Condividi

Guerra Fonsai, offerta a sorpresa di Palladio-Sator per Premafin e Nagel incontra il capo di Axa

Guerra dei nervi su Fonsai: Palladio-Sator offrono 450 milioni per Premafin mentre l’ad di Mediobanca Nagel assicura che Unipol è l’unica vera offerta globale e incontra il gran capo di Axa, de Castries, in vista di possibili mosse future – Intanto in Borsa si rafforza Generali – Piazza Affari gira in negativo, spread Btp-Bund in risalita: 363 punti base.

Guerra Fonsai, offerta a sorpresa di Palladio-Sator per Premafin e Nagel incontra il capo di Axa

GUERRA FONSAI. IL FRONTE SI ALLARGA A PREMAFIN. NAGEL: UNIPOL, UNICA INTERESSATA IN EUROPA.

In Piazza Affari ormai si respira l’aria delle grandi battaglie. Ieri, a sorpresa, gli alleati Palladio-Sator hanno spostato l’offensiva su Premafin presentando ai Ligresti un’offerta di 450 milioni, più elevata di quanto fatto da Unipol. La scadenza è stata fissata all’8 marzo, data entro la quale il cda della holding dovrà dare una risposta. Intanto la Consob ha fatto luce sui due trust dei Caraibi che controllano circa il 20% del capitale di Premafin: sono riconducibili a Salvatore Ligresti.

Ieri si è presentato in piazzetta Cuccia nientemeno che Hervé de Castries, pdg e presidente di Axa, in “visita di cortesia” ad Alberto Nagel. Una mossa da manuale di guerra psicologica, anche se monsieur de Castries non ha fatto dichiarazioni ai cronisti, assiepati sul marciapiede in attesa dei consiglieri dell’istituto. In questo modo si fa sapere che: 1) Axa non sarà il cavaliere bianco di cui, prima o poi, Sator e Palladio avranno bisogno; 2) se l’operazione Unipol comporterà la cessione di alcuni asset per volere dell’Antitrust, l’acquirente è già pronto: De Castries.

Agli analisti riuniti per la conference call sui conti di Mediobanca, lo stesso Nagel, a proposito di Fondiaria, ha detto: “Si è reso necessario accompagnare il rafforzamento patrimoniale della compagnia con una partnership industriale”.  I principali operatori hanno visionato il dossier ma la situazione era tale che “nessun operatore europeo era interessato ad un intervento sulla globalità del gruppo”. Con l’eccezione di Unipol.

Il risultato delle manovre, in numeri, si sintetizza così: Fonsai +4,7%, segue a ruota Milano Assicurazioni. Unipol avanza solo dello 0,9%. Mediobanca, che ieri ha approvato i conti del primo semestre (utile -75%, svalutazioni per 260 miliardi, tra partecipazioni e bond greci) sale del 2,7%.

La nota più positiva riguarda Generali + 4,1% , che si sforza in ogni modo di stare al di fuori del duello tra alcuni suoi azionisti. La crescita del Leone è stata sostenuta dalla promozione a neutral (da underperform) di Bank of America.

DOPO LA GRECIA. NO TEDESCO A NUOVI FONDI PER LA UE. RALLENTA L’ECONOMIA TEDESCA. E LA CINA TIRA IL FRENO  

Il dossier Grecia, per ora, è chiuso. Ma il confronto tra falchi e colombe d’Europa continua. Ieri il portavoce di Angela Merkel, Steffen Seibert, ha dichiarato che il governo di Berlino continua a ritenere “invalicabile” il muro dei 500 miliardi da destinare al fondo salva Stati (Efsf) e di stabilità (Esm). La maggior parte dei Paesi della comunità, Italia compresa, insiste, al pari del Fondo Monetario, perché la dotazione dell’Esm, 500 miliardi) sia aggiuntiva rispetto alle risorse già esistenti per un totale di almeno 750 miliardi. Dopo l’accordo con Atene, del resto, 250 miliardi sono stati già spesi per i piani di salvataggio di Irlanda, Portogallo e Grecia. L’eurozona, dunque, rischia di trovarsi nei prossimi mesi a corto di munizioni. L’Europa, dunque, si presenterà al G20 del prossimo week end in ordine sparso, cosa che non induce all’ottimismo i mercati. 

L’assalto ai record, per ora, è fallito. Il Dow Jones, dopo aver bucato quota 13 mila nella seduta di martedì, arretra a 12938 punti (-0,21%). L’indice Standard & Poor’s 500, ad un passo dai massimi da inizio 2008, scivola a 1,352 (-0,33%). Stesso copione per il Nasdaq -0,52%. A pesare sul mercato sono stati, in particolare, i dati deludenti in arrivo da Dell -5% e Hewlett Packard -3%.

Gli indici americani, dunque, hanno ripetuto in fotocopia le difficoltà della seduta europea: -0,9% Milano, Parigi –0,4%, Francoforte -0,8%. In sostanza, una volta messo in sicurezza (per ora) il debito greco, i mercati sono tornati a guardare, con lenti scure, i dati sull’andamento dell’economia. In Europa, ha pesato, più di tutto, la frenata dell’economia tedesca: l’industria leader del Vecchio Continente, sta esaurendo gli ordini accumulati fino al terzo trimestre del 2011, ma le nuove commesse latitano. La notizia, combinata con i dati, in sensibile frenata, in arrivo dalla Cina, ha pesato sull’umore di Wall Street, per niente eccitata dai tagli fiscali per le aziende varati da Barack Obama.

Dall’Asia, infatti, filtrano le pime indiscrezioni sul discorso che il premier Wen Jiabao terrà al congresso nazionale del Popolo il prossimo 5 marzo. Il leader sottolineerà che lo sviluppo accelerato porta con sé gravi danni all’ambiente, disparità sociale ed instabilità finanziaria. Per questo l’obiettivo di crescita del pil scenderà all’8%. Una doccia fredda per chi confida in una ripartenza accelerata della locomotiva cinese. A Tokyo, comunque, l’indice Nikkei sale dello 0,33%. Negative le altre piazze asiatiche: Hong Kong –0,76%. In sintesi, le piazze finanziarie, una volta scongiurata la paura di un default di Atene, hanno deciso di vedere il bicchiere mezzo vuoto. Ne ha risentito anche il mercato del debito sovrano: il rendimento del Btp decennale è salito al 5,48% (+15 punti), lo spread con il Bund a 358 punti.

Continua intanto la corsa di MontePaschi +1,6% mentre si arroventa la corsa alla poltrona di presidente. Alessandro Profumo è in pole position, ma la volata con Carlo Salvatori s’annuncia piena si suspense. In Europa il settore peggiore è stato quello delle banche (Stoxx -2,4%), ma a Milano non tutte sono scese. Unicredit ha perso il 3,8%, Intesa -3%, Ubi  -3%. Svanisce anche l’effetto Popolari dopo i forti rialzi dei giorni scorsi: Popolare dell’Emilia -5,3%, PopMilano -4%.

PEUGEOT E GM, ALLEANZA  PER L’EUROPA. FIAT, PIU’ DONNE E INDIPENDENTI NEL CDA

Rivoluzione nel mondo dell’auto. General Motors e Peugeot sono in trattative avanzate per un’alleanza in base alla quale i due gruppi uniranno le forze per costruire auto e componenti in Europa. L’alleanza prevede la produzione di motori, sistemi di trasmissione e interi veicoli da parte di Peugeot e Opel, che venderanno poi i prodotti coi loro marchi. L’accordo potrebbe essere annunciato al Salone dell’auto di Ginevra a marzo. Peugeot, senza rivelare il nome del partner, ha comunque confermato l’esistenza di una trattativa in stadio avanzato. A Parigi il titolo Peugeot è salito del 12%.
A Torino il titolo Fiat sale dello 0,97%, Fiat Industrial perde lo 0,92%. Il cda di ieri ha fissato l’assemblea di bilancio al prossimo 4 aprile. Per l’occasione verrà rivista la composizione del board: più snello (da 15 a 9 membri), con un maggior numero di indipendenti e di donne. E’ prevista l’assegnazione di diritti per acquistare azioni Fiat a 300 dipendenti: a Sergio Marchionne sono stati attribuiti 7 milioni di diritti su un totale di 17 milioni.

Fra le blue chip il ribasso più consistente è di Finmeccanica che ha perso il 5,2%, dopo il balzo dell’11% messo a segno il giorno precedente.  Enel è scesa dell’1,2% dopo che Morgan Satnley ha abbassato il giudizio a equal weight da overweight. In calo, alla vigilia del cda, Telecom Italia -1,8%: domani la società annuncerà i risultati del quarto trimestre 2011 e potrebbe dare indicazioni sul prossimo dividendo.

Amplifon è salita del 3,5%, promossa a buy da Kepler. In calo Iren -4,1%, dopo che Cheuvreux ha abbassato la raccomandazione e underperform da outperform.

Commenta