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Guido Viaro, l’artista veneto a cui il Brasile ha dedicato un intero museo

Nato a Badia Polesine nel 1897, Viaro emigrò quasi per caso in Brasile, per sfuggire al regime fascista – A Curitiba esposta una collezione di 300 quadri, 400 disegni e 120 incisioni: è considerato uno dei massimi esponenti dell’arte moderna brasiliana.

Guido Viaro, l’artista veneto a cui il Brasile ha dedicato un intero museo

Diecimila chilometri separano Curitiba, metropoli di due milioni di abitanti nel sud del Brasile, da Badia Polesine, comune di poco più di 12 mila anime in provincia di Rovigo. Eppure le due città, così diverse e distanti, sono accomunate dalla figura dell’artista italiano Guido Pellegrino Viaro, considerato uno degli esponenti di spicco della pittura brasiliana moderna.

Nato in Veneto nel 1897, Viaro costruì fama e carriera nel paese sudamericano dove vi arrivò quasi per caso nel 1927, in fuga dal clima repressivo del regime fascista. Morto nel 1971 a Curitiba, città dove visse per oltre 40 anni, nel 1989 gli venne dedicato un intero museo in cui tutt’oggi sono raccolti centinaia di quadri, sculture, disegni, acquerelli e incisioni.

“È una collezione di circa 300 quadri, 400 disegni e 120 incisioni, oltre a sculture e altri lavori”, spiega Constantino Viaro, arzillo 81enne figlio di Guido, ideatore e curatore del museo che riceve ogni anno tra i 10 e i 15 mila visitatori, soprattutto scolaresche. La pinacoteca, che si trova in un bel palazzo storico del centro di Curitiba, è ad ingresso gratuito e viene tenuta aperto grazie ai fondi raccolti dalla famiglia.

Le opere di Viaro rivelano affinità con l’espressionismo, soprattutto per la drammaticità e il tono poetico con cui ritrae la figura umana. Tra i temi ricorrenti vi è la quotidianità: dalle lavandaie agli accampamenti gitani, dai giocatori di carte alle feste. “Nel corso dei decenni mio papà è passato attraverso varie fasi pittoriche, dal realismo all’astrattismo, fino all’arte sacra”, racconta Constantino.

Tra le opere più significative vi sono l’autoritratto del 1934, la Polacca (1935) e l’Uomo senza Rotta (1940). Il governo locale lo considera l’artista moderno più importante dello stato del Paraná e colui che ha rotto con la pittura accademica introducendo una nuova proposta artistica. Oltre a formare una legione di discepoli, Viaro si distinse anche nel campo dell’insegnamento. Nel 1937 fondò la prima scuola di arte del Brasile rivolta ai bambini e che in seguito venne convertita nel Centro Giovanile di Arti Plastiche, tutt’oggi in funzione.

Il palazzo storico che ospita il Museo Guido Viaro, a Curitiba (foto Andrea Torrente)

Arrivato in Brasile all’età di 30 anni, Viaro mosse i primi passi nel mondo dell’arte in Italia. Seppur figlio di contadini, venne fortemente influenzato da suo zio Angelo Viaro (1885 – 1950), scultore diplomato all’Accademia di Bologna che eseguì apprezzate opere in varie città italiane, tra cui la Certosa e la Cappella dell’Immacolata in S. Petronio, entrambe a Bologna.

Dopo essersi arruolato nella Marina durante la Prima Guerra Mondiale, nel dopoguerra Guido Viaro studia pittura a Venezia e Bologna, e si trasferisce per alcuni mesi a Parigi per immergersi nella scena artistica locale. In seguito, con l’intenzione di viaggiare per il Sudamerica, si imbarca per Rio de Janeiro. Dapprima si stabilisce a San Paolo, dove lavora per tre anni come illustratore per giornali locali ed esegue affreschi per lussuosi caffè e ville, poi nel 1930 si trasferisce a Curitiba, dove conosce Yolanda, sua futura moglie, e scrive una pagina importante dell’arte moderna verdeoro.

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