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Hong Kong ancora in piazza: tensione fra Cina e Usa

Il capo del governo ha chiesto oggi la “fine immediata” delle manifestazioni – Il ministero degli Esteri cinese ha avvertito Stati Uniti e altre nazioni di non immischiarsi negli affari di Hong Kong – “Gli Usa seguono da vicino la situazione e sostengono le aspirazioni della popolazione”, ha ribattuto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest.

Hong Kong ancora in piazza: tensione fra Cina e Usa

Chun-ying Leung, capo del governo di Hong Kong, ha chiesto oggi la “fine immediata” delle manifestazioni, affermando che “alcuni servizi essenziali” hanno incontrato difficoltà a causa del blocco di alcune delle principali arterie. “I leader della protesta avevano promesso che avrebbero messo fine al movimento se fosse diventato violento”, ha aggiunto. 

Leung ha inoltre respinto l’invito a dimettersi che gli è stato rivolto dai gruppi democratici del territorio. Il suo passo indietro è diventato la richiesta principale delle decine di migliaia di giovani che stanno protestando nelle strade dopo il brutale intervento della polizia di domenica notte, che ha provocato il ferimento di decine di persone. Il capo del governo ha anche escluso un intervento contro i manifestanti dell’Esercito di liberazione popolare cinese: “Ho piena fiducia nelle nostre forze di polizia”, ha affermato.

Intanto, il ministero degli Esteri cinese ha avvertito Stati Uniti e altre nazioni di non immischiarsi negli affari di Hong Kong, perché le proteste sono una questione interna. Lo riporta il quotidiano South China Morning Post. “Gli Usa seguono da vicino la situazione e sostengono le aspirazioni della popolazione di Hong Kong”, ha ribattuto il portavoce della Casa Bianca, Josh Earnest, precisando che gli Stati Uniti chiedono alle autorità di mostrare “moderazione” nei confronti delle proteste.

I mani festanti chiedono che Pechino rimuova le limitazioni alle libere elezioni del 2017, quando per la prima volta il capo del governo locale sarà eletto a suffragio universale. Più volte nei mesi scorsi i dirigenti cinesi, e in primo luogo il presidente Xi Jinping, hanno fatto capire di non essere disposti a concessioni. 

Sul fronte finanziario, la protesta ha investito il Business district della ex colonia britannica, circondato da decine di migliaia di manifestanti, rischiando ormai di essere il test più impegnativo per la leadership di Xi Jinping, deciso a difendere la sua immagine di uomo forte, in grado di gestire le riforme. Ma i mercati rabbrividiscono all’idea di una nuova Tien an Men, dalle conseguenze incalcolabili per le relazioni con l’Occidente.

La Borsa, assediata, scivola ai minimi da tre mesi. Più tranquilla Shanghai (-0,3%), anche perché le immagini della protesta sono state bloccate dalla censura. Ma, in attesa del dato ufficiale di domani, il Pmi curato da Hsbc segnala una nuova contrazione dell’economia di Pechino.

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