sono più disponibili a trasferirsi altrove, prediligendo spostamenti all’interno del paese, piuttosto che all’estero.

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