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Guzzetti (Acri): ancora incertezze su regole per hedge fund, derivati e agenzie di rating

Il Presidente dell’Acri alla Giornata del Risparmio: in Italia non bisogna “rinviare ulteriormente liberalizzazioni e semplificazioni” – Il numero uno dell’Abi, Giuseppe Mussari: “Riscoprire le cartelle fondiarie”.

Guzzetti (Acri): ancora incertezze su regole per hedge fund, derivati e agenzie di rating

La finanza internazionale è ancora dominata da “troppe incertezze sulle regole per gli hedge fund, i derivati e le agenzie di rating“. Questo l’allarme lanciato oggi da Giuseppe Guzzetti, presidente dell’Acri, nel corso del suo intervento alla “Giornata del Risparmio“, un appuntamento organizzato a Roma proprio dall’associazione delle Fondazioni bancarie.

Quanto alla situazione italiana, Guzzetti ritiene che per rilanciare lo sviluppo sia necessario “dare forza e continuità alle politiche di sostegno all’innovazione”. Non bisogna quindi “rinviare ulteriormente liberalizzazioni e semplificazioni”, in modo da “colmare il visibile ritardo nel campo delle infrastrutture e attribuire un’effettiva centralità alla formazione, al capitale umano d’eccellenza e alla ricerca”.

Il Presidente dell’Acri ritiene che solo così “potremo incidere su quella che è la più grave conseguenza della crisi di oggi e allo stesso tempo una causa di recessione: ossia la disoccupazione, che in dodici mesi è aumentata di oltre due punti percentuali e tra i giovani arriva a sfiorare il 35%”.

All’incontro di oggi sono presenti, fra gli altri, il governatore di Bankitalia, Ignazio Visco, il ministro del tesoro, Vittorio Grilli, e il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari. Quest’ultimo, restringendo lo sguardo al tema del risparmio, ha esortato a “riscoprire le cartelle fondiarie“.

Quanto alla produttività, per Mussari è necessario trovare “al più presto un accordo alto: sarebbe un passo avanti non solo per questo o quel settore, ma per l’intera economia italiana”. 

Mussari ha poi illustrato la posizione dell’Abi, basata su “due punti ineludibili”: in primis “il collegamento di una parte significativa degli incrementi del salario al grado di produttività che si registra in sede aziendale” e poi “il superamento della rigidità che caratterizza l’organizzazione del lavoro in Italia”. 

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