Condividi

I brevetti pharma non fermano Wall Street, banche super a Milano

Dopo l’iniziale sconcerto, Wall Street assorbe la sospensione temporanea dei brevetti sui vaccini anti-Covid decisa da Biden – Conti super per la Cina – Ferro, rame e alluminio sempre al top – Ottime le performance delle banche italiane

I brevetti pharma non fermano Wall Street, banche super a Milano

L’apertura di Washington a liberalizzare i brevetti sui vaccini anti-Covid ha prodotto effetti immediati sia sul fronte diplomatico che sui mercati. Alla vigilia del Consiglio Europeo, l’Europa si è divisa: Italia e Francia, sempre più vicine, sulla linea Usa; Angela Merkel contro: un po’ per tutelare i primati della Biontech di Magonza, frutto del lavoro di due geni immigrati dalla Turchia, un po’ per difendere il ruolo di Berlino come ponte tra l’Ovest e i giganti dell’Est, Russia e Cina. Sul piano borsistico, sia Pfizer che Johnson &Johnson hanno recuperato le perdite iniziali: ci vorrà molto tempo, soldi e un personale competente (che oggi non c’è) per far concorrenza ai Big Pharma. Diverso il discorso per il biotech: il nuovo orientamento Usa minaccia, almeno in linea di principio, il tesoro di competenze accumulato dalla ricerca in questi anni. Di qui le perdite a doppia cifra comunque ridotte nella giornata. Stephane Bancel, il numero uno di Moderna, nell’annunciare il primo utile della società ha voluto precisare: “La decisione Usa non mi ha fatto perdere un solo minuto di sonno”.

Anche i mercati sembrano tranquilli, confortati dall’andamento dell’occupazione: i richiedenti di nuova cassa integrazione negli Usa sono scesi sotto il mezzo milione.

MUMBAI +1,1%, VOLA L’EXPORT DI PECHINO

L’indice globale Msci, basato sui listini di 50 Paesi, si avvia a chiudere la settimana con un guadagno dello 0,4%.

L’apertura di Biden sui vaccini favorisce la Borsa di Mumbai (+1,1%), nonostante il Covid non allenti la morsa: 412 mila i nuovi contagiati.

L’Hang Seng di Hong guadagna lo 0,5%. CSI 300 dei listini di Shanghai e Shenzen +0,2%. I dati macroeconomici sulla Cina diffusi stanotte hanno stracciato le aspettative. Bene le esportazioni, ancora meglio le importazioni, il cui rialzo, in aprile, è stato il più forte negli ultimi dieci anni. L’indice PMI Caixin sulle aspettative dei direttori degli acquisti dei servizi è salito a 56,3, mentre il consensus si aspettava un calo.

Il Nikkei di Tokyo è sulla parità, in attesa della decisione del governo sul prolungamento dello stato di emergenza nelle prefetture di Tokyo e Osaka.

I future di Wall Street sono poco mossi. Ieri il Dow Jones (+0,93%) ha segnato un nuovo record. S&P 500 +0,83%, Nasdaq +0,37%.

I Big della tecnologia, Apple in testa, hanno chiuso in terreno positivo dopo i dati sul lavoro.

FRENA LA CARNE SINTETICA, TRONA A CORERRE IL TURISMO

Nel dopo borsa, sono arrivati i risultati del trimestre di Beyond Meat e di Expedia. La prima, attiva nell’ambito alimentare con una produzione di polpette vegetali, ha chiuso con 108 milioni di dollari di ricavi, sotto le attese. La perdita netta (27 milioni di dollari) è stata più alta del previsto anche per effetto di un forte incremento dei costi di marketing. Il titolo ha perso il 7% nel dopo borsa.

La società dei servizi per i viaggiatori ha invece battuto le previsioni, con ricavi a 1,25 miliardi di dollari, in calo del 44% anno su anno, ma in forte miglioramento rispetto ai trimestri precedenti. Le prenotazioni sono ancora in ribasso, -14%, ma sono molto meglio delle stime degli analisti.

FERRO, RAME ED ALLUMINIO AL TOP

Continua la corsa delle materie prime. Il minerale di ferro avanza del 5%, rame ed alluminio sfiorano i massimi di sempre. L’oro (+2,3% in settimana), ha varcato di nuovo la soglia psicologica di 1.800 dollari l’oncia.

L’attesa dei mercati è oggi concentrata sui dati delle buste paga dei lavoratori Usa. Le nuove assunzioni potrebbero aver superato i due milioni di unità nel mese di aprile.

BOLLETTINO BCE: L’INCERTEZZA RESTA “ELEVATA”, CAUTELA SUI TASSI

Nel Bollettino della Bce, si legge che i progressi delle campagne vaccinali “dovrebbero porre le basi per un recupero dell’attività economica nell’arco del 2021, sebbene per una completa ripresa sarà necessario attendere ancora qualche tempo”. A frenare la fiducia, infatti, resta un contesto di “elevata incertezza per cui la tempistica dell’allentamento delle misure di contenimento non è ancora chiara e non si possono escludere ulteriori sviluppi avversi associati alla pandemia”. Senza dimenticare che “è probabile che l’inflazione complessiva aumenti ulteriormente nei prossimi mesi”. Al termine di quest’analisi un po’ contorta viene comunque confermato “l’orientamento molto accomodante della politica monetaria”, necessario per sostenere la ripresa ancora fragile.

MILANO +0,13%. VIOLA ENTRA IN EQUITA

Milano sale dello 0,13%, a quota 24.495 punti. Fabrizio Viola, ex ceo di Monte Paschi, entrerà a far parte dell’Advisory Board di Equita.

Parigi si apprezza dello 0,28%: SocGen avanza del 5,46% grazie ai conti migliori delle attese; poco mossa, invece, EssilorLuxottica (+0,16%).

Francoforte +0,21%. Secondo l’istituto Ifo il boom delle auto elettriche potrebbe comportare una perdita di 100mila posti di lavoro nel settore auto.

L’emittente tedesca ProSiebenSat.1 Media ha accantonato i piani di cessione di Flaconi, retailer online dei profumi, a causa dello scarso interesse da parte dei potenziali acquirenti.

Madrid +0,19%. A Bruxelles Anheuser Busch Inbev avanza del 5,2% dopo i conti.

LA BANK OF ENGLAND DÀ IL VIA AL TAPERING

Londra +0,5%. L’azienda di moda britannica Next guadagna il 3,37% dopo aver rivisto al rialzo la guidance sull’utile dell’anno.

Bank of England ha lasciato invariati i tassi di riferimento al minimo storico (0,1%) e l’ammontare del programma di acquisto titoli a 895 miliardi di sterline, ma ha detto che rallenterà il programma di acquisto titoli a 3,4 miliardi a settimana tra maggio e agosto, rispetto all’attuale ritmo di 4,4 miliardi.

SPREAD A 111. IN VISTA UN NUOVO BTP 30

Il Btp termina in ribasso, peggiorando nel finale tra rumour di mercato sulla prossima emissione da parte del Tesoro di un nuovo sindacato a 30 anni.

Le pressioni si fanno sentire soprattutto sulla parte lunga della curva, con il tasso trentennale che termina a 1,93%, dopo un picco a 1,95%, massimo da metà settembre, da 1,90% della precedente chiusura.

Il decennale tocca un massimo di seduta a 0,89% per chiudere a 0,87% da 0,86%. Lo spread si spinge fino a quota 111 punti base da 108.

Il Tesoro, per la prima volta in un anno, non ha alzato l’ammontare di emissioni trimestrali, questo perché il picco dovrebbe essere stato raggiunto.

STASERA LA PAGELLA DI MOODY’S. POSSIBILE UNA PROMOZIONE

Il mercato guarda con serenità all’appuntamento di stasera con il giudizio di Moody’s sul rating sovrano italiano, attualmente a Baa3, con outlook stabile. Alcuni operatori non escludono un miglioramento delle prospettive.

Nelle aste a medio-lungo, la Francia ha assegnato 10,36 miliardi e la Spagna 5,44.

UNICREDIT SUPERSTAR. ORCEL: SÌ AI MERGER SOLO SE UTILI

Maglia rosa di giornata è stata Unicredit (+5%), che nel periodo gennaio-marzo ha riportato un utile oltre le attese di 877 milioni di euro, trascinando al rialzo l’intero comparto, giunto al nono rialzo in dieci sedute. Il periodo gennaio-marzo si è chiuso con un utile di 887 milioni di euro, oltre il doppio delle attese degli analisti. I ricavi sono saliti del 7%, a 4,7 miliardi di euro. In miglioramento il Common Equity Tier 1, pari a 15,9%. Mario Orcel, parlando di M&A, si è limitato a dire che non è uno scopo in sé, ma “un acceleratore e un potenziale miglioratore del nostro risultato strategico, quando è nel migliore interesse degli azionisti e abbiamo piena fiducia nella nostra capacità di eseguirlo”.

IN ARRIVO IL DECRETO PERLA DOTE A MPS

Una norma nella bozza del decreto Sostegni bis – che la prossima settimana dovrebbe arrivare in Cdm, come detto dal ministro dello Sviluppo economico, Giancarlo Giorgetti – potrebbe favorire il merger con Monte Paschi (-1,23% dopo l’utile a sorpresa di 119,3 milioni rispetto alla precedente perdita di 239) alzando a 3,1 miliardi di euro la quota di perdite fiscali che possono trasformarsi in credito d’imposta in caso di fusione.

BANCO BPM: RICAVI +5,9%, SALE ANCHE BPER

A Borsa chiusa sono stati resi noti i risultati di Banco Bpm (+1,36%), migliori del previsto. L’istituto ha chiuso il primo trimestre 2021 con ricavi in crescita del 5,9% rispetto allo stesso periodo del 2020 e utili oltre le previsioni degli analisti, nonostante l’accelerazione nella strategia di derisking che prevede cessione dei crediti deteriorati e riduzione delle sofferenze. Il giro d’affari “core” della banca guidata da Giuseppe Castagna è salito a 968 milioni, centrando il miglior dato dal 2018. Il risultato della gestione operativa ha registrato un aumento del 51,4% a 484 milioni.

In evidenza anche Bper (+1,95%). Banca Generali ha chiuso la seduta in leggera flessione (-0,46%). Mediobanca Securities ha confermato la raccomandazione neutral e il prezzo obiettivo a 30 euro, dopo i dati sulla raccolta netta ad aprile. “La società è sulla giusta strada per raggiungere le nostre stime sull’intero anno in termini di raccolta totale”, spiegano gli analisti. Intesa Sanpaolo +0,77%.

GLI ANALISTI PREMIANO CNH. PER AKROS È BUY

In luce Cnh Industrial (+4,42%), in scia ai commenti positivi degli analisti dopo i conti del primo trimestre. Banca Akros ha alzato il prezzo obiettivo del titolo da 15 a 17 euro, confermando il rating buy. Nella top ten del listino restano anche Tenaris (+1,83%) e Campari (+0,92%). Rialzano la testa le utility. Salgono Leonardo (+1,07%) e Generali (+1%).

L’AMERICA LATINA FRENA ENEL

Acquisti sulle utility: A2a guadagna l’1,1%, Terna lo 0,92%. Enel (-0,27%) ha chiuso il primo trimestre 2021 con ricavi pari a 17,107 miliardi di euro (-14,4% anno su anno) per un mix di fattori che va dalle minori attività di trading della generazione termoelettrica in Italia e Spagna all’effetto cambi negativo in America Latina.

CROLLA TIM: GESTORE UNICO A FORTE RISCHIO, ESPOSTO IN CONSOB

Tra i peggiori, in forte calo Recordati (-3,03%), dopo i conti trimestrali, e Ferrari (-2,8%). Ma il titolo peggiore è stata Tim (-5,5%), affossata dalle indicazioni in arrivo da Bruxelles: nel Pnrr il Governo sembra aver accantonato definitivamente l’ipotesi di un’integrazione tra Open Fiber e la struttura di Telecom. La società ha presentato ieri un esposto alla Consob contro la diffusione della notizia.

Commenta