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Green Pass per i viaggi in Italia: nuove regole dal 16 maggio

Cancellata la quarantena di cinque giorni: basterà un test negativo, essere vaccinati o guariti – Per il passaporto vaccinale Ue, invece, bisognerà aspettare almeno un altro mese

Green Pass per i viaggi in Italia: nuove regole dal 16 maggio

Il green pass italiano è ai nastri di partenza. Il 15 maggio scade l’ordinanza del ministro della Salute, Roberto Speranza, che consente di entrare in Italia solo con due test Covid negativi: uno all’ingresso e uno dopo una quarantena di cinque giorni. Dal 16 maggio, invece, entrerà in vigore la regola sul cosiddetto green pass. Non si tratta di una card, né di un documento cartaceo o digitale: il termine green pass, in realtà, significa soltanto che per entrare nel nostro Paese sarà necessario esibire un certificato che attesti il vaccino o la guarigione dal Covid, oppure un test negativo eseguito nelle 48 ore che precedono l’ingresso. Rispetto ad ora, quindi, la differenza principale è la soppressione della mini-quarantena.

LE DIFFERENZE FRA GREEN PASS E PASSAPORTO VACCINALE UE

Attenzione a non confondere il nostro green pass con il passaporto sanitario Ue, che sarà una certificazione differente ed entrerà in vigore non prima del 15 giugno, fissando regole comuni per muoversi fra i 27 Paesi dell’Unione europea. L’obiettivo è riaprire le frontiere in vista della stagione turistica e non è escluso che il passaporto sanitario europeo consenta anche di tornare a viaggiare negli Stati Uniti.

COME SI FA PER VIAGGIARE ALL’ESTERO?

In altre parole, almeno fino alla metà del mese prossimo, per viaggiare all’estero bisogna seguire le regole stabilite dal Paese di destinazione, che spesso non sono uguali alle nostre. Viaggiare sicuri – del Ministero Affari Esteri – fornisce le informazioni aggiornate. C’è chi continua a chiedere un tampone molecolare anche ai vaccinati o ai guariti, chi prevede ancora la quarantena, chi ha già riaperto le frontiere e chi aggiorna le norme ogni settimana, a seconda del quadro sanitario.

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GREEN PASS: LA DOCUMENTAZIONE NECESSARIA

Ma torniamo al green pass italiano. Per quanto riguarda il certificato di vaccino o guarigione, non è necessario richiedere attestati particolari, basta la documentazione fornita dalle aziende sanitarie. L’unica accortezza riguarda i tempi: la guarigione deve essere avvenuta entro gli ultimi sei mesi, poiché le autorità sanitarie ancora non hanno evidenze sufficienti per sapere se, oltre questo orizzonte temporale, l’immunizzazione fornita dalla prima infezione sia ancora efficace.

L’ordinanza del ministero della Salute che fornirà i dettagli sul green pass spiegherà poi se per “test negativo” si intenda un test rapido o un antigenico.

LO SCOPO DEGLI SPOSTAMENTI

Un’altra differenza importante rispetto alla situazione attuale riguarda lo scopo degli spostamenti. Il green pass permetterà di entrare in Italia anche per turismo e per partecipare a eventi sportivi o spettacoli; non più, quindi, solo per lavoro, salute, necessità improrogabile o per tornare a casa.

PER CHI VALE IL GREEN PASS

Infine, il green pass è riservato ai cittadini, europei ma potrebbe essere esteso anche a cittadini di paesi extra Ue, come Stati Uniti o Israele, vaccinati con farmaci riconosciuti in Europa. Saranno esclusi invece i turisti provenienti dai Paesi inseriti nella black list a causa dell’alto numero di contagi.

LE PAROLE DI DRAGHI

Al termine del G20 sul turismo, il presidente del Consiglio, Mario Draghi, ha fatto il punto: “Dalla seconda metà di giugno sarà pronto il Green pass europeo – ha spiegato – Intanto, il governo italiano ha introdotto un pass verde nazionale che sarà in vigore da metà maggio. Dobbiamo dare regole chiare e semplici per garantire l’arrivo dei turisti e per poter viaggiare in Italia in sicurezza. Se c’è un Paese che è intrecciato col turismo è il nostro. Tutto il mondo vuole venire qui. La pandemia ci ha costretto a chiudere ma noi siamo pronti a ospitare il mondo”.

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