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I dividendi slittano, precipita il petrolio, giù le Borse

Cedole bancarie rimandate a ottobre: domani il Cda di Intesa – Manca la domanda: Brent ai minimi da 17 anni – Allarme su indici Pmi e occupazione – Trump si rassegna: a Pasqua Usa ancora fermi

I dividendi slittano, precipita il petrolio, giù le Borse

“Non passa giorno senza che si debbano aggiornare, in peggio, le stime sull’andamento dell’epidemia e sui tempi della ripresa”, scrive stamane Bruce Kasman, economista di JP Morgan, commentando la nuova revisione al ribasso delle previsioni sul Pil mondiale: -10,5% a fine giugno. I mercati, pur sostenuti dalla pioggia di incentivi in arrivo da governi e banche centrali, prendono atto che la ripresa sarà lunga e complicata.

PERDITE COLPI IL NIKKEI, NUOVI STIMOLI IN CINA

Perde colpi il Nikkei: -3%. Il Giappone ha in pratica sigillato le frontiere. Giù anche l’indice Kospi di Seul. Fa eccezione Sidney (+3%), spinta dai provvedimenti espansivi del governo.

Gli stimoli monetari e fiscali non spingono invece al rialzo i listini cinesi: Shanghai perde l’1,5%, l’Hang Seng di Hong Kong l’1,2%. Stanotte la Banca centrale della Cina ha tagliato di 20 punti base il tasso sui contratti pronto contro termine (Repo) a sette giorni, al 2,20%: è la riduzione più ampia degli ultimi cinque anni.

La Cina s’appresta a dichiarare la fine dell’emergenza e l’avvio della ripresa. L’agenzia stampa Xinhua ha annunciato che saranno raccolte nuove risorse con l’aumento dell’emissione di bond statali; anche le amministrazioni locali, province e municipi, saranno autorizzate a seguire la stessa via. Ma non sarà un processo semplice: le cronache rivelano che le autorità delle province che confinano con Wuhan, l’epicentro del virus, si rifiutano di aprire strade e ponti per favorire l’accesso alla metropoli.

MANCA LA DOMANDA, BRENT AI MINIMI DA 17 ANNI

Il sintomo più evidente della recessione globale è la crisi che ha investito il mercato del petrolio. Il Brent è in calo del 5,8%, a 23,5 dollari, nuovo minimo degli ultimi 17 anni. All’origine del nuovo calo, che coincide con il lancio di un missile dei ribelli Hutu alla periferia di Ryiad, è la crisi della domanda.

Goldman Sachs prevede per questa settimana una contrazione della domanda mai vista nella storia, un calo di 26 milioni di barili al giorno, pari a circa un quarto. In crisi anche lo stoccaggio, perché una buona parte del trasporto marittimo rischia il default.

Perde colpi anche l’oro a 1.617 dollari (-0,7%): gli operatori fanno cassa per fronteggiare la crisi di liquidità.

IL T-BOND DECENNALE RENDE LO 0,65%

Crollano i rendimenti dei T-bond: il decennale tratta allo 0,65%, con una perdita di 26 punti.

Il dollaro torna ad apprezzarsi su quasi tutto il resto: solo lo yen riesce a tenere testa alla valuta statunitense. Euro dollaro a 1,108.

TRUMP SI RASSEGNA: A PASQUA USA ANCORA FERMI

Si profila una partenza negativa per le Borse europee e per Wall Street, che ieri ha pianto la sua prima vittima: Pat Brodbent, direttore finanziario di Jefferies. Donald Trump, rimangiandosi l’ennesima spacconata, ha ammesso che la ripresa, da lui promessa entro Pasqua dovrà slittare di alcune settimane (o mesi). La John Hopkins University afferma che i positivi sono saliti a 142mila, più che in Cina e in Italia. A livello globale siamo arrivati a 721mila. Una fonte della Banca centrale ha detto a Bloomberg che non sarà rispettato l’impegno a non superare un deficit del 3% del Pil.

Prendono consistenza intanto i segnali di rallentamento dell’epidemia in Italia. Secondo i dati forniti dalla Protezione civile, domenica nel nostro Paese i soggetti positivi sono aumentati di 3.815 unità e hanno toccato quota 73.880. Il numero dei decessi è salito a 10.779, con un incremento di 756 casi. I guariti in una giornata sono cresciuti di 646, portando il totale a 13.030. Dall’inizio dell’epidemia si contano 97.689 persone contagiate.

Ma s’aggrava l’emergenza economica e finanziaria.

INDICI PMI E OCCUPAZIONE: SUONA L’ALLARME

Non si nutrono, ahimè, dubbi sull’esito dei sondaggi sulla fiducia di imprese e consumatori in Europa, che saranno pubblicati in mattinata. Una misura più precisa del disastro emergerà anche dalla lettura degli indici sull’attività manifatturiera in uscita nei prossimi giorni. I dati sull’Italia arriveranno mercoledì, in contemporanea con inflazione e occupazione.

Riflettori accesi soprattutto sui numeri del mercato del lavoro americano dopo l’aumento shock delle richieste di occupazione emerso dalle statistiche di venerdì scorso (3,3 milioni di jobless). Numeri drammatici al pari di quelli che domani emergeranno dall’indice cinese Caixin, stavolta atteso con particolare attenzione non solo dagli analisti del Celeste Impero.

La Cina, infatti, che ha accusato per prima la tempesta dell’epidemia, sembra già avviata alla ripresa. I consumi di carbone, secondo uno studio di Macquarie, sono tornati al 95% dei valori normali, così come il livello di congestione del traffico e le vendite di auto, in ripresa dopo essersi primo test sulla consistenza e rapidità della ripresa. Purché non ci siano ricadute.

PIL ITALIA VERSO -7,5%. BRACCIO DI FERRO ITALIA/BRUXELLES

Intanto le banche centrali, Fed e Bce in testa, continueranno a pompare liquidità nei sistemi per evitare il collasso. Ma i mercati sono consapevoli che questo non sarà sufficiente se non verrà individuato in sede Ue uno strumento che permetta all’EU di aggiungere risorse ai budget dei singoli paesi, senza prevedere la reciproca mutualità tra gli Stati (inaccettabile per i tedeschi) e senza l’esplicita condizionalità che lo rende indigesto ai Paesi del Sud (Italia e Spagna in testa). La quadratura del cerchio, magari coinvolgendo la Bei, va trovata entro due settimane. Meglio se prima, vista la congiuntura dei mercati.

La mancanza di solidarietà, di fronte ad una crisi dagli esiti ancora ignoti, rischia di minare la stessa solidità della moneta comune.

Lo scudo della Bce, intanto, permette di guardare con fiducia all’asta di domani di tre Btp a 5 e a 10 anni per 7,75 milioni di euro.

In particolare, gli analisti stimano che il Pil italiano possa subire una caduta del 7,5% che potrebbe essere contrastata solo da una pioggia monstre di interventi eccezionali.

CEDOLE BANCHE RIMANDATE A OTTOBRE. DOMANI IL CDA DI INTESA

Anche il calendario societario riflette lo sconvolgimento dei mercati. Non poche società hanno rinviato l’appuntamento con gli azionisti per l’approvazione dei conti. Tra queste, per ora, Daimler, Deutsche Telecom e il colosso delle materie prime Glencore.

Da segnalare che, per la prima volta nella storia, le Generali terranno il 27 aprile l’assemblea di bilancio a Torino. Una novità imposta dal coronavirus: il presidente Gabriele Galateri guiderà l’assemblea, naturalmente in videoconferenza, dal suo domicilio di casa. Il Leone in trasferta ha confermato la cedola a 0,96 euro (rendimento al 7,6% alle quotazioni di venerdì).

L’attenzione di Piazza Affari oggi sarà concentrata sui dividendi. La Bce ha invitato venerdì gli istituti europei a non pagare cedole «almeno fino all’ottobre 2020» e ad astenersi anche da eventuali operazioni di buyback (riacquisto azioni proprie) per poter assicurare finanziamenti a famiglie, piccole imprese e società. Intesa Sanpaolo, che ai prezzi attuali offre un rendimento del 12%, ha già fatto sapere che il Cda del 31 marzo prenderà in esame l’indicazione della Bce. Non sarà una decisione facile e un rinvio comporterà non pochi problemi alle fondazioni socie dell’istituto, un elemento importante del welfare italiano. Il dilemma riguarda anche altri istituti: su tutti, Banco Bpm (dividend yield del 6%) e Ubi (5,1%).

Anche Unicredit staccherebbe una cedola interessante ai prezzi attuali, 0,63 euro, che corrispondono a un rendimento del 7,59%. Jean Pierre Mustier, in veste di presidente della Federazione bancaria europea (Ebf), ha chiesto alle banche di valutare una linea comune sulla «rottamazione dei dividendi», conservando il capitale per dare sollievo all’economia in un momento di emergenza.

Da seguire la risposta del mercato all’accordo tra la Juventus e i giocatori bianconeri che, Cristiano Ronaldo in testa, hanno concordato di rinunciare agli stipendi di marzo, aprile, maggio e giugno 2020. I giocatori rinunciano complessivamente a 90 milioni, grosso mondo un terzo del monte stipendi (250 milioni). La società bianconera, con una nota pubblicata sul proprio sito internet, ha reso noto che, “in ragione dell’emergenza sanitaria globale attualmente in corso, che sta impedendo lo svolgimento dell’attività sportiva”, gli stipendi dei quattro mesi dei propri atleti e di Maurizio Sarri saranno ridotti in virtù dell’accordo raggiunto. Determinante il ruolo di Giorgio Chiellini, capitano dentro e fuori dai campo.

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